Vertice straordinario del Consiglio europeo Asse Sarkozy-Berlusconi-Zapatero per l'espulsione dei rom Censurata la commissaria alla giustizia Ue che aveva paragonato l'espulsione francese dei rom alle deportazioni naziste Il vertice straordinario della Ue, convocato il 16 settembre a Bruxelles con all'ordine del giorno le relazioni internazionali e l'economia, ha finito per centrare l'attenzione sulla questione della smantellamento dei campi e l'espulsione dei rom dalla Francia annunciata lo scorso 30 luglio dal presidente Nicolas Sarkozy e messa in pratica nel mese di agosto. La Commissione stava preparando una procedura di infrazione verso Parigi per le espulsioni collettive non previste dalle leggi europee ma un Sarkozy furioso per la denuncia di due giorni prima della commissaria alla giustizia, che aveva giustamente paragonato l'espulsione francese dei rom alle deportazioni naziste, è riuscito con la complicità di Berlusconi e Zapatero a uscire indenne dal vertice; che alla fine ha pure censurato la commissaria. La premessa della vicenda si ha il 14 settembre quando il primo dei tre voli charter, annunciati dal ministro dell'immigrazione francese Eric Besson, partiva da Marsiglia verso Bucarest, con a bordo 69 rom, di cui 12 bambini. Per il governo di Parigi si trattava di "volontari" mentre molte associazioni umanitarie bollavano la "sinistra messa in scena". La commissaria alla giustizia, la lussemburghese Viviane Reding, che già aveva ammonito Parigi contro le deportazioni, denunciava: "sono stata personalmente colpita dalle circostanze che danno l'impressione che delle persone vengano espulse da uno stato membro perché appartengono a una determinata minoranza etnica. Pensavo che l'Europa non sarebbe più stata testimone di questo genere di situazioni dopo la seconda guerra mondiale". Al vertice di Bruxelles le dichiarazioni della Reding erano condannate in particolare, oltre che da Sarkozy, dallo spagnolo Zapatero e da Berlusconi in piena sintonia in linea di principio ma anche per le espulsioni già messe in atto, cui si è agggiunta la Merkel costringendo il presidente della Commissione Barroso a censurare la commissaria. Nel pranzo di lavoro Berlusconi ha chiesto che sia solo il presidente Barroso a fare dichiarazioni pubbliche per conto della Commissione, commissarie e portavoce dovrebbero tacere. Una proposta che aveva già lanciato quando un portavoce della Commissione aveva criticato i decreti sull'"emergenza rom", comprese le schedature di massa, emanati dal governo italiano nel 2008. La questione era momentaneamente chiusa dal Presidente della Ue, Van Rompuy, che sottolineava come "la Commissione ha il diritto/dovere di far applicare le sue direttive, in particolar quella sulla libera circolazione e quella sulla non discriminazione, due diritti fondamentali che nessuno mette in discussione", e quindi ha il diritto di esprimere le sue opinioni, ma anche che "uno stato membro ha il diritto e il dovere di far applicare la sua legislazione nella salvaguardia dello stato di diritto", assolvendo Parigi. Se ne riparlerà al prossimo consiglio, intanto Sarkozy va avanti nelle espulsioni. 22 settembre 2010 |