Indagato per corruzione Ricci, candidato per il “centro-sinistra” nelle Marche
È accusato di affidamenti diretti a due associazioni culturali

Lo scorso 22 luglio Matteo Ricci, europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Pesaro nonché lo sconfitto candidato del “centro-sinistra” alla presidenza della Regione Marche, ha reso noto attraverso un breve video pubblicato sulla sua pagina di Facebook che la Procura della Repubblica di Pesaro gli aveva notificato un avviso di garanzia. L'accusa è di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio relativa al periodo tra il 2019 e il 2024, quando Ricci era sindaco della città marchigiana, e riguarda una serie di affidamenti diretti del Comune di Pesaro nel settore delle manutenzioni, il più noto dei quali riguarda la realizzazione della scultura in piazza Gabriele D’annunzio, sul lungomare cittadino, raffigurante il casco del noto motociclista Valentino Rossi.
In totale la Procura contesta a Ricci appalti per circa 600 mila euro, assegnati soprattutto a due associazioni denominate Opera maestra e Stella polare, presiedute da un unico soggetto, Stefano Esposto, anche egli indagato: secondo la ricostruzione dei magistrati marchigiani, infatti, Ricci avrebbe promosso tali affidamenti diretti non per reali necessità amministrative a vantaggio della città ma solo ed esclusivamente allo scopo di ottenere un ritorno d’immagine tale da consentirgli di candidarsi alle elezioni per il Parlamento europeo che si sono svolte nel giugno del 2024 e di essere effettivamente eletto.
Sono numerosi gli atti amministrativi concernenti affidamenti diretti contestati dalla Procura di Pesaro tra il 2019 e il 2024, come la determinazione relativa alle opere di allestimento per la capitale della cultura (si ricordi che Pesaro è stata capitale italiana della cultura nel 2024), quella concernente la manutenzione straordinaria di pitture urbane, quella sull'opera d'arte realizzata in onore delle vittime del Covid e quella inerente una pittura del volto di Liliana Segre, che ha vissuto per un lungo periodo a Pesaro, opera quest'ultima contabilizzata a bilancio come manutenzione idrica. Quanto alla scultura dedicata a Valentino Rossi e costata quasi 54 mila euro, la relativa determinazione amministrativa era nascosta dalla testuale dicitura “lavori di manutenzione straordinaria piazzale D’annunzio con riqualificazione aree verdi”. Anche l'organizzazione di numerose feste ed eventi sia precedenti sia contestuali al periodo in cui Pesaro è stata capitale italiana della cultura sono sotto osservazione da parte dei magistrati.
In totale le due associazioni Opera Maestra e Stella Polare, secondo la ricostruzione della Procura, hanno incassato oltre 500 mila euro dal Comune in poco meno di cinque anni e Ricci, sempre secondo i magistrati inquirenti, era pienamente consapevole non solo dell'oggettiva inutilità delle opere ma anche del fatto che le due associazioni erano state ideate e fondate strumentalmente per l’assegnazione di affidamenti diretti con il conseguente vantaggio, anche non economico, che ne derivava allo stesso Ricci.
Ricci ed Esposto non sono gli unici indagati, perché ci sono anche Franco Arceci, ex capo di gabinetto di Ricci, Massimiliano Santini, ex consigliere comunale del Pd e stretto collaboratore di Ricci, e altre 20 persone tra impiegati comunali e privati.
Una parte dei soldi pagati dal Comune di Pesaro alle due associazioni, sostiene la Procura, sono finiti nelle tasche di Santini: i magistrati infatti contestano due bonifici da 22.500 euro ciascuno da parte di Opera Maestra a Santini come “pagamento per utilizzo marchio e gestione format evento Palio dei Bracieri”, che quest'ultimo aveva ceduto all’associazione Opera Maestra dopo che questa era risultata aggiudicataria per l’organizzazione dell’evento. Ma non è tutto, in quanto Opera Maestra ha sostenuto spese per oltre 57 mila euro a favore di Santini per una sua casa, diversi soggiorni in varie strutture per lui, la famiglia e altri ospiti, per noleggio di attrezzature sciistiche, acquisto di un telefono cellulare, acquisto di mobili di arredo. Santini inoltre, sempre secondo la ricostruzione della Procura, ha direttamente utilizzato, anche all’estero, una carta di credito intestata a Opera Maestra effettuando spese per oltre 4.700 euro.
La posizione di Ricci si è ulteriormente aggravata a seguito di un'intervista che Massimiliano Santini ha rilasciato al quotidiano la Verità, da quest'ultimo pubblicata il 5 agosto scorso: Santini afferma che Ricci utilizzava una sua abitazione, finita anch’essa al centro dell’inchiesta, sostiene che Ricci faceva pressione a tutti i livelli negli uffici del Comune di Pesaro affinché le opere e gli eventi finiti sotto inchiesta venissero compiuti nel più breve tempo possibile e, cosa finora negata da Ricci ai magistrati che nel frattempo lo hanno interrogato, afferma che l'eurodeputato del pd conosceva bene Esposto, il titolare delle due associazioni finite sotto inchiesta.
Tutto ciò avvalora la ricostruzione dei magistrati, per i quali Ricci ha ottenuto numerosi vantaggi da opere oggettivamente inutili per la città da lui amministrata ma vantaggiose soltanto per la sua immagine, e questo spiega la sua sollecitudine. Se poi i magistrati dimostrano che egli traeva vantaggio da un'immobile di proprietà del Santini che era a sua volta ampiamente foraggiato da associazioni create ad arte da Esposto, e se infine dimostrano che egli addirittura conosceva lo stesso Esposto, è la stessa logica che rende Matteo Ricci pienamente responsabile per tali gravissimi fatti.
E che i fatti di Pesaro siano assai gravi lo dimostra l'intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione, la quale con una delibera del 26 marzo 2025 – quattro mesi prima che lo stesso Ricci rendesse noto l'avviso di garanzia che lo riguarda - aveva espresso riserve e censure sulle discutibili iniziative della giunta presieduta da Matteo Ricci.
Ecco che candidato il “centro-sinistra” pretendeva di far eleggere a presidente della regione Marche.
 
1 ottobre 2025