Piazze piene contro il genocidio del popolo palestinese e a sostegno della Flotilla
Occupate scuole e Università. Bloccati porti, aeroporti, autostrade e ferrovie. A Torino apre il corteo lo striscione: "Fermiamo il terzo Reich israeliano che ammazza donne e bambini". A Ischia il PMLI tra gli organizzatori del corteo
Puntuali le manganellate meloniane
La mobilitazione nazionale “Cento piazze permanenti per Gaza”, lanciata da Usb, Global Movement for Gaza, Movimento Studenti Palestinesi In Italia – UDAP - Giovani Palestinesi In Italia - Associazione Dei Palestinesi In Italia - Comunità Palestinese In Italia, dilaga in tutta la penisola con centinaia di cortei, manifestazioni, presidi, occupazioni di piazze, scuole e università e blocchi stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali.
Dopo lo sciopero generale del 22 settembre altre decine di manifestazioni spontanee si sono svolte in vista della manifestazione nazionale del prossimo 4 ottobre a Roma. Da Roma a Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Pisa, Livorno, Ancona, Trieste, Bari, l'elenco delle iniziative si allunga di ora in ora e si allarga a tanti altri capoluoghi di provincia e di regione, città e piccoli centri del Nord, Centro e Sud Italia.
Al grido: “Per la Palestina e per la Global Sumud Flotilla. Non possiamo più stare fermi. Occupiamole tutte!” si stanno mobilitando anche gli studenti promuovendo assemblee, presidi e occupazioni in vari istituti.
Il PMLI ha partecipato attivamente a questa mobilitazione e per le cronache pertanto rimandiamo ai servizi curati dalle redazioni e corrispondenti locali relativi a
Ischia
, Milano
, Biella
, Genova
, Empoli
, Perugia
e Catania
.
A Roma
il 24 settembre la prima scuola ad essere occupata è stato l’istituto Cine e Tv Rossellini: “Il nostro intento – spiegano gli studenti del Collettivo studentesco di Opposizione Studentesca d'Alternativa (Osa) - è quello di denunciare quanto sta accadendo in Palestina. Un genocidio che non può non essere fermato e che ha la complicità del governo italiano (e non solo, ovviamente). Non potevano non mobilitarci dopo quanto accaduto alla Flotilla e abbiamo deciso di agire. Vogliamo che questo diventi un movimento più ampio che affronti i temi dei nostri tempi".
Il 29 settembre è stato occupato anche il Cavour, il liceo scientifico più antico d’Italia, a due passi dal Colosseo. All'ingresso gli studenti hanno appeso un grande striscione con su scritto “Cavour occupato: blocchiamo tutto contro lo Stato terrorista di Israele”.
“L'occupazione del Cavour - si legge in una nota diffusa dal Collettivo Osa - è un altro miglio percorso dall'equipaggio di terra, che con la continua mobilitazione sostiene la navigazione della Global Sumud Flotilla verso Gaza per rompere il blocco navale di Israele”. Dopo il Rossellini, il Cavour risponde al grido di ‘occupiamole tutte’, per far sì che le scuole siano un baluardo nella solidarietà alla Palestina affianco ai portuali e ai lavoratori che hanno paralizzato l'Italia il 22 settembre”.
A Torino
, dopo i tre cortei che hanno attraversato la città nei giorni scorsi, sono già cinque i licei occupati o in autogestione.
Dal Primo Artistico all'Einstein, dal Gioberti all'Alfieri e Galfer, gli studenti si stanno mobilitando per la Palestina con un messaggio politico chiaro: “Non possiamo più stare fermi”.
Al Primo Liceo artistico è già in corso l’occupazione. Al liceo Einstein, con un piccolo corteo intorno alla sede di via Pacini, il collettivo sta facendo pressioni per chiedere di fare autogestione. “Einstein bloccato, All eyes on Flotilla” si legge sullo striscione in testa al corteo. Al liceo classico Gioberti hanno annunciato quattro giorni di occupazione con laboratori dedicati alla Palestina: “Non ci hanno dato l’assemblea di istituto e ce la siamo presa” spiegano i ragazzi. Al liceo classico Alfieri e allo scientifico GalFer l'autogestione è appena iniziata perché “Di fronte al blocco degli aiuti non possiamo più stare fermi, mostriamo sostegno alla Global Sumud Flotilla con un atto fortemente politico come l’occupazione”.
In lotta anche gli universitari, Tra i primi a muoversi gli universitari di Genova
che dal 23 settembre hanno occupato il Rettorato dell’Università e si sono riuniti in assemblea permanente “Come equipaggio di terra dobbiamo rilanciare la lotta” per preparare l'occupazione dell'Ateneo.
Nel resto del Paese il 27 settembre si è svolto lo sciopero del trasporto aereo indetto dai sindacati di base Usb e Cub che ha bloccato gli aeroporti di Milano Malpensa, Torino Caselle, Firenze Peretola, Napoli Capodichino e Roma Fiumicino
.
Mentre nelle città portuali con alla testa Genova, Livorno, Ravenna, Taranto, Massa Carrara, Trieste, Napoli, Venezia, Ancona
i lavoratori continuano a bloccare le banchine e le navi cariche di armamenti, carburanti, merci e macchinari bellici dirette in Israele.
A Torino
, per la quarta volta in meno di una settimana, migliaia di manifestanti, fra cui anche molte donne con bambini al seguito, hanno paralizzato per oltre sei ore la città e il traffico intorno all'aeroporto. Molti automobilisti e persino l’autista di un bus fermo sulla provinciale per Caselle hanno solidarizzato coi manifestanti.
Il corteo era organizzato dal coordinamento “Torino per Gaza” con la parola d'ordine “Blocchiamo tutto, blocchiamo l’aeroporto”. E così è stato. Il corteo con alla testa lo striscione “Fermiamo il Terzo Reich israeliano che ammazza donne e bambini” è partito da Torino per raggiungere l'aeroporto lungo la provinciale.
Un secondo corteo composto da decine di “ciclisti” avvolti nelle bandiere della Palestina, sono riusciti a imboccare il raccordo autostradale per Caselle, mandando in tilt il traffico. Nel frattempo, a Borgaro Torinese, un terzo corteo ha attraversato un campo di mais e ha raggiunto la sede della multinazionale Leonardo e le recinzioni dell’aeroporto. Bloccata per oltre un'ora anche la superstrada e ogni accesso all’aeroporto di Caselle.
“All’interno della Leonardo – hanno denunciato i manifestanti - si sviluppano droni, sistemi di sorveglianza e strumenti di cybersicurezza. Strumenti di guerra venduti e forniti a Israele... Bloccarla significa fermare l’invio di armi e interrompere il massacro a Gaza. Più saremo e più difficile sarà fermarci”.
Puntuale anche questa volta è arrivata la brutale repressione del governo neofascista Meloni con le “forze dell’ordine” che a suon di manganellate, lacrimogeni e idranti hanno bloccato il grosso dei manifestanti lungo la provinciale impedendogli di raggiungere l’aeroporto e la fabbrica di morte.
La giornata di lotta si è chiusa in Piazza Castello, dove è in corso il Salone dell’auto, e dove i manifestanti hanno sciolto il corteo al grido: “Non ci fermeremo, ci vediamo il 4 ottobre a Roma”.
A Ischia
nel pomeriggio del 26 settembre centinaia di manifestanti sono sfilati in corteo dietro lo striscione “Ischia dice stop al genocidio del popolo palestinese”. Da Piazza Antica Reggia il corteo ha attraversato le strade principali del centro, passando per via Roma, corso Vittoria Colonna, via Pontano e via Luigi Mazzella, per concludersi sul piazzale Aragones.
In prima fila la Cellula dell’isola d’Ischia “Il Sol dell’Avvenir” del PMLI e l’associazione vicina al nostro Partito “Iskra” che, attraverso l’impegno del compagno Gianni Vuoso, sono stati gli organizzatori e animatori della manifestazione.
A Livorno
il presidio indetto dai portuali dell’usb, Filt Cgil e Uiltrasporti ha impedito l’approdo della “Slnc Severn”, nave battente bandiera Usa diretta alla base americana della vicina Camp Darby, protagonista del trasporto dei bulldozer Caterpillar che Israele usa per spianare gli insediamenti palestinesi, a Gaza e in West Bank.
A Roma
il 25 settembre centinaia di manifestanti sono sfilati in corteo dietro lo striscione “Blocchiamo tutto” da Piazzale Flaminio fino alla Farnesina. Alla manifestazione organizzata dal Global Movement to Gaza Italia, "per la global Sumud Flotilla, contro il genocidio a Gaza" hanno preso parte la Comunità palestinese romana, i movimenti studenteschi di Cambiare Rotta e Osa e alcuni collettivi scandendo cori per la Palestina e contro il governo e invocando lo sciopero generale. Una delegazione di manifestanti ha consegnato ai funzionari del ministero degli Esteri la diffida della Flotilla al governo italiano.
Maya Issa, presidente degli studenti palestinesi, e alcuni manifestanti sono intervenuti per fermare il lancio di palloncini pieni di vernice contro lo schieramento di polizia.
A Genova
occupato il valico 3 del porto, dove sono state raccolte le oltre 300 tonnellate di aiuti umanitari destinate a Gaza e caricate in parte sulla Flotilla. Il 27 settembre si è svolta anche una nuova fiaccolata indetta dalla ong Music for Peace. A partire dal 26 settembre si è svolta la due giorni di assemblea transnazionale: “I portuali non lavorano per la guerra” convocata dall’Usb insieme a delegazioni da Spagna, Francia, Grecia, Cipro, Paesi Baschi, Slovenia e Germania. All'assemblea hanno preso parte anche il sindacato palestinese Pnftu e lavoratori di Marocco e Turchia collegati in video conferenza.
Nel corso dell'assemblea il coordinamento dei portuali che “non lavorano per la guerra” ha annunciato una giornata internazionale di agitazione negli scali marittimi dell’Ue.
In Campania
la Filt-Cgil ha ha ribadito “il rifiuto assoluto di ogni coinvolgimento dei porti della regione nello sterminio del popolo palestinese”. Il sindacato ha chiesto inoltre all’Autorità portuale, alle capitanerie, alla regione “di prendere posizione e assumersi le proprie responsabilità”.
Il 25 settembre a Livorno
è stato impedito l’attracco della nave statunitense Sls Svern, che risultava carica di armi dirette in Israele. Lo ha comunicato la Filt Cgil aggiungendo che, nel caso in cui l’imbarcazione facesse rotta verso un nuovo porto, saranno pronti a respingerla anche lì.
A Trieste
l’Usb ha annunciato l’attracco della nave Msc Melani III, proveniente dal porto israeliano di Ashdod e in rotta verso Haifa dopo gli scali a Ravenna e Venezia. Per questo il sindacato ha convocato a partire dal 26 settembre lo sciopero generale del porto di Trieste, chiedendo alla cittadinanza di bloccare i valichi già dalle prime ore del mattino.
A Taranto
il 24 settembre i manifestanti in presidio davanti alla raffineria Eni hanno bloccato l’arrivo dalla Grecia della petroliera Seasalvia attesa nel porto per rifornirsi di 30 mila tonnellate di carburante destinato all’aviazione israeliana.
A Spoleto
, in un corteo Cgil per la pace, ha sfilato anche il leader Cgil Maurizio Landini: «Bisogna smettere di far finta che non siamo in guerra, l’economia di guerra è già partita».
Il 27 settembre un corteo molto partecipato è partito dal centro di Grottaglie (Brindisi)
e ha raggiunto lo stabilimento della fabbrica di armi Leonardo.
A Milano
Piazza della Scala è stata occupata da alcuni manifestanti e ribattezzata piazza Gaza. “Chiediamo al sindaco Sala di sciogliere il gemellaggio della città di Milano con Tel Aviv, dando un segnale politicamente tangibile di rifiuto delle violenze messe in atto dal colonialismo sionista”. Il presidio resterà attivo almeno fino al 4 ottobre.
Lo stesso a Roma
dove piazza dei Cinquecento, davanti la stazione Termini, si sta riempiendo di tende e di centinaia di manifestanti in presidio permanente.
A Milano Malpensa
la mattina del 26 settembre è stata bloccata l’area cargo da dove partono gli aerei con materiale bellico per Israele. I manifestanti prima si sono riuniti in presidio di fronte al Terminal 1 e poi, marciando compatti in corteo dietro lo striscione con la scritta a caratteri cubitali “Nemmeno un chiodo per Israele. Milano con la Resistenza palestinese e la Flotilla”, si sono spostati a Cargo City, dove hanno bloccato per tutta la mattinata l’ingresso Nord. In totale sono stati 49 i voli cancellati nello scalo del Varesotto e 22 a Linate.
Nel pomeriggio è stato bloccato anche l’aeroporto di Linate e in serata la protesta si è poi spostata in Piazza della Scala per dare il via alle “Cento Piazze permanenti per Gaza” con un presidio permanente per tenere sempre alta l'attenzione sulla Palestina e la Flotilla.
A Napoli
i manifestanti armati di striscioni e bandiere e al grido “fuori sionisti dalla città” hanno protestato davanti all’aeroporto di Capodichino
e urlato slogan antisionisti all’atterraggio di un volo arrivato da Israele.
A Bari
centinaia di studenti universitari si sono riuniti in presidio il 24 settembre in Piazza Prefettura al grido: “Free Palestine” in seguito all'ennesimo attacco contro la Global Sumud Flotilla.
“Ce lo impone la realtà – ha detto Gabriele Tedesco, rappresentante di Udu Link – Noi continueremo a mobilitarci finché le cose non miglioreranno. In quanto studenti abbiamo lanciato un appello, raccogliendo la piena adesione dell’Università di Bari, che nei giorni scorsi ha riconosciuto il valore della missione umanitaria”.
Migliaia di manifestanti sono sfilati in corteo a Padova
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A Caserta
, durante la manifestazione, alcune studentesse hanno indossato abiti e veli neri, in segno di lutto, recando in braccio un piccolo feretro avvolto in una bandiera che simboleggiava un neonato ucciso.
A Cagliari
è stata esposta la bandiera palestinese in Comune.
Migliaia di manifestanti sono scesi sono scesi in piazza anche a Padova, Verona, Venezia, Chieti
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Cortei di migliaia di manifestanti si sono svolti anche a Mestre, Firenze, Alessandria, Campobasso, Trieste, Pisa, Ancona e Bologna.
1 ottobre 2025