La giunta milanese del PD Sala al servizio dei padroni del mattone
Svendita stadio di San Siro: la Procura indaga per turbativa d’asta
L’avviso pubblico durò appena 37 giorni e tagliò fuori le alternative. Sullo sfondo, la regia della giunta e la pressione dei grandi capitali immobiliari che ridisegnano la città a proprio vantaggio
astensionismo tattico alle prossime elezioni comunali e lotta di massa contro la Milano dei padroni

Redazione di Milano
La svendita dello storico stadio “Giuseppe Meazza” (San Siro) alla A.C. Milan e alla F.C. Internazionale Milano per circa 197 milioni di euro non è certo una mera operazione urbanistica o sportiva: la Procura di Milano ha aperto un’indagine per turbativa d’asta nella procedura che ha portato alla cessione dell’impianto e delle aree circostanti.
L’avviso pubblico lanciato dal Comune di Milano - partito il 24 marzo, chiuso il 30 aprile, appena 37 giorni - è al centro dell’indagine. In una lettera aperta al sindaco Giuseppe Sala, il promoter Claudio Trotta, fondatore del Comitato “Sì Meazza”, ha denunciato di non aver potuto partecipare alla manifestazione d’interesse perché i tempi non lo consentivano, malgrado avesse proposto un piano alternativo di ristrutturazione dello stadio, non demolizione. Il promotore ha ribadito davanti agli inquirenti che l’avviso era “ritagliato su misura” per Inter e Milan, finalizzato non alla valorizzazione dell’impianto ma all’operazione immobiliare attigua.
Il giorno della firma del rogito, lo scorso 5 novembre, il sindaco ha detto che l’indagine “fa pensare”, in riferimento alla coincidenza fra rogito e apertura del fascicolo, insinuando (in stile berlusconiano) una fantomatica persecuzione giudiziaria. Sala ha difeso la procedura: “Abbiamo rispettato le regole”. Ma anche dal punto di vista del diritto borghese è evidente l’anomalia della tempistica e la mancanza di reale concorrenza a favore del cartello Milan-Inter.
Il prezzo stabilito figura relativamente basso rispetto all’operazione immobiliare che ruota attorno all’area (uffici, hotel, commercio) valutata in oltre 1 miliardo di euro. I fondi che controllano i club calcistici capitalistici - come RedBird Capital Partners (Milan) e Oaktree Capital Management (Inter) - puntano sulla speculativa rendita immobiliare. Nel frattempo, a carico dei club ci sono decine di milioni di manutenzioni mai realizzate.

Il ruolo della giunta Sala e del PD
La giunta guidata dal PD Sala ha spinto l’operazione nonostante le forti contestazioni da parte degli abitanti del quartiere San Siro, del Comitato Sì Meazza e di una parte della maggioranza del Consiglio comunale. Il sostegno tecnico‐politico fornito da partiti come Forza Italia (uscita dall’aula strategica, vedi articolo pubblicato su “Il Bolscevico” n. 37) rivela un quadro trasversale di supporto all’operazione, al di là degli schieramenti tradizionali: la lobby capitalista del mattone non si ferma a destra o “sinistra”, ma agisce trasversalmente.
Il meccanismo è quello del capitalismo immobiliare urbano: terreno pubblico ceduto per favorire grandi gruppi privati, profitti attesi enormi, beni comuni sacrificati. La democrazia borghese è messa in discussione: il sindaco e la giunta parlano di procedure, ma i fatti - tempistiche “tagliate”, mancate partecipazioni alternative, esposto alla Procura - indicano dell’altro.
La giunta mostra la sua complicità: piuttosto che tutelare le masse lavoratrici e popolari della città, si fa sponda ai poteri immobiliari. Con l’indagine in corso, resta da vedere se vi saranno conseguenze concrete, ma il danno politico e sociale è già evidente.

Le rivendicazioni del Comitato “Sì Meazza”
Il Comitato “Sì Meazza” continua a chiedere: un vero bando pubblico internazionale per la ristrutturazione dello stadio, non un avviso d’interesse scritto a misura; che lo stadio possa continuare ad esistere “in piedi” con o senza calcio, con uso polivalente e valorizzazione del verde; che Milano non diventi una cattedrale della rendita immobiliare, ma una città vivibile, partecipata e orientata al bene comune.
Con l’apertura dell’indagine della Procura emerge chiaramente che la vicenda San Siro è un banco di prova della forza del capitale monopolistico che, attraverso le istituzioni borghesi, ridefinisce la città a vantaggio dei suoi massimi profitti. La giunta Sala, il PD e i partiti borghesi che trasversalmente hanno consentito la cessione si trovano oggi sotto pressione: non basta dire “abbiamo rispettato le regole” quando le regole vengono modellate per favorire interessi privati e silenziare gli altri.

Battersi per Milano governata dal popolo e al servizio del popolo
La vicenda di San Siro, finita ora anche sotto i riflettori della Procura, smaschera una verità che i lavoratori e gli abitanti di Milano non possono più ignorare: la democrazia borghese è una finzione, un teatro in cui i capitalisti decidono e i partiti eseguono. Non esistono scorciatoie istituzionali: solo l’organizzazione dal basso, la mobilitazione popolare e la costruzione di un’alternativa politica anticapitalista possono impedire che Milano diventi definitivamente una città in vendita. Per questo non bisogna nutrire illusioni elettorali: nel 2027 i milanesi saranno nuovamente chiamati alle urne, ma non c’è nulla da sperare dai partiti borghesi né di destra né di “sinistra”, tutti al servizio dei palazzinari e dei padroni. Come indica il PMLI, l’unica posizione coerente è l’astensionismo tattico marxista-leninista: rifiutare di legittimare con il voto la farsa delle istituzioni rappresentative borghesi e concentrare le proprie energie nella lotta di massa, nell’autorganizzazione delle Assemblee popolari e dei Comitati popolari, nel rafforzamento del fronte anticapitalista e dei suoi strumenti politici.
Milano deve appartenere alla sua popolazione, non ai palazzinari. È tempo di organizzarsi, di resistere e di lottare per una città che non sia il parco giochi dei capitalisti, ma lo spazio comune delle masse popolari, costruendo nella pratica quotidiana le basi di un’altra Milano e di un altro mondo orizzontale, solidale e popolare, che per noi marxisti-leninisti si avvererà compiutamente nel socialismo col potere politico del proletariato.

12 novembre 2025