Il socialimperialismo cinese alla ricerca della supremazia nei mercati internazionali
Con la nuova rotta artica la Cina di Xi potenzia i suoi commerci
La nave Istanbul Bridge, una gigantesca portacontainer della lunghezza di 294 metri, è salpata lo scorso 20 settembre dal porto cinese di Ningbo-Zhoustan, nella costa centrale della Cina, per seguire un tragitto destinato a rivoluzionare il commercio marittimo globale: infatti in un viaggio destinato a durare 18 giorni costeggerà, dirigendosi verso nord, le coste orientali del Giappone, la penisola russa della Kamčatka, le coste russe del Pacifico settentrionale fino allo stretto di Bering da dove, dirigendosi verso occidente, entrerà nel Mar Glaciale Artico costeggiando le coste settentrionali della Siberia, della Russia e della Norvegia per poi entrare nel mare di Norvegia, nel Mare del Nord e giungere nel porto inglese di Felixstowe, e attraccare successivemente nel porto olandese di Rotterdam, in quello tedesco di Amburgo e in quello polacco di Danzica.
Anche se in passato tale rotta artica che collega l'Asia orientale all'Europa– denominata “passaggio a nord-est” - è stata sporadicamente praticata nei periodi estivi da imbarcazioni con scopi scientifici e di ricerca e, ultimamente, anche da imbarcazioni commerciali, è la prima volta nella storia che una nave di così grandi dimensioni affronta una simile impresa e, come si vedrà, inaugura una rotta regolare di navigazione commerciale, dimostrando che lo scongelamento dei ghiacci rende competitivi i tempi dell’invio di merci e dimezza nel caso specifico la distanza, e i tempi, rispetto al passaggio per Suez.
Così la Cina socialimperialista di Xi Jinping, oltre ad assicurarsi un primato che resterà nella storia della navigazione, fa un ulteriore passo in avanti nella ricerca della supremazia nei mercati internazionali potenziando i suoi commerci e inaugurando la rotta artica tra Cina ed Europa: la compagnia marittima cinese Haijie che utilizza la nave Istanbul Bridge, infatti, ha annunciato che l'impresa di questa portacontainer inaugura ufficialmente la rotta definita “China-Europe Arctic Express” con la quale ogni nave porterà 4.890 containers standard dal porto commerciale più grande del mondo, quello cinese di Ningbo-Zhoustan, a uno dei più importanti della Gran Bretagna e dell'intero Mare del Nord, quello di Felixstowe, in un tempo di appena 18 giorni, la metà di quanto sarebbe necessario per percorrere la rotta che attraversa l’Oceano Indiano, il Canale di Suez ed il Mediterraneo prima di arrivare nel Mare del Nord.
La Cina potrà quindi essere ancor più competitiva riguardo alle merci dirette in Europa, con costi più bassi di trasporto e tempi più rapidi di consegna delle merci cinesi destinate al mercato europeo per le festività di fine anno, con ricadute positive a pioggia per la distribuzione sui mercati.
Inoltre l’armatore cinese, furbescamente e certamente con la regia dell'onnipresente Xi Jinping, ha deciso di attraversare l’Artico senza fare scalo nei numerosi porti russi, dimostrando attenzione per il tema delle sanzioni internazionali contro Mosca al fine di evitare ripercussioni dai Paesi europei, verso i quali sono dirette le merci.
Il governo socialimperialista cinese, del resto, ha creato a supporto di tale rotta artica un Centro di sostegno per la navigazione nel Mare Settentrionale presso il Ministero dei Trasporti, che monitora attraverso una rete di sofisticati satelliti le acque dell’Artico per identificare i ghiacciai e indicare la rotta.
La compagnia di navigazione Haijie ha annunciato che il viaggio inaugurale della nave Istanbul Bridge è l'unico di quest'anno, ma che dall'anno prossimo la navigazione regolare inizierà a luglio per finire a novembre, nel periodo nel quale lo scioglimento parziale dei ghiacci consentirà il tragitto.
La nuova rotta inaugurata dalla Cina, peraltro, non è priva di risvolti negativi sull'ambiente, perché Andrew Dumbrille, consigliere di Clean Arctic Alliance (un'organizzazione che raggruppa 24 associazioni ecologiste che si occupano della protezione del Mar Glaciale Artico) ha lanciato l'allarme per un possibile aumento dell'inquinamento in un luogo finora preservato da tale fenomeno sia per la sostanziale assenza di navigazione sia per la scarsità di popolazione che vive nelle coste adiacenti l'Artico.
1 ottobre 2025