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Il ponte sullo Stretto è stato e sarà una iattura per i conti pubblici

di Davide – Milano
Un parere a favore del ponte è stato espresso dal Prof. Claudio Borri dell'Università di Firenze in una intervista sulla testata on line Meta sud che riporta poi due interviste al Prof. Mazzolani dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e al Prof. Siviero dell'Università Ecampus. Si tratta indubbiamente di illustri esperti: Mazzolani è uno dei più quotati accademici a livello internazionale nel campo dell'ingegneria sismica, Borri è anch'egli un accademico a livello internazionale sui ponti e membro del Comitato Tecnico Scientifico della Società Ponte sullo Stretto che ha valutato e approvato il progetto del Ponte (quindi il suo parere è sicuramente di parte), Siviero ha insegnato per anni all'Università IUAV di Venezia e progettato ponti realizzati nella pratica con il suo studio professionale.
Facendo una cronistoria del ponte potremmo riassumere in queste tappe (tralasciando il fatto che, come afferma lo stesso prof. Borri, sull'opera sono stati fatti innumerevoli studi più o meno attendibili, alcuni che risalgono all'epoca borbonica): -1969: viene indetto un concorso di progettazione per il ponte sullo stretto, con 6 progetti premiati. Tra i vincitori figurava il progetto di Sergio Musmeci, molto innovativo, che proponeva una soluzione tensostrutturale anziché le classiche proposte a tipologia sospesa o a travata con/senza appoggi intermedi. -1971: legge 17/12 n°1158 sulla creazione di una società concessionaria per la progettazione (disattendendo quindi il concorso), realizzazione e gestione del ponte. -1981: dopo l'approvazione data dal governo Cossiga nel '79 si crea la Società Ponte sullo Stretto. Lo stesso anno avviene la morte di Musmeci. -1992: si arriva ad un progetto definitivo che non considera la soluzione tensostrutturale ma prevede un ponte sospeso a campata unica. - 2011: aggiornamento e revisione del progetto definitivo, che comunque resta ancorato a quanto ideato nel 1992. -2023: elaborazione, da parte del Comitato Tecnico Scientifico in seno alla Società Ponte sullo Stretto, di 68 raccomandazioni al progetto definitivo, da attuarsi in fase esecutiva. Da qui gli sviluppi recenti che ben conosciamo.
Tornando all'intervista al Prof. Borri, appare quantomeno "strano" il suo sostegno alla soluzione del '92 con successive evoluzioni, alla luce di quanto da egli stesso elaborato a fine anni 90 in un articolo (e sicuramente in altri contesti accademici che non sono riuscito a reperire). L'articolo è firmato assieme al Prof. Spinelli dell'Università di Firenze e al Prof. Massimo Majowiecki dell'Università di Bologna (mi preme sottolineare che Majowiecki è uno dei massimi esperti mondiali in campo delle strutture e tensostrutture, si pensi che, ad esempio, è stato progettista di diversi ponti, delle tende cardo-decumano all'EXPO 2015 - tensostrutture complesse - e delle strutture in grado di sorreggere la "nuvola" di Fuksas all'EUR di Roma) e sullo stretto si prende in considerazione anche la proposta Musmeci, ritenendola, con i dovuti accorgimenti, una soluzione applicabile che permetterebbe di offrire delle riserve di garanzia ad un modello prettamente matematico-teorico e passibile di problemi pratici.
Certo, l'evoluzione nel corso degli anni c'è stata, come afferma il Prof. Borri parlando degli acciai, con la produzione di acciai ad altissimo limite di snervamento, i cosiddetti acciai altoresistenziali. Anche nel campo della cavistica, dei calcestruzzi, delle armature, degli smorzatori e dei dispositivi di calcolo il progresso c'è stato tanto, da arrivare a ponti a campata unica di 2.000 metri ,considerando i ponti stradali e 1.500 metri considerando i ponti stradali e ferroviari. Tuttavia il "salto" è ancora notevole, che siano 1.300 metri o 1.500 da coprire. Borri avvalora la fattibilità, ma ad inizio intervista menziona un fattore di incertezza e cioè che anche con gli strumenti disponibili ad oggi, lo stacco tra modello teorico e realtà pratica potrebbe essere molto elevato. Posta questa variabilità, perché allora non riprendere in esame il modello Musmeci, colpevolmente trascurato nel preliminare e nel successivo definitivo uscito nel 1992?
Nel frattempo è vero che la normativa è mutata (la prima normativa antisismica moderna in Italia risale al 1976, ma solo con il DM 96 e con le Norme Tecniche per le Costruzioni si arriverà a qualcosa di più concreto), però il discorso si applica anche al progetto definitivo "bellissimo" sposato da Salvini, tanto più che gli aggiornamenti ad esso dovranno essere fatti in esecutivo seguendo le 68 raccomandazioni. Il professore si limita (giustamente dal punto di vista professionale) a dire, all'incirca, "dal mio punto di vista si può fare per questi motivi", ma non va a toccare i fattori economici che non gli competono. Però sbaglia quando afferma che ormai tutto il mondo adotta questo tipo di impalcato, l'impalcato "Messina": i ponti a grande luce che lo fanno non mi risulta abbiano le corsie ferroviarie (previste ma poi realizzate in altre soluzioni ad esempio tunnel o, quando mantenute, previste per essere realizzate in futuro, la prima se non erro è ipotizzata verso fine anni 20 e con una luce pari alla metà del ponte sullo Stretto). Chiariamolo una volta per tutte: il ponte non sarà innovativo, non sarà utile ma è una certezza in fatto di slogan ed è stato e sarà una iattura per i conti pubblici.

1 ottobre 2025