Genova: Paralizzati porto e rettorato e un primo corteo con migliaia di manifestanti. Bloccato il casello Genova Ovest. 40 mila manifestano per lo sciopero generale della Cgil e dei sindacati di base. Poi ancora un corteo e infine l'occupazione dei binari ferroviari

Dal corrispondente di Genova de “Il Bolscevico”
A Genova le mobilitazioni a seguito dell’aggressione e la successiva e criminale deportazione in un carcere degli attivisti della Global Sumud Flotilla, in attesa di essere espulsi o processati, verificata in acque internazionali sono scattate subito dopo che è cominciata a circolare la notizia dell’abbordaggio.
I portuali del CALP e gl attivisti USB hanno bloccato immediatamente vari accessi del porto: varco Albertazzi, varco Etiopia e varco dei Mille. A dare sostegno a questa iniziativa di lotta sono poi giunti, in corteo, gli studenti già impegnati, dal 23 settembre, ad occupare il Rettorato dell’Università. Sempre in serata oltre tremila manifestanti si sono raccolti, con centinaia di bandiere palestinesi, in piazza de Ferrari. Altre centinaia, organizzate da Music for Peace, hanno bloccato, con un presidio, via Balleydier e via di Francia (strade situate in prossimità della loro sede). Mentre nei pressi del porto circa un migliaio di determinati manifestanti antifascisti, antimperialisti e antisionisti, al grido di Free free Palestine e intonando più volte Bella ciao, hanno acceso, utilizzando copertoni e bancali di legno, un falò bloccando, per qualche ora, il casello autostradale di Genova Ovest.
Alla manifestazione del 3 ottobre indetta da CGIL, Usb, Cub e altri sindacati di base, hanno partecipato circa 40.000 manifestanti, un autentico serpentone che, partito dal Terminal Traghetti, ha percorso l’intera sopraelevata. All’altezza di piazza Cavour il corteo è rientrato nella città vecchia e al grido “Genova sa con chi stare, Palestina libera dal fiume al mare” ha raggiunto piazza de Ferrari colmandola come poche volte si è visto.
Da una postazione improvvisata hanno preso la parola il segretario dell’ANPI Massimo Bisca e il Segretario generale della CGIL Genova Igor Magni. Entrambi sono intervenuti sul genocidio in Palestina, in difesa degli attivisti della Global Sumud Flotilla e sul vergognoso e complice comportamento genocida tenuto dal governo italiano della Meloni; un dato, non sono riusciti a definirlo neofascista.
Ma Genova non si è accontentata. Altro corteo organizzato da Usb, Cub e Calp è partito, nelle prime ore del pomeriggio, dal presidio tenuto già dall’intera mattinata, dal varco Albertazzi. Un corteo molto vivace, molto più combattivo rispetto a quello della mattinata organizzato dalla CGIL. Fonti sindacali hanno chiarito che le due iniziative di lotta non erano in contrasto o in conflitto fra loro, ma avevano l’obiettivo di bloccare la città per urlare insieme e ancora più forte, no al genocidio e per chiedere l’intervento del governo per fare rientrare gli equipaggi della Flotilla.
Varie migliaia di antifascisti, di antimperialisti e di antisionisti hanno percorso rumorosamente le strade in direzione della stazione di Genova Principe. Simile a una marea i manifestanti hanno invaso l’atrio della stazione, sono scesi all’interno, a migliaia sono calati sui binari e hanno bloccato per ore il traffico ferroviario in entrambe le direzioni.

8 ottobre 2025