Ancora una volta in acque internazionali
La Marina sionista abborda e sequestra anche la Freedom Flotilla
I militari sionisti disattivano vigliaccamente di telefoni e telecamere. Gli arrestati deportati nel carcere di Keziot. Meloni tradisce altri 9 connazionali lasciandoli nelle mani dei nazisionisti di Tel Aviv
È finita con il solito blitz armato della Marina Israeliana, la missione congiunta di Freedom Flotilla Coalition e Thousand Madleens to Gaza, la flotta di imbarcazioni che nonostante l'abbordaggio avvenuto alle 40 navi della Global Sumud Flotilla e le numerose testimonianze delle violenze subite dagli equipaggi, hanno coraggiosamente tentato di portare nove barche cariche di medici, farmaci e giornalisti a Gaza in soccorso alla popolazione schiacciata sotto il tallone sionista.
Anche in questo caso, l'obiettivo era quello di rompere il blocco navale israeliano ed aprire un corridoio umanitario permanente via mare dove – lo ricordiamo – fin dal 2009 esiste un blocco illegittimo da parte del'esercito sionista di Tel Aviv che non ha alcun diritto in quelle acque.
I soldati di Netanyahu hanno abbordato le navi nel cuore della notte, davanti a Port-Said (Egitto) in acque internazionali, ad oltre 120 miglia dalle coste palestinesi, ed ancora una volta in barba al diritto internazionale e nell'indifferenza dei governi occidentali, incluso quello della ducessa Meloni. Sul governo italiano grava fra l'altro anche una nuova ulteriore responsabilità, visto che ancora una volta ha ignorato che l'assalto dell'IDF ad una nave battente bandiera tricolore – la Soul of my Soul -, rappresenta un vero e proprio atto di guerra nei confronti dell'Italia.
Un elemento in più, che si aggiunge ad un elenco interminabile che lega la mobilitazione per la Palestina alla necessità di buttare giù il prima possibile con la piazza il governo neofascista Meloni complice del genocidio e traditore degli stessi attivisti italiani rapiti da Israele.
Tornando ai fatti, in piena notte le truppe israeliane sono piombate sulle otto barche a vela di Thousand Madleens, senza alcun preavviso, per poi convergere sull'ammiraglia Coscience. Poco prima di mettere gli stivali sulla nave, i militari sionisti hanno schermato il segnale internet ed il campo telefonico. Subito dopo l'abbordaggio hanno invece tagliato i fili delle telecamere affinché non si ripetesse quel mare di video di denuncia e di dirette dalle barche, che hanno contrassegnato la conquista israeliana della Global Sumud Flotilla, mostrando al mondo il vergognoso e fascista abbordaggio in streaming.
“Hanno paura delle immagini – commentano i portavoci delle due missioni –. Non dei governi complici, ma della resistenza pacifica che le persone possono opporre alla loro violenza”.
Di questo blitz dunque rimarrà solo il video della soldatessa sionista che si arrampica sull’albero maestro della Gaza Sunbird e fa a pezzi la telecamera di sicurezza usando il mitra come un martello. Ma nonostante gli sforzi, nulla potrà mai coprire il massacro perpetrato dai sionisti nei confronti del popolo palestinese, sia con le bombe ed i carri armati a Gaza, sia usando la fame come puro strumento di genocidio. Il blocco navale infatti è soprattutto questo, e la sua tolleranza che rende i governi filosionisti di tutto il mondo, oltremodo complici.
Agli arrestati, fra i quali anche 9 italiani come il medico Riccardo Corradini, primo studente europeo a svolgere nel 2019 un Erasmus a Gaza, l’infermiere romano Stefano Argenio, Francesco Prinetti, dottore e attivista di Ultima Generazione, e la siciliana Elisabeth Di Luca, attiva nel campo dell’educazione in emergenza, si è aperta la grande porta d'accesso del carcere di Keziot, lo stesso usato per detenere, umiliare e minacciare gli attiviste e le attiviste della Global Sumud Flotilla fino a quando non sono stati rimpatriati.
La notizia dell'ennesimo abbordaggio di stampo nazista nel mediterraneo da parte dell IDF, è arrivata nella notte fra martedì 7 ottobre e mercoledì 8, dando vita a numerose manifestazioni di protesta il giorno seguente. Data la navigazione della nuova missione marina nell'area a rischio già dal lunedì, in molte città fra le quali Milano, Firenze, Torino e tante altre, erano già in corso presidi permanenti, o convocati ogni sera dalle associazioni studentesche, civili, e dai sindacati di base, ma partecipate anche da tanti iscritti della CGIL, per seguire costantemente la vicenda.
Nella serata di mercoledì infatti, dai presidi sono partiti cortei spontanei molto partecipati da migliaia di persone per protestare contro il nuovo blocco, che dimostrano di come effettivamente la battaglia a sostegno del popolo palestinese sia divenuta davvero “parte integrante” delle lotte sociali nel nostro Paese, come hanno sostenuto congiuntamente le associazioni palestinesi che nel nostro Paese hanno chiamato alla grande piazza del 4 ottobre a Roma.
Per quanto ci riguarda, rinnoviamo la solidarietà totale, militante e incondizionata agli equipaggi della Freedom Flotilla Coalition e della Thousand Madleens to Gaza i quali, con l'ennesimo concreto e vittorioso atto di coraggio, oltre a mantenere alta l'attenzione su Gaza e dare seguito all'imponente missione della Global Sumud Flottiglia, hanno inferto l'ennesimo schiaffo a Meloni ed ai suoi camerati di governo, così come a tutti gli altri governi occidentali borghesi ed imperialisti che non hanno mosso un dito contro il genocidio palestinese e che continuano a tollerare un blocco illegale che dura da sedici anni e che affama una popolazione intera.
Che la mobilitazione per la Palestina non si fermi, noi la sosterremo con tutte le nostre forze.
15 ottobre 2025