Diecimila in piazza a Firenze per la ex-GKN e la Palestina
Lungo e combattivo corteo per chiedere l'avvio del Consorzio industriale pubblico e la riapertura della fabbrica. A fine manifestazione blitz all'aeroporto Vespucci: la sindaca Funaro e il neoeletto governatore Giani attaccano i lavoratori
Militante partecipazione del PMLI, che solidarizza con gli operai ex-Gkn
Sabato 18 ottobre un lungo e combattivo corteo ha attraversato le vie di Firenze, e in particolare quelle del quartiere di Novoli. A convocare la manifestazione il Collettivo di fabbrica ex-Gkn, allo scopo di richiamare l'attenzione sullo stallo del percorso di reindustrializzazione della fabbrica situata a Campi Bisenzio mentre gli ex dipendenti, ricorda il Collettivo, sono al settimo mese di disoccupazione, dopo 15 mesi senza stipendio e tre procedure di licenziamento.
Una lotta esemplare quella degli operai ex Gkn, da oltre quattro anni in presidio permanente contro la chiusura della fabbrica e il licenziamento di 500 lavoratori, che sono stati capaci di mettere a punto “un piano di reindustrializzazione ecologica che smentisce la logica della reindustrializzazione bellica”, di mettere in piedi decine di iniziative di lotta e di partecipare a quelle organizzate da altri, di mobilitare un intero territorio, la Piana Fiorentina, a sostegno di questa importante realtà produttiva che altrimenti sarebbe già da tempo nelle mani della speculazione finanziaria e immobiliare.
E “il Governo? - si chiede il Collettivo su Facebook - Per quanto ci riguarda: nulla. Solo autoritarismo e complicità con il genocidio. La Regione Toscana? Un consorzio industriale pubblico che, ad oggi, non può comprare nemmeno una biro dal cartolaio. Creato a inizio agosto per restare fermo fino a dicembre. Le direzioni del mondo cooperativo? Fuori dai radar. Chi compone il muro di gomma ci è ormai chiaro. E ora? Un tavolo di reindustrializzazione permanente che non attende nessuno. Il rilancio della campagna di azionariato popolare: sconfiggiamo il boicottaggio dei finanziatori che si defilano. Prendetevi la responsabilità della rabbia sociale delle disoccupate e dei disoccupati, delle povere e dei poveri. Le chiacchiere sono finite”.
Il corteo, partito dal Polo universitario di Novoli al grido di “Siamo tutti GKN”, ha visto la partecipazione di ben 10mila manifestanti e ha dimostrato ancora una volta come gli operai della di questa fabbrica, oltre a portare avanti la “loro” lotta, sono riusciti a fare da catalizzatore per tante altre mobilitazioni e riunire tanti sindacati e partiti. Alla manifestazione erano presenti le bandiere dei comitati “NO base, né a Coltano (provincia di Pisa, ndr) né aAltrove”, “NO al comando NATO, né a Firenze né altrove”, “Valdera avvelenata” che si batte contro l'inquinamento da rifiuti industriali (keu), “Mamme NO inceneritore Firenze”, “Mondeggi bene comune”.
Nutrita anche l'adesione dei sindacati. C'erano l'Usb, i Cub, i Cobas, l'Adl Cobas, il Sudd cobas, per la Cgil interi spezzoni dietro gli striscioni della Toscana e della categoria Flc. Presenti l'Arci e l'Anpi, Fridays for future, CPA Firenze Sud e Firenze antifascista. Tra i partiti e le organizzazioni politiche, oltre al PMLI, erano presenti il Prc, Potere al Popolo, Pci, Carc. La composizione del corteo era molto eterogenea, ma la presenza di giovani è stata altissima. In tutto il corteo sventolavano le bandiere palestinesi.
Quello della solidarietà alla Resistenza palestinese è stato l'altro tema che ha caratterizzato la manifestazione. Gli slogan “Palestina libera” e “Firenze lo sa da quale parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare” sono riecheggiati per tutto il corteo, mentre nel quartiere di Novoli dai terrazzi spuntavano qua e là le bandiere della Palestina e tanti si affacciavano per mostrare la loro approvazione. Molti partecipanti portavano dei cartelli fatti a mano con scritto “free Palestine”, “Netanyahu assassino”, “Stop Genocidio”, mostrando che nessuno crede alla cosiddetta tregua imposta con la forza da Trump e dai nazisionisti.
Marxisti-leninisti provenienti dalle province di Firenze e di Prato hanno tenuto alte le bandiere del PMLI e della Palestina e portavano anche un cartello di solidarietà e sostegno a tutte le richieste degli operai ex-Gkn. Durante il tragitto i compagni hanno lanciato gli slogan assieme al resto del corteo e si sono intrattenuti e hanno discusso con numerosi manifestanti, molti dei quali conoscevano i nostri militanti e simpatizzanti per la loro attività politica e sindacale. Come spesso accade, le nostre bandiere e cartelli, assieme al rosso e alla falce e martello delle nostre magliette sono state molto fotografate.
Verso la fine del percorso una parte di manifestanti, cambiando la direzione stabilita, si è diretta verso il vicino aeroporto Vespucci di Peretola con l'intenzione di bloccare lo scalo. Un primo sbarramento di carabinieri è stato sfondato facilmente, poiché non si trattava di un piccolo gruppo, ma almeno di un migliaio di persone, tra cui tanti giovani e perfino alcune famiglie con ragazzini. Prima si sono raggruppati tutti davanti all'ingresso, poi i manifestanti sono riusciti a penetrare nella zona dei check-in. A questo punto la polizia, sopraggiunta in forze con reparti della celere, dall'interno ha caricato violentemente. Negli scontri sono rimasti feriti dieci agenti e cinque attivisti. Nonostante le manganellate centinaia di manifestanti sono riusciti a rimanere dentro lo scalo per più di mezz'ora, ritardando alcuni voli. Anche il traffico in entrata e uscita dell’A12 è stato rallentato, visto che l'imbocco dell'autostrada è adiacente all'aeroporto.
Non sappiamo se l'azione era programmata o è stata improvvisata, in ogni caso gli operai ex-Gkn si sono uniti all'iniziativa e l'hanno giustamente rivendicata. “L’illegalità sono i nostri 1.500 giorni senza lavoro”, hanno detto. “Dopo 1560 giorni di presidio rimane un diritto: la rabbia sociale, e il potere viene a darci consigli su come si protesta… noi non accettiamo più di essere disumanizzati, siamo pronti a sporcare le nostre fedine penali, ha spiegato al megafono Dario Salvetti, del Collettivo di fabbrica, invitando però i manifestanti a uscire dallo scalo.
Subito è partita la canea dei giornalacci filogovernativi, dipingendo i manifestanti come violenti, professionisti del disordine e via calunniando, a cui si sono unite alcune testate “progressiste”. Sullo stesso piano le istituzioni borghesi locali che, finite le campagne elettorali, hanno gettato la maschera e attaccato lavoratori e manifestanti. Il neorieletto presidente PD della Regione Toscana (tra l'altro principale responsabile della mancata reindustrializzazione della Gkn, perdendo tempo e non avviando le pratiche di esproprio del sito), Eugenio Giani, ha dichiarato: “Mai provocare disordini”. Vergognoso il tono usato della sindaca di Firenze, la PD Sara Funaro: ”inaccettabili la violenza e la violazione delle regole”, un commento che supera da destra persino quello dei rappresentanti locali del partito della Meloni.
Sindaca e governatore vorrebbero solo proteste “educate”, che non facciano troppo rumore, che “non infrangono le regole”. Ma di quali regole parliamo? Delle regole del capitalismo e della democrazia borghese che permettono di chiudere una fabbrica e mettere sul lastrico da un giorno all'altro 500 lavoratori più l’indotto? Di regole che ritengono legittimo dirottare le risorse verso il riarmo imperialista a discapito della salvaguardia del lavoro, della salute e dei bisogni delle masse popolari?
Il Partito marxista-leninista italiano esprime piena solidarietà e sostegno al Collettivo di fabbrica e ai lavoratori ex-Gkn e ai manifestanti del 18 ottobre a Firenze. Come ha fatto riguardo alla repressione meloniana delle e dei manifestanti pro Palestina, anche in questo caso ritiene che “Le occupazioni di massa di autostrade, stazioni, porti, aeroporti, scuole e università sono politicamente giustificate e legittime”.
22 ottobre 2025