Genova
La giunta Salis si rimangia il no al termovalorizzatore?
Dal corrispondente di Genova de “Il Bolscevico”
Per la sindaca di “centro-sinistra” di Genova, Silvia Salis, si prospetta, per il prossimo futuro, il primo rilevante scricchiolio che potrebbe mettere in discussione la tenuta dell’amministrazione comunale. Quel fastidioso, per la sindaca Silvia Salis e Giunta, crepitio, lo causerebbe il progetto per la realizzazione di un termovalorizzatore utile per risolvere le difficoltà che incontra la città di Genova nello smaltimento dei rifiuti.
L’opera, osteggiata sia dai comitati dei cittadini, sia dagli ecologisti che vedrebbero così naufragare la realizzazione della raccolta differenziata, ma pure da molti consiglieri di maggioranza (in primis Movimento 5 stelle, Avs e una parte del PD che teme la reazione contraria dei genovesi e la relativa caduta di consensi) dovrebbe sorgere alle spalle del popoloso quartiere di Sestri Ponente, e precisamente sulla collina di Scarpino in cui esiste, sin dal 1968, il sito in cui viene conferita l’immondizia di Genova; nel 2030 il sito verrà definitivamente chiuso; la data di chiusura ha già avuto varie deroghe.
È bene però ricordare che durante la recente campagna elettorale comunale, conclusa sei mesi orsono, la candidata del “centro-sinistra”, Silvia Salis, sull’argomento termovalorizzatore da costruire alle spalle di Genova, conoscendo la contrarietà dei suoi alleati, procrastinando il problema, aveva dichiarato “Noi pensiamo che non sia la soluzione ideale fare un impianto sovradimensionato in una discarica che nel 2030 chiuderà e a 12 chilometri dal casello autostradale. Quindi devono essere trovate delle soluzioni alternative e la Regione in questo chiaramente ha il suo compito, come ce l’ha Amiu, come ce l’avrà il Comune di Genova”.
Ora però i nodi stanno venendo al pettine, sia perché la città di Genova è sommersa dalla spazzatura sia perché la sindaca Salis, della realizzazione di un termovalorizzatore in città (come si evidenzia dalla sua precedente dichiarazione) non era e non è affatto contraria; semmai lo immagina di dimensioni non troppo grosse.
Lo scontro all’interno della maggioranza del Consiglio comunale incombe, e allora, immaginando e cogliendo l’occasione di alimentare, all’interno della giunta di “centro-sinistra”, malumori, ecco arrivare in soccorso la promessa dei voti del “centro-destra” capitanato dall’ex-sindaco reggente Pietro Piciocchi. Occorre precisare che a spingere per la costruzione di un termovalorizzatore, oltre la precedente amministrazione comunale, non è tanto la difficoltà (e vari errori commessi per lo smaltimento dei rifiuti), che incontra la città di Genova, piuttosto gli interessi dell’asse aziendale della municipalizzata Amiu e della multiutility
Iren; profitti in arrivo su cui catapultarsi.
In conclusione, affidandosi all’illusione elettorale potranno anche cambiare i manovratori, potranno pure sparire alcune fermate in sostituzione di altre impreziosite con portafiori sulle banchine, ma nella sostanza il treno non potrà che condurre nella medesima destinazione. Solo con la lotta di classe per il socialismo quel treno approderà in un mondo in cui gli interessi del sistema di produzione capitalistico saranno solo un ricordo e un retaggio del passato.
5 novembre 2025