Ravenna: Manifestazione contro il transito di armi per lo stato nazi-sionista e contro il progetto militare “Undersec”

Dal corrispondente del PMLI per dell'Emilia-Romagna
Nella città di Ravenna migliaia e migliaia i manifestanti scesi in piazza il 22 a sostegno del popolo palestinese e lo slogan più gridato è stato: “Il portuale ce l’ha insegnato, bloccare le armi non è reato”; un chiaro riferimento al blocco che i portuali hanno imposto a due container di esplosivi destinati a Israele nei giorni scorsi. I manifestanti hanno anche ha invaso per alcuni minuti il ponte mobile sul Candiano, una delle infrastrutture più importanti della mobilità della città, mandando in tilt il traffico. La polizia di Piantedosi e Meloni è immediatamente intervenuta rapidamente fermando tre manifestanti, portati in questura e denunciati per il reato di blocco stradale.
In precedenza il 16 settembre manifestazione “Fuori Israele dal Porto di Ravenna. No armi, no Undersec” organizzata da una vasta rete di associazioni e comitati, sotto la guida del Coordinamento Bds Ravenna (movimento per il Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni a Israele), partita dalla Darsena di Ravenna e che ha visto sfilare oltre 500 manifestanti verso la sede dell’Autorità portuale ravennate, contro il passaggio di armi dal Porto di Ravenna e destinate al governo nazisionista d’Israele per portare avanti il genocidio del popolo palestinese.
È emerso infatti da un’inchiesta della giornalista e attivista per la Palestina Linda Maggiori che il 30 giugno scorso un container di munizioni proveniente dalla Repubblica Ceca, che nel 2024 ha esportato materiale militare a Israele per un valore superiore a 30 milioni di euro, e diretto proprio allo Stato sionista è transitato nel Porto di Ravenna e poi imbarcato in una nave Zim, una delle principali compagnie di spedizioni containerizzate a livello globale, fondata nel 1945 e con sede in Israele, senza autorizzazione Uama, l’Unità per le autorizzazioni dei materiali d’armamento. Secondo l’Associazione Doganalisti Emilia-Romagna (Ader) “Se l’autorità doganale della Repubblica Ceca autorizza l’esportazione di armi verso Israele, l’Italia non può opporsi al transito. Israele, pur non facendo parte della Nato, ha una missione permanente nel quartiere generale dell’organizzazione a Bruxelles e ciò significa che è un nostro alleato. Come previsto dalla legge 185 del 1990, l’Italia deve quindi lasciar passare armi e armamenti”. La legge 185/90 permette i transiti intracomunitari con l’autorizzazione del Paese di origine, ma Israele non è un Paese comunitario, e la legge vieta ogni export e transito di armamenti verso paesi che violano i diritti umani e il diritto internazionale, come appunto Israele, sin dalla sua artificiosa nascita.
L’altro obiettivo della manifestazione era “Undersec”, un progetto europeo di implementazione di tecnologie per la sicurezza marina e sottomarina nei porti e che prevede la collaborazione tra il Porto di Ravenna e una serie di realtà scientifiche di 22 enti di 10 Paesi europei, oltre a Israele, che partecipa con il ministero della Difesa, il colosso militare Rafael Advanced System e l’Università di Tel Aviv. L’Italia partecipa con l’Autorità portuale di Ravenna, la fondazione Issnova di Napoli e l’azienda marchigiana Cnt Technologies, e proprio il 16 a Ravenna si sarebbe dovuto tenere un convegno “in un luogo segreto e a porte chiuse per parlare di sicurezza dei confini con tecnologie anche israeliane”, poi rimandato, ma è stata invece confermata la manifestazione che ne chiedeva l’uscita.
Gli organizzatori hanno specificato che “Protestiamo contro il traffico di armi che avviene impunemente in questo porto, in barba alla legge 185/90, per rifornire l’esercito genocidario di Israele che sta massacrando la popolazione di Gaza. Ci opponiamo al progetto Undersec, progetto europeo (fondi Horizon) che vede collaborare fianco a fianco l’autorità portuale di Ravenna, Israele e altri enti europei. Il porto di Ravenna non solo è sede di sperimentazioni, ma siede in un comitato ristretto insieme al ministero della Difesa israeliano. Al progetto partecipa anche Rafael, l’azienda israeliana di droni killer, e l’università di Tel Aviv, che nelle sue facoltà crea sensori e tecnologie a supporto dell’Idf (Israel Defence Force). Undersec non è un progetto civile, le tecnologie che ne usciranno saranno usate dai comandi Nato e Frontex. Una delle tecnologie di Rafael, sperimentate nel progetto, è il modem subacqueo Broadlink in dotazione alle imbarcazioni di assalto dell'Idf, le stesse che hanno attaccato le navi umanitarie e i pescherecci palestinesi e che minacciano di assaltare anche la Global Sumud Flotilla, che in queste ore sta navigando verso Gaza”. A sostegno della quale si è svolta una manifestazione il 6 settembre a Cesenatico, dove centinaia di manifestanti hanno sfilato mentre 15 imbarcazioni storiche e private veleggiavano lungo il porto canale issando la bandiera palestinese, nella giornata di mobilitazione nazionale “Fermiamo la barbarie”.
Sono 1.600 i medici e gli infermieri dell’Emilia-Romagna, la percentuale più alta nel Paese dove complessivamente si è arrivati a 10.000, che il 29 agosto hanno invece partecipato alla giornata nazionale di digiuno per Gaza, un’iniziativa puramente simbolica ma utile comunque a tenere i riflettori accesi sul genocidio, promossa dal movimento “Sanitari per Gaza”. In tutta la Regione centinaia di lavoratori della sanità hanno manifestato davanti agli ospedali, fuori dall’orario di lavoro, con cartelli e abiti di servizio chiedendo la sospensione degli accordi militari e della fornitura di armi a Israele, il cessate il fuoco immediato con l’apertura di corridoi umanitari, e l’adozione da parte di istituzioni, ordini professionali e centri di ricerca di misure di pressione affinché venga riconosciuto il dramma della popolazione civile.

24 settembre 2025