Quattro morti da Taser in pochi mesi in Italia ma per Piantedosi è “uno strumento imprescindibile”
Colpiti dalle pistole elettriche delle “forze dell'ordine”
Quell'arma va abolita

In 24 ore nel mese di agosto l'arma dei carabinieri si è resa responsabile di due morti ammazzati con il taser e nel successivo mese di settembre la polizia di Stato ha ucciso con la stessa arma un'altra persona: il primo caso si è verificato bella serata del 16 agosto a Olbia dove ad essere colpito è stato Gianpaolo Demartis, 57 anni, il cui cuore ha smesso di battere dentro un’ambulanza mentre i soccorritori cercavano di rianimarlo, e il secondo caso si è verificato a Genova nella serata del 17, dove un l'albanese Elton Bani, 47 anni, è morto per arresto cardiaco sotto i colpi del taser a Sant’Olcese, sulle alture di Genova. Le successive autopsie sui cadaveri dei due uomini hanno escluso in entrambi patologie dell'apparato cardiocircolatorio.
I carabinieri intervenuti hanno immediatamente accertato che nè Demartis né Bani, che pure erano evidentemente alterati, erano armati, eppure Demartis è stato colpito per ben due volte dal taser e Bani addirittura quattro, nonostante a Olbia fossero presenti due carabinieri e a Sant'Olcese addirittura quattro, e già il numero di militari presenti fa comprendere che avrebbero potuto avere ragione dei due senza usare alcuna arma, taser compreso, il quale con tutta evidenza è stato usato al solo ed esclusivo scopo di immobilizzarli.
Anche la magistratura vuole vederci chiaro su questi due morti, perché la Procura della Repubblica di Tempo Pausania ha iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di omicidio colposo i due carabinieri intervenuti ad Olbia e quella di Genova due dei quattro intervenuti a Sant'Olcese.
La mattina del 15 settembre a Massenzatico, in Provincia di Reggio Emilia, la polizia di Stato ha provocato un ulteriore decesso tramite l'utilizzo del taser uccidendo il quarantaduenne Claudio Citro: anche in questo caso l'uomo non teneva una condotta violenta ed era evidentemente disarmato, limitandosi a gridare sulla pubblica via in uno stato di evidente alterazione psicologica: eppure i tre agenti della polizia di Stato intervenuti hanno preferito sparare due colpi di taser a seguito dei quali i sanitari hanno immediatamente potuto constatare un arresto cardiaco, e inutile è stato il tempestivo trasporto all'ospedale di Reggio Emilia, dove è morto. L'autopsia ha escluso che Citro soffrisse di patologie gravi e anche in questo caso la Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha iscritto nel registro degli indagati i tre agenti della polizia di Stato responsabili dell'uso del taser.
Si ricordi anche che lo scorso 3 giugno cadeva sotto i colpi del taser brandito da un appartenente alla polizia di Stato il trentenne Riccardo Zappone che soffriva di patologie psichiatriche ma – come ha accertato la successiva autopsia – era in buona salute fisica, morto a neanche un'ora di distanza dalle due micidiali scariche elettriche per arresto cardiaco mentre si trovava in un commissariato.
È evidente che la morte improvvisa per arresto cardiaco di quattro uomini adulti ma non certo anziani non può non essere strettamente correlata con l'uso del taser.
Eppure il ministro dell'Interno Piantedosi ha affermato: “il taser è uno strumento imprescindibile che viene fornito agli agenti proprio per evitare l’utilizzo di armi da sparo”. E tutto perché al primo posto di questo governo neofascista sta la repressione, con qualsiasi mezzo, di chiunque osi disturbare il cosiddetto “ordine pubblico”.
La realtà è che il taser ammazza e assassina le persone, come dimostrano i quattro morti provocati quest'anno da quest'arma micidiale dal 3 giugno al 15 settembre.
Mario Balzanelli, presidente nazionale del sistema di soccorso italiano SIS118 e medico specialista in Medicina d'Urgenza ed Emergenza, ritiene in un'intervista all'Ansa che “l’utilizzo del taser va attentamente rivisto, in quanto il suo utilizzo si è dimostrato potenzialmente pericoloso, sia nell’immediato sia a distanza di alcuni minuti”. Nel prosieguo dell'intervista Balzanelli cita gli studi del professore statunitense Douglas Zipes, uno degli cardiologi più autorevoli a livello mondiale, le cui ventennali ricerche dimostrano che il soggetto colpito da una sola scarica di taser “può andare in arresto cardiaco improvviso. In questi casi, non pochi in assoluto quali già documentati negli Usa, e ad oggi più volte verificatisi nel nostro Paese, l’arresto cardiaco improvviso è insorto prevalentemente con ritmo di fibrillazione ventricolare”. Balzanelli conclude ritenendo che è “assolutamente inappropriato correre il rischio, per quanto statisticamente molto ridotto, di uccidere un uomo solo per immobilizzarlo” , auspicando una “riflessione più ampia da effettuarsi quanto prima a livello interistituzionale circa le opportunità di utilizzo del taser” .
Il professor Zipes e il dottor Balzanelli ritengono che già una sola scarica di taser (Zappone, Demartis e Citro ne hanno ricevute due, Bani addirittura quattro) può provocare un arresto cardiaco, quindi si tratta di un'arma potenzialmente letale che, nonostante gli sproloqui di Piantedosi, deve essere abolita per legge in quanto mette costantemente a rischio la vita delle persone.

24 settembre 2025