In risposta all'uccisione di 6 guardie di frontiera egiziane da parte dei sionisti Assalto popolare all'ambasciata israeliana al Cairo Dal 18 agosto centinaia di manifestanti protestano quasi quotidianamente sotto la sede dell'ambasciata israeliana al Cairo, nel quartiere di Giza, contro l'uccisione di 6 poliziotti di frontiera egiziani uccisi quel giorno dai sionisti che inseguivano presso il confine lungo il Sinai esponenti della resistenza palestinesi che avevano attaccato un pullman militare presso Eilat. L'Egitto chiedeva le scuse ufficiali ma il governo sionista di Netanyau era troppo impegnato nella rappresaglia contro la striscia di Gaza e il governo palestinese guidato da Hamas. Anche il primo ministro egiziano Sharaf e il Consiglio militare che governa il paese sembravano essersene dimenticati. Non i manifestanti che anche il 9 settembre erano tornati in massa in piazza Tahrir per chiedere la punizione dei colpevoli della repressione della rivolta che ha cacciato il dittatore Mubarak e l'accelerazione delle riforme democratiche; nella serata dalla piazza è partito un folto corteo che ha raggiunto la sede dell'ambasciata israeliana e l'ha assaltata dando vita a una battaglia con la polizia durata tutta la notte. Il bilancio degli scontri è stato di 3 morti e oltre un migliaio di feriti. Il primo ministro Sharaf rassegnava le dimissioni che erano respinte dalla giunta militare. L'ambasciatore israeliano lasciava il paese rientrando a Tel Aviv, Già lo scorso 21 agosto alcuni manifestanti erano riusciti a salire fino al piano dell'edificio che ospita l'ambasciata di Israele e a sostituire la bandiera sionista con quella d'Egitto. La giunta militare aveva deciso di costruire un muro di protezione intorno alla sede diplomatica, un muro che ricordava quello illegale eretto dai sionisti contro i palestinesi, e che aveva sollevato altre proteste. I manifestanti che si trovavano sotto l'ambasciata iniziavano a demolirlo con sbarre di ferro e martelli nel pomeriggio del 9 settembre, un lavoro concluso in breve tempo dalla folla proveniente da piazza Tahrir e che ha consentito a alcune decine di manifestanti di salire fino ai piani più alti in cui si trovano gli uffici diplomatici, di entrare nelle stanze dell'ufficio consolare, messo a soqquadro. Alcuni dimostranti lanciavano dalla finestra i documenti trovati e da sotto le finestre la folla applaudiva al grido di "abbasso Israele"; alcuni bruciavano bandiere sioniste. La polizia che presidiava la sede diplomatica si ritirava presso la vicina caserma di Giza, assediata per tutta la notte dai manifestanti. Gli scontri duravano diverse ore e la polizia solo con l'intervento dei blindati e l'uso delle armi riusciva a impedire che anche la sue sede fosse data alle fiamme e a disperdere la manifestazione. 21 settembre 2011 |