Avevano subìto un'ingiusta aggressione da parte della polizia e dei carabinieri Antagonisti assediano la prefettura di Livorno Si erano recati il 30 novembre al terminal crociere della città per contestare il segretario del PD Bersani presente a Livorno per il comizio di chiusura della campagna elettorale per le primarie e fare sentire la propria solidarietà al movimento "NO Tav" duramente colpito dalla repressione in questi giorni. Erano precari, studenti, disoccupati. Tra loro anche le lavoratrici Sodexo di Pisa in lotta contro i licenziamentil, esponenti dell'"Ex Caserma Occupata". La carica di carabinieri e polizia in assetto antisommossa è partita improvvisa e proditoria. Stessa scena l'indomani al presidio di protesta per le cariche della sera precedente. Decine di antagonisti si erano ritrovati nel centro di Livorno, in piazza Grande per avviarsi in corteo verso piazza del Municipio, quando la polizia ha chiesto di sciogliere il corteo, ha iniziato a identificare i manifestanti e improvvisamente in piazza Cavour, ha dato il via a una violenta carica durata diversi minuti: colpiti sia manifestanti che passanti, tra cui ragazzi e ragazze. Numerosi i feriti, fra cui la più grave una donna manganellata al volto e portata in ospedale. Un'aggressione giustamente definita "a freddo" e partita "in modo del tutto immotivato", per rispondere alla quale la piazza ha indetto spontaneamente per il 2 dicembre un corteo. Oltre mille i livornesi hanno partecipato in solidarietà con gli aggrediti dei giorni precedenti e hanno sfilato per le via del centro dietro lo striscione "Livorno non si piega". Il corteo si è diretto alla questura lanciando cori contro il questore, responsabile delle aggressioni dei due giorni precedenti per poi spostarsi sotto la prefettura. dove in modo provocatorio si era schierato il reparto dei celerini. La massa dei manifestanti ha assediato la sede locale del governo, costringendo, con un fitto lancio di petardi, palloncini di vernice bianca, pezzi di transenne divelte e mattoni, la digos e il reparto mobile a rifugiarsi dentro la prefettura. In difesa del comportamento delle "forze dell'ordine" il neopodestà di Livorno, Alessandro Cosimi, PD, si scaglia contro i manifestanti, ma nasconde le cause dell'assedio della prefettura: il comportamento violento e repressivo delle "forze dell'ordine". Sostanzialmente Cosimi riprende la posizione del segretario provinciale del sindacato di polizia Sap di Livorno, Luca Tomasin, che dipinge i poliziotti come "vittime di un attacco vigliacco, squadrista e gratuito". Bisogna smetterla con questo gioco provocatorio di massacrare i manifestanti e poi nascondere il manganello e fare le vittime. La verità è che la risposta della massa del corteo livornese è un atto di difesa dalla repressione voluta da questo governo di macelleria sociale, sostenuto dal PD. È un atto con cui i manifestanti, anche a Livorno, come è successo già in altre città italiane, hanno ribadito il proprio diritto a manifestare senza essere manganellati e massacrati ogni volta che scendono in piazza. 5 dicembre 2012 |