Criminale e intollerabile aggressione militare israeliana contro la spedizione umanitaria
Viva la vittoriosa missione di Flotilla!
Abusi agli attivisti arrestati. Il governo Meloni si congratula con Netanyahu per le modalità d'abbordaggio. Solidarietà senza precedenti dalle piazze. Un'altra Flotilla in rotta verso Gaza
Il PMLI denuncia con un immediato Comunicato stampa l'aggressione israeliana e la complicità di Meloni

Alle due del pomeriggio del due ottobre, il ministero degli Esteri israeliano ha rotto il silenzio dello Yom Kippur comunicando al mondo che “La provocazione Hamas-sumud è finita”. L'abbordaggio della marina sionista di Tel-Aviv era iniziato nella tarda serata del giorno precedente quando l'operazione navale israeliana ha dato il via a uno degli abusi del diritto internazionale più evidenti della storia moderna, mostrato in una diretta sui social dalle navi di Flotilla senza precedenti.
“Nessuno degli yacht di provocazione di Hamas-sumud – ha gridato il ministro nazisionista - è riuscito nel suo tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva o di violare il legittimo blocco navale”.

L'abbordaggio della Marina israeliana
“Se guardate questo video, significa che l’occupazione sionista ha rapito me e i miei colleghi prima che raggiungessimo Gaza... Chiedo al mio paese e a tutte le organizzazioni internazionali e agli organismi per i diritti umani di intervenire per garantire il mio rilascio e quello dei miei colleghi della Global Sumud Flotilla (GSF)”. Queste invece sono le parole di Ghassan al Hanshiri, membro del comitato di gestione della GSF, pronunciate a bordo della barca Deir Yassin pochi minuti prima dell'aggressione militare israeliana. Le prime di tante dello stesso tono usate in seguito dagli altri attivisti a bordo delle navi alla vigilia del brutale abbordaggio.
Per 12 ore, le immagini dei militari israeliani che salivano a bordo armati di mitra e degli attivisti con le mani alzate e il giubbotto salvagente indosso hanno occupato il web di tutto il mondo, ed in particolare quello italiano, dove milioni e milioni di manifestanti hanno risposto alle immagini con messaggi di rabbia verso Israele e la sua impunità, e di solidarietà verso gli equipaggi in arresto.
Israele, pur di fronte ad una flotta dal puro carattere umanitario, ha impiegato le sue forze di combattimento migliori per realizzare l'ennesimo abuso di stampo nazista, ed i civili, disarmati e pacifici, sono stati accerchiati e sequestrati dai commando della Shayetet 13, della Missile Ship Fleet e dell’unità di sicurezza navale Snapir, in una vera e propria azione di guerra nella quale sono stati usati anche cannoni ad acqua e granate assordanti contro le navi della GSF.
Immediatamente il PMLI, attraverso un Comunicato del suo Ufficio stampa, ha condannato l'aggressione militare israeliana unitamente alla complicità del governo. Meloni, e il cui testo pubblichiamo a parte.

Violenze e abusi sugli attivisti arrestati
Una volta arrestati, la polizia e i funzionari del dipartimento israeliano dell’immigrazione hanno iniziato immediatamente a identificare i circa 450 attivisti senza attendere l'arrivo dei 15 avvocati del centro per i diritti umani Adalah di Haifa incaricati dalla GSF dell’assistenza legale, e senza alcun contatto consolare proprio perché dei consoli annunciati anche da Roma, all'arrivo delle imbarcazioni della Marina israeliana cariche di attivisti al porto di Ashdod, non v'era traccia.
A parte il senatore Marco Croatti, le eurodeputate Annalisa Corrado e Benedetta Scuderi, ed il deputato Arturo Scotto già rientrati in Italia, gli arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Ketziot, nel bel mezzo del deserto del Negev, una struttura salita alla ribalta delle cronache israeliane e mediorientali per numerose e costanti testimonianze che hanno portato Oded Feller, un avvocato dei diritti civili, a definirlo “campo di tortura”, teatro ripetuto di trattamenti specifici riservati ai palestinesi definiti “terroristi” dal governo sionista.
Ed infatti, dopo i maltrattamenti subiti dai fermati durante l'abbordaggio, una volta sbarcati sono stati costretti a rimanere per ore ed ore accovacciati, senza cibo né acqua e sottoposti a continui insulti da parte delle forze militari sioniste che li sorvegliavano armati. Le molte testimonianze degli attivisti rientrati in Italia descrivono percosse, calci e minacce con armi da fuoco puntate addosso che l'esercito sionista ha sistematicamente inferto agli equipaggi catturati. Tutto ciò è stato confermato anche nella conferrenza stampa che i quattro deputati hanno rilascito al rientro in Italia.
D'altra parte il video nel quale il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, esponente dell’ala più estremista del governo Netanyahu e contrario al rilascio immediato, si rivolge agli attivisti definendoli a più riprese ”terroristi” mentre si compiace della cattura sfilando fra di essi come un gerarca nazista, parlava già chiaro.
Fra le tante, c'è la testimonianza del giornalista turco Ersin Celik che appena sceso dall'aereo che l'ha riportato ad Istanbul, ha denunciato i maltrattamenti subiti da Greta Thunberg, bendata, ammanettata, trascinata per terra, costretta a baciare la bandiera israeliana con la quale è stata avvolta come un vero e proprio trofeo di guerra, ed infine costretta a stare in piedi per lunghi periodi di tempo. L'attivista svedese era già stata arrestata lo scorso 7 giugno mentre veleggiava verso Gaza sulla Madleen finendo per essere espulsa col divieto di entrare in Israele per i prossimi cento anni. In una lettera inviata dal ministero degli Esteri di Stoccolma ai genitori di Thunberg e pubblicata dal britannico Guardian, si parla dela sua detenzione in una cella infestata da cimici, e del suo rientro in stato di disidratazione e cibo insufficiente.
A tutti gli arrestati, come ultimo ricatto, i militari israeliani hanno offerto “la scelta” tra l’espulsione nel giro di pochi giorni a condizione di firmare un documento in cui dichiarano di essere “entrati illegalmente in Israele”, oppure la detenzione nella prigione di Ketziot fino al giorno della deportazione in Europa sentenziata dai giudici sionisti.
Nel momento in cui scriviamo tutti gli attivisti italiani che erano a bordo della Flotilla risultano essere rientrati a Roma.

Continua l'impunità complice e criminale nei confronti di Israele
La condotta della marina israeliana nei confronti di Flotilla è stata un vero e proprio atto di pirateria e le modalità di stampo nazista. Anzitutto perché un “blocco navale” non può essere disposto da nessuno in acque internazionali, figuriamoci da chi non ha alcun diritto legittimo in quel braccio di mare.
La Marina israeliana infatti è intervenuta ben oltre le 12 miglia dalla costa di Gaza ed ha abbordato imbarcazioni che navigavano dichiaratamente per scopi umanitari sebbene nessun blocco, ancorché legittimo, può impedire il rifornimento di aiuti a una popolazione in difficoltà come quella di Gaza, tanto più che lo stesso esercito che blocca è anche quello che secondo l’ONU, sta utilizzando proprio la mancanza di cibo come ulteriore arma di guerra.
Ecco dunque che con questo blitz, alla lunga coda di sanzioni, infrazioni e crudeltà attribuite ad Israele ma rimaste solo sulla carta senza alcuna conseguenza pratica, si aggiungono anche i reati di violenza privata e sequestro di persona nei confronti degli equipaggi di Flotilla, che altro non sono che una briciola, seppur grave, nell'elenco dei crimini perpetrati dal boia Netanyahu e dal suo esercito sionista.
Ma il governo Israeliano non ha nessuna dignità, ed addirittura nega attraverso le parole dell'ambasciatore d'Israele Jonathan Peled e dello stesso Ben-Gvir, la presenza di merci di soccorso sulle barche di Flotilla. “La polizia sta cercando gli aiuti umanitari provenienti dalla provocazione Hamas-Sumud affinché possano essere trasferiti pacificamente a Gaza. L'unico problema: finora non hanno trovato molto. Come abbiamo detto, non si è mai trattato di aiuti. Si è sempre trattato di provocazione", ha affermato Peled in un post su X. Affermazioni false, respinte come "infondate" dalla portavoce del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia, in possesso di documenti e filmati (questi ultimi visti da tutto il mondo) che dimostrano inequivocabilmente il contrario.
Peraltro, questa affermazione del Ministro del genocidio, fa capire che le tonnellate di aiuti presenti sulle imbarcazioni la cui presenza è negata, non saranno mai distribuite alla popolazione di Gaza, e faranno compagnia alle altre accantonate ai confini dell'immenso ghetto da mesi e mesi.

Il governo Meloni bugiardo e complice
Di fronte al concretizzarsi dell'ultimo gigantesco abuso di Israele, il governo neofascista Meloni si è dichiarato soddisfatto del trattamento riservato da Israele alla Global Sumud Flotilla, e che ha privando i gazawi di indispensabili aiuti. Addirittura Tajani è arrivato a elogiare apertamente la Marina sionista durante gli abbordaggi sottolineando il fatto che non si sono registrati “atti di violenza o complicazioni”. Una negazione della realtà bella e buona, che si affianca all'arrampicata sugli specchi con cui l'ex militante del Fronte Monarchico Giovanile e braccio destro prima del mafioso Berlusconi e ora della Mussolini in gonnella Meloni ha cercato di legittimare il blocco navale: “Secondo me il blocco è una violazione del diritto. – ha affermato - Comunque quello che dice il diritto è importante fino a un certo punto”.
Se Tajani si barcamena provando a giustificare l'ingiustificabile, il neofascista Crosetto, Ministro della Difesa mente in maniera spudorata affermando durante la trasmissione razzista e populista Dritto e rovescio su Rete 4 che il blocco navale di Israele è legittimo, tanto che sarebbe considerato tale “dieci anni fa dalle Nazioni Unite, quando fu esercitato nei confronti di una barca turca e portò addirittura alla morte di dieci persone”, in pieno riferimento al contestatissimo rapporto Palmer.
Ma quello che Crosetto ha “dimenticato” di dire è che successivamente la Commissione d’inchiesta del Consiglio diritti umani dell’Onu, stabilì l'esatto contrario, affermando quindi l'illegalità del blocco israeliano in base all’articolo 33 della quarta Convezione di Ginevra. D'altra parte la menzogna, assieme alla codardia, è una caratteristica dei fascisti, e Crosetto, Tajani e Meloni, così come tutti i membri del governo italiano, non fanno eccezione.
A nostro avviso però il governo italiano non è semplicemente stato immobile nello svolgere il ruolo di tutela al quale è obbligato nei confronti degli attivisti italiani in missione e delle navi battenti bandiera italiana considerate da tutti i punti di vista territorio italiano, bensì si è reso complice a tutto tondo degli abusi di Israele perché da sempre, ed anche in questo frangente, lo continua ad aiutare e favorire anche dal punto di vista economico, commerciale e militare, nonostante le ordinanze della Corte Penale Internazionale.
Il governo Meloni nei fatti ha anche facilitato l'aggressione alla Flotilla disimpegnando l'ammiraglia Alpino a 150 miglia nautiche dalla costa di Gaza, in piene acque internazionali e senza alcun motivo formalmente valido. Sono chiari invece i motivi politici dell'abbandono, e cioè la scelta di non mettere il bastone fra le ruote di Israele, limitandosi ad una azione di pura facciata che ha sottoposto a grandi rischi i propri connazionali, in barba anche ai più basilari doveri costituzionali borghesi.

La grande solidarietà delle piazze italiane ed europee
Alla notizia dell'abbordaggio, la solidarietà popolare che ha accompagnato la Flotilla dall'inizio della sua missione, e più in generale la resistenza del popolo palestinese dall'avvio dell'ultima aggressione sionista, è esplosa immediatamente nelle piazze di tutta italia.
Centinaia di presidi spontanei, cortei autorganizzati, occupazioni di stazioni ferroviarie si sono materializzate fin dal tardo pomeriggio, protraendosi poi all'indomani quando anche gli studenti hanno fatto sentire la proprio vicinanza al popolo palestinese ed il loro sdegno al governo Meloni occupando numerose facoltà in tutto il Paese.
Mobilitazione che ha avuto il suo culmine nello sciopero del 3 ottobre di CGIL e sindacalismo di base che ha portato in piazza oltre due milioni di manifestanti in tutte le maggiori città italiane.
Manifestazioni di protesta si sono svolte anche in altre città d'Europa e di tutto il mondo, e significative sono state le dichiarazioni del premier irlandese Michael Martin che ha sottolineato l’illegalità dell’abbordaggio in acque internazionali, e della vicepremier spagnola Yolanda Diaz che ha definito le azioni israeliane un “crimine contro il diritto internazionale”. In Belgio, dove si è tenuto un presidio davanti all'Europarlamento, il ministro degli Esteri Maxime Prévot ha convocato l’ambasciatore israeliano mettendolo in guardia dall'ipotesi di voler considerare “terroristi” i suoi concittadini dati gli atti del governo sionista.

Un'altra Flotilla verso Gaza
Se la cinquantina di navi della Global Sumud Flotilla non sono più in mare, altre 45 navi civili contrassegnate dalle bandiere palestinesi e turche, sono salpate il 2 ottobre dal porto di Arsuz in Turchia, dirette anche loro verso Gaza per sostenere la causa della Global Sumud Flotilla. Questa spedizione congiunta tra Freedom Flotilla Coalition e la Thousand Madleen to Gaza composta da 8 navi partite da Catania ed Otranto, ha a bordo decine di attivisti, giornalisti, medici e infermieri, che danno una importantissima continuità all'enorme solidarietà internazionale ricevuta dalla prima spedizione.
“I nostri compagni sono stati attaccati dalle forze israeliane: siamo con voi, siamo dietro di voi. Questo non ci fermerà dal rompere l’assedio”, ha detto in un video due notti fa mentre attaccavano la Sumud, Huwaida Arraf, del comitato della coalizione della Freedom, sulla Coscience. “Questa nuova spedizione è la risposta all’intercettazione da parte di Israele del nostro convoglio”, si legge sull’account X della Global Sumud Flotilla.
Anche se terminata, la missione della Global Sumud Flotilla è comunque stata una missione vittoriosa. Se il suo scopo umanitario non è stato raggiunto, senz'altro lo è stato quello politico, e cioè la capacità di moltiplicare l'attenzione sul dramma palestinese, sensibilizzare i sinceri democratici e gli antimperialisti su una scala ancora più grande, ed anche stimolare all'azione i governi più sensibili che non riescono più a rimanere con le mani in mano di fronte ad un dramma di tale portata.
Inoltre la GSF ha avuto anche il merito di far capire ancora meglio di quale pasta è fatto non solo il governo sionista d'Israele che calpesta il popolo palestinese ed il diritto internazionale come se non esistessero, ma anche il governo Meloni che non solo continua ad essere complice del boia Netanyahu, ma che per lui è disposto anche a mettere a rischio l'incolumità degli stessi “italiani”, specie se sono antifascisti come gli equipaggi della Flotilla, lasciandoli alla mercé dei macellai dell'esercito sionista.
La mobilitazione di massa di queste settimane e in particolare di questi ultimi giorni per la Palestina e per la Flotilla, è certamente anche una mobilitazione contro il governo Meloni, e noi ci auguriamo che si trasformi presto in un movimento capace di buttarlo giù immediatamente, con la piazza, prima che faccia altri danni.
Tornando a ciò che sta accadendo in mare, tra pochi giorni anche la nuova Flotilla entrerà nella zona rossa in cui Israele ha fermato le precedenti missioni; ciò che però importa è che non si arrestano i tentativi di aprire un canale umanitario permanente verso le coste palestinesi, nonostante il sionismo assassino continui nel suo genocidio bombardando Gaza, occupandola via terra ed affamandola, isolandola dal resto del mondo e calpestando ogni diritto internazionale con la complicità sanguinaria dei governi imperialisti d'occidente.

8 ottobre 2025