Sardegna
Decadenza Todde: persistono le illegittimità commesse ma il potere compete alla Regione
Dal corrispondente di Sassari de “Il Bolscevico”
La Corte costituzionale con sentenza n. 148 del 24 settembre 2025, pubblicata nella Gazzetta ufficiale 1ª serie speciale il 15 ottobre, decidendo sul conflitto di attribuzione del potere in materia di decadenza dalla carica di presidente della Regione tra il Collegio di Garanzia Elettorale, organo statale periferico, e la Regione Autonoma della Sardegna, ha stabilito che tale potere compete in via esclusiva al Consiglio regionale.
Dalla sentenza si desume che il potere del Collegio è limitato al controllo di conformità delle spese sostenute per la campagna elettorale alle norme di riferimento, applicando sanzioni pecuniarie ove ricorra il caso, e che esso si esaurisce con la trasmissione delle risultanze istruttorie al Consiglio regionale nell'ipotesi sia necessario procedere alla dichiarazione di decadenza.
Di conseguenza la Corte ha annullato l'ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024 emessa dal Collegio, inficiando anche la successiva comunicazione al Consiglio regionale, perché il potere concretamente esercitato, imponendo la decadenza dalla carica di presidente della Regione per Alessandra Todde, esorbita dalla competenza attribuitagli dalla legge.
Nelle conclusioni la sentenza rimarca le "gravi violazioni accertate" a carico della Todde delle norme in materia di spese elettorali, sanzionate dal Collegio di Garanzia con una multa di 40.000 euro, confermate dalla sentenza di primo grado del Tribunale di Cagliari n. 848 del 28 maggio 2025, tuttora rimessa al giudice di appello: nonostante la risoluzione del conflitto di attribuzione del potere di decadenza a favore della Regione Sardegna, il comportamento illegittimo della Todde permane sovrastante alla vicenda politica.
In una situazione uguale ma a parti invertite, con la destra al governo regionale, l'imbelle "sinistra" di cartone avrebbe reclamato a gran voce le dimissioni dalla presidenza, come accade a livello parlamentare per comportamenti illeciti di ministri e viceministri; invece l'opportunismo dell'occupazione delle poltrone di maggioranza, mascherato da consenso elettorale, fa mettere in un cantuccio alla Todde e sodali anche la Costituzione repubblicana borghese a loro tanto cara che pure, all'articolo 54, prescrive di esercitare i pubblici uffici con disciplina e onore. Ma si sa, è la coerenza, e non solo, che manca a quella gente lì. Meglio barcamenarsi nell'azzeccar garbugli del diritto borghese fino al terzo grado di giudizio e oltre fino alle corti europee, piuttosto che riconoscere il proprio errore e presentare delle dignitose dimissioni.
22 ottobre 2025