Un movimento che ha scosso Nepal, Marocco, Madagascar, Kenya, Indonesia, Perù e altri paesi
I giovani italiani prendano esempio da Generazione Z per cacciare Mussolini in gonnella
Già da qualche anno in tante aree del mondo ed in particolare nelle più povere, movimenti di piazza, per lo più popolari ed eterogenei e composti in particolar modo da giovani e giovanissimi, hanno bersagliato e combattuto i governi borghesi e reazionari dei loro Paesi, in alcuni casi riuscendo anche a rovesciarli.
Al centro delle loro rivendicazioni ci sono i diritti fondamentali che non vengono riconosciuti, come istruzione, sanità e lavoro per tutti e tutte, libertà di informazione ed il contrasto incondizionato al riscaldamento globale.
Nel mirino ci sono invece i governi corrotti e antipopolari dei loro Paesi che oltre ad essere distanti anni luce dalle esigenze della masse popolari e delle nuove generazioni, le sfruttano in nome del profitto e dell'opportunismo, alimentando disoccupazione, sprechi di denaro pubblico e corruttele, coperte poi dalla “giustizia” che lì come in qualunque altro stato borghese, difende e si schiera dalla parte del più forte e del capitale.
Una nuova leva di giovani d'estrazione popolare che non ha specifici riferimenti partitici parlamentari, ma senz'altro una grande voglia di mettersi in gioco, di non guardare “dall'altra parte” mentre gli effetti devastanti del capitalismo si riverberano in negativo in ogni aspetto della vita quotidiana delle masse popolari, ed un coraggio da leoni, al punto da essersi meritati una propria definizione ed un nome, “Generazione Z”, nel novero mondiale dell'informazione.
Le proteste della “Gen Z” nel mondo
Già nel 2019 in Sudan, mesi di mobilitazione permanente di un vasto movimento popolare ed intergenerazionale, portarono non senza bagni di sangue alla caduta di Omar al-Bashir, da trent’anni al potere.
Anche in Marocco un'altra colossale mobilitazione costata finora centinaia di arrestati ed alcuni morti, sta rivendicando ospedali e pretende libertà per i manifestanti reclusi a suon di assalti ai commissariati. In Marocco la scintilla è scoccata sul tema della sanità poiché, fra le altre criticità di uno stato sociale assente, non si contano più le morti di parto per l'assenza di strutture sanitarie, eppure il capitale finanziario gira a pieno regime, anche per costruire i nuovi stadi che ospiteranno il mondiale di calcio del 2030 assieme a Spagna e Portogallo.
In Kenya già lo scorso anno una grande massa popolare giovanile ha iniziato ad organizzarsi autonomamente, a scendere in piazza ed a protestare contro il governo di Nairobi che foraggia grandi investimenti infrastrutturali speculativi come autostrade ed alberghi di lusso strapieni di turisti che ingrassano i capitalisti, ma che non muove un dito per soddisfare neanche i più basilari bisogni delle masse. In Nepal,poi, la rivolta giovanile è riuscita persino a mettere in fuga il governo dopo aver messo a fuoco il palazzo del governo, il parlamento e le case del premier, del ministro degli interni, nonché la sede del Nepal Congress, il principale partito di opposizione.
Una nuova leva di giovani antigovernativi ed anticapitalisti
Tutto sommato la “Generazione Z” è nei fatti un movimento antigovernativo, anticapitalista ed antimperialista, che nasce soprattutto dai bisogni essenziali delle masse popolari che vengono ignorati e calpestati dai governi borghesi, capaci solo di alimentare una spirale di impoverimento continuo di esse.
Non stupisce infatti che queste rivolte stiano divampando anche in Madagascar, uno dei Paesi più poveri del mondo, dove decine di migliaia di persone sono scese in piazza per contestare gli ulteriori tagli nell’erogazione di energia elettrica e acqua, mostrando l’esasperazione di un popolo nei confronti del proprio governo incapace di investire un solo dollaro nell’ammodernamento delle reti elettriche e idriche con conseguenze catastrofiche. Oltre dieci giorni di proteste e di resistenza ai lacrimogeni, manganelli e proiettili che hanno causato anche diversi morti, hanno obbligato alle dimissioni il governo in carica e deposto il presidente Rajoleina, costretto a fuggire dal Paese.
Ed ancora, la “Gen Z” è tutt'ora protagonista in Uganda, Indonesia, Filippine, Nigeria, Perù, ed in Nepal del quale abbiamo raccontato a settembre nell'articolo scaricabile al link https://www.pmli.it/articoli/2025/20250917_33f_NepalRivolta.html.
Ma se in prima analisi questo movimento sembra partire dall'Africa e dall'Asia, in realtà ormai è oggettivamente diffuso in tutto il mondo; basti pensare alle oceaniche mobilitazioni antimperialiste per la Palestina libera, che si inseriscono a pieno titolo in questo percorso storico. Anche esse infatti sono state per lo più spontanee, autorganizzate, e sui temi, ed ovunque hanno avuto un ruolo catalizzatore di tante altre realtà sociali, civili, studentesche, sindacali ed anche politiche, grazie alla loro ottima e convincente funzione aggregante.
Un elemento già citato ma degno di un ulteriore approfondimento è il ripudio dei giovani e delle giovani della “Generazione Z” nei confronti della corruzione in quanto tale, da chiunque sia esercitata. In Nepal ad esempio, durante le proteste le masse popolari in lotta hanno dato alle fiamme il palazzo di governo e dei ministri sedicenti comunisti, ma anche a quello dell'attuale partito d'opposizione, fino agli hotel di lusso ed alle sedi dei media di regime, dimostrando di essere ben consapevoli che le responsabilità non sono soltanto di chi è al potere adesso, ma di chiunque lo sia stato anche in precedenza ed ha continuato senza soluzione di continuità l'opera di distruzione dello stato sociale e dei profitti capitalistici a discapito delle condizioni sempre più critiche delle masse popolari e lavoratrici.
La “Generazione Z” in Italia
Le masse popolari italiane hanno anch'esse dato vita ad una vastissima mobilitazione per la Palestina, probabilmente la più grande d'Europa, smentendo tutti coloro che non se l'aspettavano, e che preferivano parlare di giovani “assopiti” e disinteressati davanti alla “politica” ed alle questioni sociali.
La mobilitazione per Gaza ha invece testimoniato l'esatto contrario, con le masse studentesche e giovanili che dopo aver occupato negli anni recenti le piazze di tutta Italia contro la crisi climatica, si sono ritrovate protagoniste di un'altra grande battaglia politica di fondamentale importanza.
Anche loro hanno dovuto affrontare la repressione mussoliniana del governo neofascista di Roma, che picchia come non mai nelle piazze.
Una mobilitazione in piena continuità con la “tradizione” storica che nel nostro Paese vede i giovani da sempre primi attori nelle battaglie sociali e politiche; basti pensare alla Resistenza al nazifascismo, fatta per lo più da ventenni, o alle successive grandi rivolte del luglio '60, del '68 e poi del '77, fino all'esperienza del Social Forum anti G8 repressa nel sangue dal governo Berlusconi.
Cacciare Mussolini in gonnella con la piazza
Oggi anche in Italia esiste un ampio movimento giovanile d'opposizione alle politiche neoliberiste e neofasciste, è ampio ed eterogeneo, e si occupa anche di rivendicazioni salariali, lotta contro le chiusure delle fabbriche e per la loro riconversione (vedi Ex-GKN ad esempio) e comincia a maturare una sempre maggiore consapevolezza anticapitalista; per questo non può che prendere spunto ed esempio dalla “Generazione Z”, per far convergere la propria battaglia e tutta la sua forza verso il principale avversario che si pone fra loro e le loro legittime rivendicazioni, e cioè il governo neofascista Meloni che rappresenta oggi gli interessi della borghesia al potere nel nostro Paese.
Abbattere con la piazza il governo della Mussolini in gonnella è dunque il primo passo per poter poi costruire una nuova società, ed è il contributo più grande, la priorità che le masse popolari del nostro Paese ed in particolare i giovani devono porsi prima di ogni altra cosa.
Alcuni quotidiani parlando delle lotte e delle vittorie della “Generazione Z” nel mondo, stigmatizzano il fatto che là dove le proteste popolari sono state capaci di far crollare monarchie e governi borghesi, il potere è andato nelle mani dei militari o di altri cartelli borghesi. Ciò è vero, ma è altrettanto vero che l'impostazione politica che segue alla caduta di un governo è un problema che può essere posto solo dopo aver abbattuto il nemico di classe principale, rappresentato appunto dal governo borghese e corrotto in carica. Ed è altrettanto vero che per fare e vincere la rivoluzione occorre un partito rivoluzionario, un autentico partito marxista-leninista.
Questo problema è infatti destinato a ripresentarsi finché le masse popolari in lotta non avranno assunto quale loro stella polare il socialismo; solo allora si potrà azzerare la vecchia società, marcia e corrotta, e ricostruirne una completamente nuova che risponda alle esigenze delle masse stesse che fondamentalmente sono proprio quelle auspicate dalla “Generazione Z”, a partire dal riconoscimento della sanità, del lavoro e della casa per tutti, principi sacrosanti ma assolutamente negati nel capitalismo.
Avanti dunque, che le masse popolari e giovanili del nostro Paese prendano esempio dalla “Generazione Z” per cacciare immediatamente la Mussolini in gonnella ed il suo governo con la piazza; nostro è il compito di indirizzare questa lotta verso la stella polare dell'ottobre e del socialismo.
29 ottobre 2025