Riuniti i generali delle forze armate Usa alla base dei Marines di Quantico, come fece Hitler nel 1937
L'imperialismo americano si prepara alla guerra mondiale
Trump: “Stiamo risvegliando lo spirito guerriero che ha vinto e costruito questa nazione”. Hegseth, segretario alla guerra: “Dobbiamo essere preparati alla guerra, non alla difesa. Combattiamo guerre per vincere, non per difenderci”.

Il 30 settembre 800 generali americani si sono ritrovati in una base dei marines a Quantico, in Virginia, per una “riunione strategica globale”. A convocarli, richiamandoli da tutto il mondo, era stato un ordine perentorio e con poco preavviso del segretario del ministero della Guerra, Pete Hegseth, per illustrare loro le 10 direttive della nuova amministrazione a cui l'esercito, la marina e le forze aerospaziali Usa si dovranno rapidamente conformare per essere pronte a combattere e vincere in ogni teatro, compreso quello della guerra mondiale. Dopodiché sono stati arringati da un intervento a sorpresa dello stesso presidente e Commander in chief , Donald Trump, che ha chiarito il quadro e gli obiettivi politici di una tale iniziativa senza precedenti nella storia recente degli Stati Uniti.
Obiettivi che sono essenzialmente due, secondo la visione del nuovo inquilino della Casa bianca. Il primo è quello di assicurarsi la completa fedeltà delle forze armate, che più che alla Costituzione repubblicana dovranno d'ora in poi rispondere direttamente a lui, come se fossero in tutto e per tutto la sua milizia personale di cui può disporre sia all'estero che all'interno del Paese. Il dittatore fascioimperialista non ha dimenticato infatti il “tradimento” dei generali che non vollero assecondare il suo tentativo di golpe del 6 gennaio 2020, e ha voluto quindi convocarli tutti al suo cospetto per costringerli ad una sorta di giuramento di fedeltà apostrofandoli con un: “O state con me o siete fuori”.
Già sull'aereo presidenziale che lo portava in Virginia Trump aveva anticipato l'antifona, dicendo ai giornalisti: “Abbiamo persone fantastiche, veri guerrieri. E quando non sono bravi, quando non li consideriamo i nostri guerrieri, sapete che succede? Diciamo: sei licenziato, vattene”. E quando, di fronte agli ufficiali che lo avevano accolto silenziosi e ancora sconcertati per l'inusuale convocazione, li ha apostrofati con sarcasmo dicendo “non sono mai entrato in una stanza così silenziosa prima”, e qualcuno di loro aveva osato ridere della “battuta”, li ha fulminati con queste parole: “Divertiti. Se vuoi applaudire, applaudi. Se vuoi fare tutto ciò che vuoi, puoi farlo. E se non ti piace quello che sto dicendo, puoi lasciare la stanza. Ovviamente, puoi dire addio al tuo rango e al tuo futuro”.

Il giuramento al “capo” e il “nemico interno”
Tanto questa scena assomigliava più a un giuramento di fedeltà al “capo” in vista di nuove guerre interne ed esterne, compresa la guerra mondiale, piuttosto che ad una sia pur insolita riunione informativa, che lo storico militare inglese Philip Kay-Bujack, ha dichiarato al Daily Express: “Questa scena richiama alla mente il 5 novembre 1937, quando Hitler convocò i suoi generali a Berlino per un discorso confidenziale sui suoi piani di espansione, passato alla storia come il Memorandum Hossbach. Non è una coincidenza. Trump sta facendo lo stesso, sta mostrando ai suoi ufficiali il futuro, ma anche il loro.” E iI generale in pensione Ben Hodges ha fatto su X il paragone con il giuramento imposto dal Führer nel 1935 agli ufficiali tedeschi, quando furono costretti ad abiurare la Costituzione della Repubblica di Weimar per prestare fedeltà a lui soltanto. Un paragone che Hegseth non ha respinto affatto, limitandosi a rispondere con un ironico “bella storia, generale.”
Reazioni allarmate sono arrivate anche dalle file del Partito democratico, come quella del senatore Chris Murphy, che ha parlato di “un evento senza precedenti nella storia militare recente degli Stati Uniti” e ha chiesto alla Commissione Forze Armate di aprire un’indagine d’urgenza. E quella della congressista Alexandria Ocasio-Cortez, che ha twittato: “Quantico non è un teatro. I generali non sono comparse. E l’esercito non è un braccio armato del presidente.”
Un allarme rafforzato dalla parte del discorso in cui Trump ha chiesto esplicitamente ai generali di assecondare i suoi piani di impiegare l'esercito anche per l'arresto e la deportazione forzata degli immigrati e per reprimere l'opposizione politico-sociale di sinistra nelle piazze e nelle scuole e università, i cosiddetti “antifa” che lui equipara a terroristi. Come quando ha ricordato di aver “firmato il mese scorso un decreto per l’istituzione di una forza di intervento rapido per sedare disordini civili”, cosa che “interesserà da vicino voi in questa stanza perché c’è un nemico fra noi e dobbiamo occuparcene prima che sia fuori controllo”. Un nemico che sta in quelle stesse città americane che “dovremmo usare come terreno di addestramento per l’esercito”, ha sentenziato il dittatore fascista alludendo a città come Los Angeles, Portland e Chicago, dove con la scusa di inesistenti “emergenze criminalità” ha inviato la guardia nazionale per punirle della loro ostilità ai suoi metodi nazisti di cattura e deportazione degli stranieri irregolari.

Un esercito “più forte, più duro e più feroce che mai”
Il secondo obiettivo di Trump è quello di sradicare la cultura cosiddetta “woke”, che a detta degli ideologhi MAGA si è radicata negli anni anche tra i ranghi delle forze armate, e che combattendo il razzismo, il bullismo e il nonnismo, e promuovendo l'equivalenza dei generi, avrebbe portato al loro indebolimento rendendole inadatte al combattimento “duro” e a “vincere le guerre”. “Stiamo riportando un focus su forma fisica, abilità, carattere e forza”, ha detto Trump arringando i generali: “Insieme stiamo risvegliando lo spirito guerriero, e questo è uno spirito che ha vinto e costruito questa nazione: dalla cavalleria che ha domato le Grandi Pianure (completando il genocidio dei nativi americani, ndr), al potere feroce e inflessibile di generali come Patton, Bradley e il grande generale MacArthur (quello che voleva usare la bomba atomica nella guerra di Corea, ndr)”. “Nel corso dei prossimi anni – ha aggiunto - renderemo il nostro esercito più forte, più duro, più veloce, più feroce e più potente di quanto non sia mai stato prima”.
E qui, alla faccia degli ingenti tagli alla spesa per l'assistenza sanitaria e sociale e per i licenziamenti in massa nell'amministrazione statale, ha promesso invece ai generali investimenti per decine di miliardi di dollari per migliorare l'arsenale nucleare e l'aviazione militare e per più navi da guerra e sottomarini, nonché per realizzare lo scudo di difesa missilistica denominato “Golden dome” (ad imitazione dell' “Iron dome” nazisionista, ma più in grande stile) che, ha sottolineato, “sarà il più sofisticato al mondo”.
Non a caso ha voluto cambiare nome al Dipartimento della Difesa riportandolo al vecchio nome di Dipartimento della Guerra. “Nei prossimi mesi, faremo annunci ancora più storici per abbracciare pienamente l’identità del Dipartimento della Guerra. Amo il nome. Penso che sia così grande. Penso che fermi le guerre. Il Dipartimento della Guerra fermerà le guerre”, ha concluso il dittatore fascioimperialista.

Il ripristino della cultura machista nell'esercito
Trump ha trovato in Pete Hegseth, un ex militare approdato alla Fox come influencer MAGA e cristiano evangelico, l'uomo adatto per spazzare via dalle forze armate i “detriti” della cultura “woke” e farle tornare allo “spirito guerriero” da lui invocato. E il segretario alla guerra ha fatto capire agli 800 generali che intende portare fino in fondo questo compito, con le buone o con le cattive, e chi non ci sta può scegliere fin d'ora di dimettersi e cambiare mestiere. Non a caso li ha avvertiti di aver già licenziato “un certo numero di alti ufficiali”, in base al principio che “è quasi impossibile cambiare una cultura con le stesse persone che hanno contribuito a crearla o addirittura ne hanno beneficiato”.
“Il motto del mio primo plotone è stato coloro che desiderano la pace devono prepararsi alla guerra”, e perciò, ha aggiunto Hegseth, “dobbiamo alla nostra repubblica un esercito che vincerà qualsiasi guerra che scegliamo o qualsiasi guerra che ci sia rivolta”. Anche perché “i nemici si riuniscono. Le minacce crescono. Non c’è tempo per i giochi. Dobbiamo essere preparati”, e la minaccia Cinese sarà materia di un altro discorso che faremo presto.
Per arrivare a questo tipo di esercito occorre però “la cultura giusta al Dipartimento della Guerra”, ha proseguito Hegseth, perché “per troppo tempo, abbiamo promosso troppi leader in uniforme per le ragioni sbagliate, in base alla loro razza, sulla base di quote di genere, basate su cosiddette novità storiche”, e questo per colpa di “leader politici stolti e spericolati”, la vera “leadership tossica” che ha promosso standard bassi in nome dell'ideologia “woke” e del politicamente corretto, invece che basarsi sul merito, l'addestramento duro e la forma fisica. Ma ora “abbiamo finito con questa merda”: via truppe e ufficiali grassi, via barbe e capelli lunghi, e promuoveremo “una revisione completa delle definizioni del dipartimento di cosiddetta leadership tossica, bullismo e nonnismo, per consentire ai leader di far rispettare gli standard senza paura di ritorsioni o congetture”.
Anche le soldatesse dovranno superare i nuovi test fisici richiesti dalle nuove regole, “e se ciò significa che nessuna donna si qualifica per alcuni lavori di combattimento, così sia. Significherà anche che gli uomini deboli non si qualificheranno perché non stiamo giocando. Questo è il combattimento. Questa è la vita o la morte”, ha avvertito il segretario alla Guerra.

“Mani libere” agli addestratori e ai combattenti sul campo
Hegseth ha annunciato perciò che per forgiare i nuovi soldati, più duri, formati e determinati, sarà fatta finita con la “politica di camminare sui gusci d'uovo”, e saranno invece “liberati comandanti e sottufficiali” dalle pastoie del politicamente corretto, perdonando anche infrazioni di razzismo, molestie e nonnismo di “grado minore” o commesse “in buona fede”, e ripristinando l'addestramento di base “a ciò che dovrebbe essere, spaventoso, duro e disciplinato”.
“Stiamo dando potere ai sergenti addestratori di instillare una sana paura nelle nuove reclute assicurando che i futuri combattenti siano forgiati. Sì, [i sergenti] possono attaccare come squali, possono scaraventare brande, possono imprecare, e sì, possono mettere le mani addosso alle reclute”, ha tuonato Hegseth, perché “dobbiamo essere preparati alla guerra, non alla difesa. Stiamo addestrando i guerrieri, non i difensori. Combattiamo guerre per vincere, non per difenderci”. E ha fatto capire che anche le regole d'ingaggio nei combattimenti saranno assai allentate, se non cancellate del tutto: “Non combattiamo con stupide regole di ingaggio. liberiamo le mani dei nostri combattenti per intimidire, demoralizzare, cacciare e uccidere i nemici del nostro paese. Non più regole di ingaggio politicamente corrette e insostenibili, solo buon senso, massima letalità e autorità per i combattenti”. Evidentemente il metodo Gaza dei nazisionisti israeliani è studiato e ammirato anche oltreoceano.
“Oggi è un altro giorno di liberazione, la liberazione dei guerrieri americani”, ha detto il segretario alla Guerra a imitazione di quello annunciato da Trump sui dazi: “In questa professione, ti senti a tuo agio all'interno della violenza in modo che i nostri cittadini possano vivere in pace. La letalità è la nostra carta da visita e la nostra vittoria, il nostro unico stato finale accettabile”, ha concluso prima di chiudere il discorso ai generali con la “preghiera del comandante”.
Un discorso, il suo, che ha tradotto in termini programmatici e operativi ai generali la missione “messianica”, fascioimperialista e guerrafondaia delle forze armate americane. Quella proclamata da Trump, quando ha sentenziato agli 800 alti ufficiali che “è la cultura, lo spirito del nostro esercito che ci distingue veramente da qualsiasi altra nazione. La nostra forza ultima verrà sempre dalle persone feroci, da quelle persone brillanti con tale orgoglio e dalla volontà inflessibile e dalle tradizioni di eccellenza che ci hanno reso la forza più inarrestabile che abbia mai camminato sulla faccia della terra, e questo è quello che siamo”.
 
15 ottobre 2025