A sostegno della seconda Flotilla e della Resistenza palestinese, contro il genocidio nazisionista e la complicità del governo Meloni
Decine di migliaia di manifestanti ancora in piazza
Il Pmli presente a Milano, Biella, Firenze, Prato, Perugia, Ischia e Catania
I media citano il cartello del PMLI con Meloni "vestita da gerarca fascista" ma ne omettono la firma

Dopo gli scioperi generali e le grandiose manifestazioni dei giorni scorsi, a partire dal 7 ottobre l'”equipaggio di terra” per la Palestina libera è tornato in piazza per manifestare contro l'abbordaggio delle 9 imbarcazioni della seconda missione congiunta di Freedom Flotilla Coalition e Thousand Madleens to Gaza da parte della marina nazisionista di Israele e per celebrare il secondo anniversario del “Diluvio di Al Aqsa”, la guerra di liberazione nazionale palestinese scatenata da Hamas dopo 75 anni di brutale occupazione sionista e nazista israeliana.
A Roma, Milano, Bologna, Torino, Firenze, Napoli e decine di altre città migliaia di manifestanti, al grido “Siamo pronti a bloccare tutto ancora”, sono sfilati in corteo a sostegno della Resistenza palestinese, contro il governo neofascista Meloni complice del genocidio e per chiedere l'immediato rilascio dei 145 attivisti della seconda Flotilla, fra cui ci sono anche 10 italiani, arrestati illegalmente in acque internazionali.
A Torino circa 10mila manifestanti hanno sfidato i divieti imposti dalla questura e sono sfilati a partire dal tardo pomeriggio del 7 ottobre per le vie del centro. Il corteo, partito da Piazza Castello si è concluso a tarda notte in Piazza Vittorio dopo aver sfilato lungo Corso Giulio Cesare, Corso Novara, Corso Regio Parco, Corso Regina Margherita per poi risalire verso il centro per via Rossini e via Po. Accesi i fumogeni nelle vicinanze della sede Rai, cori contro la repressione e le manganellate meloniane dei giorni scorsi sono stati lanciati dai manifestanti all'angolo con via Verdi, dove erano schierate le “forze dell'ordine” in tenuta antisommossa a presidio del Commissariato Centro. Non sono mancati i cori contro la premier, “Giorgia Meloni devi andartene, vattene”, e ancora contro il ministro Salvini, “Salvini, Salvini, vaffanculo”.
Il 7 ottobre siamo scesi in piazza, hanno ribadito gli organizzatori in risposta alle minacce da parte del questore di denunciarli per manifestazione non autorizzata, e saremo in piazza nelle prossime settimane “a prescindere dai divieti della questura per ribaltare una narrazione che vede il 7 ottobre 2023 come l'inizio e la giustificazione di tutto, cercando di nascondere una realtà fatta di decenni di oppressione, occupazione coloniale e pulizia etnica”.
Sempre a Torino nel tardo pomeriggio dell'8 ottobre altre migliaia di manifestanti dopo aver partecipato all'assemblea pubblica cittadina, hanno preso parte al corteo organizzato dal coordinamento Torino per Gaza partito da Piazza Castello. Al grido di: “È ora di tornare in piazza, il genocidio non si ferma, Torino non si ferma”, il corteo a sostegno della nuova flotilla ha attraversato le via del centro fino alla zona Nord della città per poi fare ritorno verso il centro scandendo slogan per la Palestina libera e contro il genocidio. Chiusi i varchi di accesso della metropolitana alle stazioni di Porta Susa e Porta Nuova per la salita e la discesa dei passeggeri. Chiusi anche gli ingressi principali delle due due stazioni ferroviarie. “Il Piemonte sa da che parte stare. Palestina libera! Ora è sempre resistenza”. È lo striscione che apre il corteo. “Questa città non si stanca di lottare per la Palestina libera, in questa città corre il desiderio di essere palestinesi, di ispirarci alla grande resistenza palestinese – hanno detto dal microfono – anche questa sera, davanti all’ennesimo criminale attacco che di nuovo ha violato tutte le regole del diritto internazionale, scendiamo in piazza a bloccare e lo faremo finché la Palestina non sarà libera. Siamo l’equipaggio di terra”.
Dopo aver attraversato via Po, i manifestanti hanno fatto tappa in via Rossini, angolo via Verdi, sotto la sede torinese della Rai.
“Siamo qui per denunciare la complicità dei media, il silenzio che hanno riservato ai colleghi giornalisti palestinesi morti a Gaza e la loro incapacità di prendere una posizione. Hanno riempito pagine parlando di vetrine rotte, descrivendoci come violenti, criminali, senza raccontare la realtà, senza dire che siamo in migliaia. La storia vera la scriviamo qui, noi, per strada". Il corteo ha successivamente percorso corso Regina Margherita, via Vanchiglia, piazza Vittorio e si è poi concluso in piazza Castello. “Non siamo violenti, i violenti noi li allontaniamo”, ha detto al microfono un portavoce della comunità mussulmana. A conclusione della manifestazione gli organizzatori hanno dato appuntamento al ribattezzato “equipaggio di terra”, annunciando nuove mobilitazioni nel corso delle prossime settimane.
“Siamo in tantissimi – scandisce al megafono uno degli organizzatori - anche stasera dopo decine e decine di mobilitazioni. Questa città non si stanca, questa città che è molto più che gemellata con Gaza e la Palestina, in questa città in cui scorre il desiderio di essere palestinesi e di resistere come loro e con loro”. Dopo aver imboccato via Po, il corteo si è fermato all'altezza dell'incrocio con via Rossini: “Ieri eravamo diecimila, eravamo una marea, abbiamo bloccato tutto ed è stata una serata importante. Non è però stato lo stesso a Bologna, ma non ci fermiamo. Se oggi ci caricano, domani saremo anche di più – così al microfono gli organizzatori –.Oggi c'è stata un'assemblea, un confronto aperto. Dobbiamo essere consapevoli, essere in centinaia per decidere come portare avanti i nostri blocchi. Questa non è solo la lotta del popolo palestinese, questa è la nostra lotta. Questa è lotta. Stiamo lanciando un messaggio chiaro, noi non siamo così, noi non saremo complici”.
A Bologna il 7 ottobre nonostante il divieto della Questura, migliaia di manifestanti hanno aderito all'appello “Viva il 7 di ottobre. Viva la resistenza palestinese” lanciato dai "Giovani Palestinesi" e si sono radunati in presidio in Piazza del Nettuno. Non appena il corteo ha cercato di muoversi verso Via Rizzoli è stato brutalmente aggredito e disperso a suon di manganellate e idranti dalle “forze dell'ordine”. Diversi manifestanti sono stati feriti e uno è stato arrestato. (si legga l'articolo a parte)
Sempre a Bologna l'8 ottobre altre migliaia di manifestanti sono sfilati in corteo da Piazza Maggiore non solo a sostegno dei palestinesi e della Freedom Flotilla Coalition, ma anche in risposta alla “violenta repressione da parte della polizia riservata” ai manifestanti che il 7 ottobre si erano radunati in Piazza Del Nettuno per celebrare il “secondo anniversario della gloriosa operazione Diluvio di al-Aqsa, la più grande azione di resistenza degli ultimi decenni contro l’occupazione coloniale sionista”.
“Abbiamo scioperato due volte in due settimane con una forza che non capitava da anni, se pensano che caricarci a caso come è successo ieri in via Rizzoli ci fermerà si sbagliano, ci troveranno ancora più numerosi nelle piazze”, hanno urlato i manifestanti.
A Milano un combattivo e partecipato corteo di oltre 5mila manifestanti aperto dallo striscione con la parola d'ordine: “Fermiamo la complicità del governo con il genocidio. Palestina libera” è partito da Piazzale Lodi ed è terminato in Piazza Leonardo Da Vinci, a Città Studi.
Tantissimi gli slogan contro la premier Meloni e i suoi vice Salvini e Tajani e a sostegno della Resistenza palestinese fra cui: “Il 7 ottobre non è una ricorrenza. Ora e sempre resistenza”; “Milano sa da che parte stare, Palestina libera dal fiume al mare” e ancora “Israele fascista, Stato terrorista”; “Intifada fino alla vittoria” e “Free free Palestine”.
Al passaggio del corteo molti automobilisti in coda hanno solidarizzato con i manifestanti applaudendo e suonando il clacson.
Tra le prime file del corteo presenti anche i compagni della Cellula Mao di Milano che sono sfilati con le insegne del Partito e il manifesto con il fotomontaggio di Meloni vestita da Mussolini e Natanyahu raffigurato come Hitler e le parole d'ordine “Criminale e intollerabile aggressione militare a flotilla. Meloni corresponsabile. Stop al genocidio. Gaza ai gazawi. Fermare la deportazione dei gazawi. Palestina libera uno stato due popoli”.
L'Ansa, Adn Kronos e alcuni quotidiani citano il cartello del PMLI alla manifestazione di Milano ma non nominano il Partito. Solo il TG1 ha fatto vedere il cartello per intero.
Nel tardo pomeriggio del 13 ottobre, circa 2mila manifestanti si sono radunati sotto le finestre di Palazzo Marino per contestare la decisione assunta dal consiglio di bocciare la mozione per interrompere il gemellaggio tra Milano e Tel Aviv e i rapporti con Israele. Subito dopo la votazione, al grido di "Milano lo sa da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare" i manifestanti hanno cercato di rimuovere le transenne e entrare dentro Palazzo Marino ma sono stati selvaggiamente manganellati dalla polizia in assetto antisommossa. Mentre all'interno altri attivisti presenti tra il pubblico nella sala del consiglio hanno esposto bandiere della Palestina e urlato slogan contro Israele prima di essere allontanati dalla polizia locale su ordine della presidente del consiglio comunale Elena Buscemi (Pd) che ha fatto sgombrare l'aula.
Nonostante le manganellate ricevute, i manifestanti si sono ricompattati in largo Raffaele Mattioni e poi si sono mossi in corteo lungo corso Matteotti in direzione di San Babila. Da lì il corteo ha risalito Corso Venezia e Corso Buenos Aires fino a raggiungere Piazzale Loreto.
A Prato nel tardo pomeriggio dell'8 ottobre centinaia di manifestanti hanno partecipato al presidio in Piazza del Comune per il sostegno alla seconda Flotilla e per la Palestina. Il presidio infoltito dalla presenza di studenti e lavoratori anche extracomunitari organizzati dal Sudd Cobas si è trasformato in un combattivo corteo spontaneo con alla testa lo striscione “Palestina Libera” che ha percorso Via Garibaldi, Piazza Mercatale, Piazza San Marco, Via Pomeria e Via Santa Trinita al grido di Prato lo sa da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare” prima fare ritorno in Piazza Del Comune. Presente il compagno Franco Panzarella che è sfilato con la doppia bandiera del Partito e della Palestina e al presidio ha diffuso un centinaio di copie del comunicato stampa di condanna della criminale e intollerabile aggressione militare a Flotilla e delle complicità del governo Meloni a firma dell'Ufficio stampa del PMLI.
A Roma oltre 5mila manifestanti sono partiti in corteo dal Colosseo e sono sfilati fino alla Piramide. Il corteo, organizzato da Movimenti studenti palestinesi in Italia, comunità palestinese in Italia, U.D.A.P., associazione dei palestinesi in Italia e giovani palestinesi in Italia ha attraversato Via Celio Vibenna, Via di San Gregorio, Piazza di Porta Capena, Viale Aventino, Piazza Albania, Viale Della Piramide Cestia, Piazza di Porta San Paolo, Piazzale Ostiense. Al termine del corteo una grande bandiera della Palestina è stata proiettata su un lato della Piramide Cestia, a piazzale Ostiense.
A Napoli centinaia di persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata dalla Rete per la Palestina in Piazza Municipio, di fronte all’ingresso del Comune di Napoli. Il corteo è sfilato per Via Santa Lucia (a pochi metri dalla sede della Regione Campania) e dopo aver attraversato il lungomare è stato fermato da un cordone di polizia a poca distanza dal Consolato Usa, a Piazza della Repubblica.
A Firenze il presidio di emergenza convocato in Piazza Santissima Annunziata l'8 ottobre, poche ore dopo l'abbordaggio della seconda Flotilla, si è trasformato in corteo di centinaia di manifestanti che ha attraversato le vie del centro tra bandiere palestinesi e dei sindacati di base e i tamburi del Collettivo ex Gkn e lanciando slogan: “Palestina libera”, “Stop genocide” e “Fuori Israele dalle università”. Il corteo con alla testa lo striscione “Firenze lo sa da quale parte stare” si è concluso presso la sede universitaria di Via Capponi con un’assemblea pubblica a cui ha preso parte anche l’attivista Chris Smalls, cofondatore dell’Amazon Labor Union e membro della Freedom Flotilla fermata a luglio dall’esercito israeliano.
Il 10 ottobre, anche il presidio convocato in Piazza Indipendenza contro il governo Meloni e per la Palestina, si è trasformato in un partecipato e combattivo corteo di oltre 2mila manifestanti che hanno paralizzato i Viali e urlato slogan contro la premier Meloni e i suoi vice Salvini e Tajani riuniti in comizio in Piazza San Lorenzo, per la chiusura della campagna elettorale per le regionali della Toscana.
Al passaggio del corteo, aperto dallo striscione: “Fermiamo il sionismo con la Resistenza”, sono state chiuse al traffico Viale Strozzi, Viale Belfiore, Viale Fratelli Rosselli e Ponte della Vittoria in direzione Porta a Prato.
Il corteo, a cui hanno parte molti studenti, i Giovani Palestinesi, il Collettivo di Fabbrica ex Gkn, il Cpa Firenze sud, Action Antifasciste, si è concluso poco dopo le 20.30 davanti al consolato Usa di lungarno Vespucci al grido: “Palestina libera dal fiume fino al mare” e “Via i fascisti da Firenze”.
In piazza anche l’Usb Firenze che ha criticato “l'ennesima Finanziaria di guerra del governo Meloni” e lanciato la proposta di costituire “100 assemblee permanenti in continuità con le 100 piazze per Gaza, nelle quali porteremo la nostra piattaforma sindacale. Siamo in una situazione paradossale, circondati dalla polizia perché il governo del popolo è lontano dal popolo”. In Palestina “non c’è una pace perché non c’era una guerra, non c’erano due eserciti, ma c’è un progetto di colonialismo di insediamento che avanza da tempo e che ha visto negli ultimi due anni un dramma sotto i nostri occhi”.
Mentre sul fronte studentesco prosegue l'occupazuione del liceo Machiavelli con il sostegno di un gruppo di genitori che in una lettera definiscono la protesta “un'occasione di confronto e crescita per i nostri figli e per le nostre figlie, da valorizzare e da sostenere”.
A Bergamo centinaia di manifestanti in presidio alla manifestazione “Bergamo per Gaza” organizzato dalla “Rete Bergamo per la Palestina” a Porta Nuova. Il corteo è poi proseguito in piazza Pontida e dopo aver aggirato il cordone di polizia ha occupato per quasi un'ora il cortile di Palazzo Frizzoni, sede del municipio tra cori a sostegno della Palestina e slogan contro il governo Meloni. Al termine i manifestanti sono tornati in corteo in Porta Nuova.
A Pisa un corteo di circa mille manifestanti è partito da Piazza Vittorio Emanuele e ha attraversato le principali vie del centro cittadino. In prima fila gli studenti provenienti dai sette istituti superiori occupati in questi giorni.
A Bari l'8 ottobre con lo slogan “Nessuna nave verso Israele” le Assemblee per la Palestina hanno organizzato un presidio al porto. Un altro presidio si è svolto nel pomeriggio davanti alla Prefettura del capoluogo pugliese per manifestare "in solidarietà alle 150 persone che sono state sequestrate illegalmente da Israele in acque internazionali... Al prefetto denunceremo anche l'attracco della nave diretta in Israele” hanno detto i manifestanti.
Altri cortei, presidi e manifestazioni si sono svolti a Brescia, Saronno, Cagliari, Lecco, Piacenza, Chieti, Salerno, Parma, Reggio Emilia, Modena, Padova, Taranto, Ferrara, Venezia, Varese, Lecco e in tanti altri centri.
Il PMLI ha partecipato con combattività e spirito internazionalista proletario e antisionista in numerose città come Milano, Biella, Firenze, Prato, Perugia, Ischia e Catania, per le cui cronache rimandiamo alle corrispondenze locali.
 

15 ottobre 2025