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Gli slogan e le bugie di Salvini sul ponte sullo Stretto
di Davide - Milano
Che il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini sia abituato a parlare e scrivere per slogan non è una novità: il leader leghista da sempre attinge al suo grande maestro Silvio Berlusconi per l'utilizzo di percentuali senza approfondire la loro provenienza. Ultimamente Salvini ha postato su Instagram i risultati di un sondaggio della società Lab21 affermando che il 62,4% degli italiani è favorevole alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il sondaggio capita esattamente nel momento in cui il ministro avrebbe dovuto dimostrare l'avvio dei lavori, avvio che ad oggi (16/10/2025) non risulta. Se poi si analizza la slide del sondaggio, Lab21 specifica che il sì e no è al netto dei "non sa/non risponde", quindi una percentuale totalmente falsata basata esclusivamente su chi ha le idee chiare.
Altri due sondaggi presentati da La Repubblica
smentiscono quanto proclamato da Salvini, ma per smentire il ministro è sufficiente limitarsi ai fatti tangibili. L'Unione europea ha espresso perplessità relativamente all'opera in termini ambientali, ma è evidente anche a non tecnici che l'impatto del ponte potrebbe essere disastroso. Si pensi solo all'altezza delle antenne di ancoraggio delle funi. Da progetto definitivo l'altezza prevista è di 399 metri, un'enormità rispetto alle strutture più alte in zona, torri radio sui 140 metri. Fino ad ora il primato di altezza spettava al viadotto de Millau nei Pirenei francesi, con 340 metri. Tuttavia il viadotto pur restando mastodontico ha un aspetto delle antenne più snello, visto che le campate sono di luce molto più ridotta e l'impalcato stradale è posto quasi a metà tra i piloni e le antenne.
In aggiunta, il 24/09 la Corte dei Conti ha richiesto chiarimenti in merito al progetto approvato dal CIPESS delineando numerose problematiche burocratiche e discrepanze tra i conti. Ma l'osservazione più grave riguarda l'iter attraverso cui si è giunti all'attuale progetto, che non ha seguito una procedura regolare e non ha tenuto conto del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, la massima autorità tecnico-giuridica in materia.
In definitiva le menzogne e la faciloneria del leader leghista emergono se si ha la minima accortezza di informarsi: i lavori non sono partiti "entro l'estate"; non è vero che il 62,4% degli italiani è favorevole alla realizzazione del Ponte; non è vero che i costi sono già interamente coperti e si potrebbe andare oltre.
L'unica verità di Salvini è che la Corte dei Conti non ha dato uno stop, ma ha richiesto un chiarimento, che il MIT avrebbe già dovuto fornire. Le rassicurazioni fornite su un'opera così critica dovrebbero essere certezze, non bugie parziali o totali.
22 ottobre 2025