Proposta di legge fascioleghista
La Lega vuole vietare le manifestazioni per Gaza e contro Netanyahu

La Lega vuole vietare le manifestazioni per Gaza e contro Netanyahu, e per farlo si serve di un subdolo e truffaldino disegno di legge.
Lo scorso 5 agosto, infatti, è stato incardinato alla commissione Affari Costituzionali del Senato (presieduta da Alberto Balboni di FdI) il disegno di legge n. 1004S che vede come primo firmatario Massimiliano Romeo, fedelissimo di Salvini, che si propone di vietare, se approvato, ogni espressione critica nei confronti dell'entità sionista, dei suoi caporioni e, soprattutto, ogni manifestazione di sostegno a favore dei palestinesi, compresi quelli residenti a Gaza.
Il testo della proposta fascioleghista, intitolata ‘Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo’ è formato da tre articoli che, basandosi sulla controversa definizione di antisemitismo formulata dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (Ihra) come espressamente previsto all’articolo 1, vorrebbero contrastare “la moltiplicazione di episodi antisemiti registrati dopo il 7 ottobre 2023” fondati, secondo i fascioleghisti, “sul negazionismo delle violenze, soprattutto contro le donne e i bambini e su un radicale rifiuto di Israele” .
Dopo il secondo articolo che prevede azioni, da parte dello Stato, al fine di contrastare atti diretti contro gli ebrei in Italia, il terzo articolo dispone testualmente “il diniego all’autorizzazione di una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità che può essere motivato anche in caso di valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge”, e tale articolo potrebbe portare a vietare le manifestazioni a favore del popolo palestinese che a Gaza sta subendo un genocidio e contro il caporione sionista Netanyahu e, in generale, contro l’entità sionista che egli rappresenta.
Il problema è rappresentato dalla controversa e discutibile definizione di antisemitismo formulata nel 2016 dalla Ihra, l'International Holocaust Remembrance Alliance (Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto), un'organizzazione intergovernativa fondata nel 1998 che riunisce governi ed esperti per promuovere l'educazione, la ricerca e la memoria dell'Olocausto e contrastare il negazionismo e la distorsione della storia. Tale definizione di antisemitismo, peraltro, non solo reca l'evidente zampino dell'entità sionista in quanto mescola ad arte temi antisemiti con altri prettamente antisionisti, ma non è neppure giuridicamente vincolante.
Eppure questo disegno fa propria tale definizione: si legge nella dichiarazione, tra l'altro, la stravagante tesi secondo la quale integrerebbe antisemisismo “negare agli ebrei il diritto dell’autodeterminazione, per esempio sostenendo che l’esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo” , dimenticando però che milioni di ebrei nel mondo (ad esempio, i movimenti dell'ebraismo ortodosso Satmar e Neturei Karta) distinguono nettamente l'ebraismo come fenomeno esclusivamente religioso da una parte e il sionismo come fenomeno esclusivamente politico dall'altra, negando quindi ogni legittimità, da un punto di vista ebraico, allo Stato di Israele e condannando l'ideologia sionista come fenomeno aberrante per l'ebraismo: questi milioni di ebrei ortodossi, secondo l'Ihra, dovrebbero essere condannati come antisemiti.
Un'altra inaccettabile tesi dell'Ihra è quella secondo la quale costituirebbe manifestazione di antisemitismo “fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei nazisti” , ma anche ciò è contraddetto dagli stessi ebrei in quanto, ad esempio, lo scomparso rabbino ungherese Mosé Dov Beck e l'anziano rabbino britannico Aronne Cohen lo hanno ripetutamente fatto, precisando il primo di essere uscito da una cantina di Budapest, dove si era rifugiato per scampare alle retate naziste, solo dopo l'arrivo dell'Armata Rossa e il secondo di ricordarsi, da bambino, i devastanti bombardamenti su Londra degli aerei di Hitler e di Mussolini. Si tratta quindi di uomini che hanno conosciuto molto bene le nefandezze del nazifascismo, e se paragonano i crimini nazifascisti a quelli sionisti è perché ne hanno esperienza personale. Anche i rabbini Dov Beck e Cohen, entrambi di Neturei Karta, avrebbero, secondo l'Ihra, perduto il senno fino al punto di divenire antisemiti, e che dei ministri di culto dell'ebraismo siano accusati di disprezzare la loro stessa fede e i loro correligionari è semplicemente ridicolo.
È chiaro quindi che, alla luce del richiamo alla definizione di antisemitismo contenuta nel terzo articolo, ogni questura e ogni pubblico ufficiale disinvolto potrò prendere ogni pretesto arbitrario per vietare manifestazioni contro il genocidio a Gaza e per reprimere opinioni nei confronti del regime sionista e dei suoi caporioni, un bavaglio senza precedenti alla libertà di espressione, che arriva proprio mentre a Gaza si sta consumando un genocidio sotto gli occhi del mondo.

24 settembre 2025