Al voto il 5 e 6 ottobre
Perché la Calabria sia governata dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo
Nessun partito e coalizione merita la fiducia del proletariato e delle masse popolari
Astenersi e creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

Dal corrispondente della provincia di Reggio Calabria e della Calabria
Tra poco meno di due settimane i calabresi saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della regione e i 30 consiglieri regionali.
La Calabria ritorna anticipatamente al voto dopo le dimissioni “strategiche” arrivate a fine luglio da parte del governatore uscente Roberto Occhiuto (Forza Italia) indagato per corruzione dalla procura di Catanzaro in un’inchiesta che coinvolge anche un suo ex socio, Paolo Posteraro e l’amministratore unico di Ferrovie della Calabria, Ernesto Ferraro.
Come nella tornata elettorale del 2021 che lo ha portato alla guida della regione, Occhiuto, che ha deciso di rimettere il suo mandato al giudizio degli elettori ricandidandosi furbescamente, potrà contare sul sostegno della coalizione di “centro-destra” composta da Forza Italia, Fratelli d’Italia, la Lega e svariate liste civiche.
Il principale avversario di Occhiuto è Pasquale Tridico un tecnocrate fortemente voluto da Giuseppe Conte e attualmente europarlamentare del M5S. Candidato per la coalizione di “centro-sinistra” composta dal Partito Democratico, Italia Viva, Alleanza Verdi Sinistra e Rifondazione Comunista, nonché ex presidente dell’Inps, Tridico è considerato il “padre” del reddito di cittadinanza vecchio cavallo di battaglia del M5S.
A chiudere il cerchio dei candidati alla presidenza della Regione troviamo l’outsider Francesco Toscano avvocato e giornalista originario di Gioia Tauro, presidente nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, movimento fascistoide fondato assieme al rinnegato Marco Rizzo che ormai strizza l’occhio più a destra che a sinistra.

Il sistema elettorale in Calabria
L’elezione del governatore e dei 30 consiglieri regionali è regolata dalla legge regionale numero 1 del 2005. Il sistema elettorale è proporzionale con premio di maggioranza e soglie di sbarramento. L’elezione dei consiglieri avviene su base circoscrizionale.
In Calabria le circoscrizioni sono cinque: Sud (Reggio Calabria), Centro (Catanzaro, Vibo, Crotone), Nord (Cosenza).
Oltre al presidente della giunta regionale i seggi da assegnare sono 30, 24 con metodo proporzionale i restanti 6 con metodo maggioritario. La coalizione vincente che ottiene più voti e che riesce ad ottenere un numero di seggi pari o superiore a 15 ne avrà assegnati altri 3, se invece non raggiunge i 15 ne avrà assegnati 6. Il riparto dei seggi assegnati con criterio maggioritario avviene con metodo proporzionale. Un seggio ulteriore verrà attribuito al miglior candidato governatore sconfitto che ottiene il maggior numero di voti.
La legge elettorale calabrese prevede anche una doppia soglia di sbarramento al 4% per le liste singole e all’8% per le coalizioni.
Non è previsto il ballottaggio e non è ammesso il voto disgiunto ma è ammessa la doppia preferenza di genere. Ossia, l’elettore che vota una lista circoscrizionale collegata al candidato presidente prescelto, può esprimere fino a due preferenze purché riferite a candidati di sesso diverso.

I disastri delle giunte borghesi di “centro-destra”
A quattro anni di distanza dall’insediamento, Occhiuto con la sua giunta borghese di “centro-destra” non ha mosso un dito per risolvere i problemi della Calabria e per migliorare la qualità della vita delle masse popolari.
Relegata all’ultimo posto per reddito pro-capite annuo e per i livelli di assistenza sanitaria, la Calabria non solo continua a essere la regione più povera d’Italia ma è anche una regione dove risulta impossibile ricevere cure mediche adeguate senza dover emigrare o peggio ancora affidarsi ai pescecani privati.
Ad oggi in Calabria mancano 2.000 medici e 2.000 infermieri, a nulla è servita l’operazione di propaganda politica dei 497 medici cubani messa in atto da Occhiuto appena nominato commissario ad acta della sanità calabrese, se non a creare un abominevole sistema di sfruttamento finito tra l’altro sotto inchiesta perché su un compenso lordo di 4.700 euro, solo 1.200 euro venivano percepiti dal medico, il resto lo intascava la Csmc una società commerciale cubana con cui la regione aveva stipulato l’accordo.
Possiamo dire con assoluta certezza che la sanità in Calabria è sempre stata la madre di tutte le questioni perché rappresenta il 70% del bilancio regionale.
Quando nel 2010 il fascista Giuseppe Scopelliti, appena eletto presidente della Regione fu nominato dal governo Commissario alla sanità, per rientrare dal debito già allora mostruoso, in una sola notte chiuse 18 ospedali insieme al suo scagnozzo Scaffidi e con il benestare dello stesso Occhiuto, all’epoca parlamentare. Non solo, Scopelliti istituì la DBE (Debit Bad Entity) un organismo con sede a Catanzaro per accentrare la gestione di tutti i debiti sanitari sotto la sua direzione.
Come rivela l’ex commissario dell’Asp di Reggio Calabria, Santo Gioffrè “La DBE tra le sue funzioni aveva quella di decidere, le transazioni, i pagamenti, le ottemperanze. Nell’ultimo mese della mia gestione durante un controllo, scoprì che ben cinque procedure riguardanti multinazionali del farmaco (tra cui Roche), si erano fatte pagare due volte le medesime fatture: la prima nel 2012 attraverso l’ottemperanza con Commissario ad acta nominato dal Tar di Reggio Calabria, la seconda nel 2014 attraverso transazioni concordate con la DBE a Catanzaro ”.
In seguito con il passaggio alla giunta di “centro-sinistra” la DBE chiuse i battenti e trasferì alle varie Asp le somme rimaste al pagamento dei debiti sanitar Anche se la DBE non fu mai indagata risulta abbastanza chiaro come le multinazionali del farmaco incassavano somme non dovute sottratte alla sanità pubblica per poi reinvestirle generando utili consistenti mentre d’altro canto le Asp calabresi non avevano soldi nemmeno per acquistare farmaci salvavita.
D’altronde, sono proprio questi gli orrori del putrido sistema capitalista. Quanto prima sarà sostituito dal socialismo, tanto meglio sarà per il martoriato popolo calabrese.

Le rivendicazioni del PMLI
In campagna elettorale nessuno dei candidati borghesi ha saputo fornire risposte concrete ai calabresi sui temi fondamentali riguardanti la sanità, l’occupazione, l’istruzione, i trasporti, l’ambiente, le reti idriche, la lotta alla ’ndrangheta.
Occhiuto ha continuato a ripetere di aver fatto più lui in 4 anni di governo di quanto sia stato fatto dalle precedenti amministrazioni di “centro-sinistra”. Tridico vorrebbe istituire il “reddito di dignità regionale”, mentre Toscano ha dichiarato demagogicamente di rappresentare l’unica vera alternativa.
Noi del PMLI invece rivendichiamo con forza il diritto alla salute. La sanità dev’essere pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari e finanziata attraverso la fiscalità generale.
Noi siamo contro la realizzazione del ponte sullo Stretto voluto fortemente dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini del governo neofascista Meloni. Sarebbe utile che quei miliardi venissero dirottati per creare nuovi posti di lavoro, per potenziare il servizio traghetti e per rendere più sicure le reti stradali come la pericolosissima strada statale ionica 106 causa di tanti incidenti mortali. Per ristrutturare gli edifici scolastici pericolanti e abbattere i costi dell’istruzione che gravano sempre di più sui bilanci familiari. Per non parlare poi delle reti idriche obsolete che andrebbero ammodernate per evitare sprechi e un corretto rifornimento ai centri urbani spesso e volentieri coi rubinetti a secco.
Occorre infine riqualificare le periferie e i “quartieri ghetto” come quello famoso di Arghillà a Reggio Calabria dove da sempre regnano il degrado e la criminalità, creando scuole, biblioteche, palestre, campi di gioco, centri di aggregazione e integrazione.

Ci vuole il socialismo
Al di là delle false promesse dei candidati alla presidenza della Regione e della masnada di candidati consiglieri in cerca di uno scranno da riscaldare a Palazzo Campanella dove non mancano gli indagati e i condannati come i vari Orsomarso e Falcomatà capolista nelle file del Partito Democratico in cerca di una nuova collocazione dopo aver distrutto da sindaco la città di Reggio Calabria, per noi marxisti-leninisti l’unica arma da impugnare per sfiduciare e delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi resta l’astensionismo, inteso non come un non voto ma come un voto dato al PMLI e al socialismo.
Ecco perché alle prossime elezioni del 5 e 6 ottobre invitiamo gli elettori calabresi a disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla bianca. Ma, come da sempre ribadiamo, l’astensionismo da solo non basta, occorre creare in ogni quartiere di ogni città le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo le Assemblee e Comitati popolari basati sulla democrazia diretta e parità di genere, che rappresentano il contraltare, l’alternativa antagonista dei governi locali, regionali e centrale.
Fermo restando che l’unico vero cambiamento può avvenire solo per via rivoluzionaria, solo seguendo la via dell’Ottobre con l’abbattimento violento del capitalismo, la conquista del potere politico del proletariato e l’istituzione del socialismo.
Abbasso le istituzioni rappresentative borghesi!
Alle elezioni regionali della Calabria del 5 e 6 ottobre asteniamoci!
Creiamo le Assemblee popolari e i Comitati popolari!
Per la Calabria governata dal popolo e al servizio del popolo!
Abbasso il capitalismo!
Viva il socialismo!
Viva il PMLI!

24 settembre 2025