Il rinnegato Crocetta: dalle frequentazioni mafiose all'inciucio come metodo di governo Mercato delle vacche all'Assemblea siciliana Dal nostro corrispondente della Sicilia Nel corso di otto mesi di governo Crocetta non ha affrontato né risolto nessuno dei problemi che affliggono le masse popolari siciliane, ha tuttavia risolto i propri problemi personali concentrando un grande sforzo nel tentativo di consolidare e allargare la maggioranza parlamentare. Premesso che lo scenario politico siciliano, investito dallo tsunami della diserzione, è nel pieno di una crisi di delegittimazione epocale, come non se n'erano mai viste in regione, e quindi molto variabile, al momento in cui abbiamo "fotografato" noi la situazione della maggioranza è questa: 17 deputati del PD, 10 dell'UDC, 6 del Megafono-Lista Crocetta, 7 in Articolo4, 7 in "Democratici riformisti per la Sicilia". Appoggiano il governatore inoltre Girolamo Fazio, ex-PDL e Antonio Venturino, ex-M5S confluiti nel gruppo Misto. Per comprendere meglio in quale melma politica reazionaria Crocetta abbia piantato le fondamenta della sua ascesa politica, ci limiteremo a dare alcune note sui componenti della neoformazione "Megafono-Lista Crocetta", presente alle elezioni regionali del 2012, e alle politiche 2013 per il senato, e sull'origine delle recenti neoformazioni parlamentari nate in appoggio al governatore. I deputati iscritti al gruppo parlamentare dell'Ars de "Il Megafono-Lista Crocetta" sono 5 (6 con il governatore). Giovanni Di Giacinto, presidente del gruppo, ex-esponente di Grande Sud (Miccichè) ex-sindaco di Casteldaccia (Palermo), indagato dalla Procura di Termini Imerese per una vicenda che riguarda un appalto da dieci milioni di euro per l'illuminazione pubblica. Antonio Malafarina, vice-presidente del gruppo parlamentare. Ex-vicequestore di Caltanissetta, colui che scrisse una nota informativa sui rapporti tra Crocetta e l'ex-mafioso Emanuele Celona. Giambattista Coltraro, ex-responsabile del dipartimento Attività Produttive UDC Sicilia. Nello Dipasquale, ex-PDL, ex-sindaco di Ragusa ed ancora ras del capoluogo. Salvatore Oddo ex-PSI, poi SDI, deputato regionale eletto nel 2006 col gruppo "Uniti per la Sicilia". È lui uno dei principali sostenitori del progetto dei circoli ex-PSI ed ex-SDI di sciogliersi dentro il movimento Territorio creato da Nello Dipasquale a sostegno di Crocetta nelle recenti amministrative siciliane. Le neoformazioni parlamentari "MPA e Grande Sud sono finiti - dichiarava Crocetta in campagna elettorale per le politiche, quando presentava la sua lista al senato - chi vuol rimanere in sala rianimazione, lo faccia pure". In quel momento alcuni deputati regionali dal MPA transitano verso i partiti che appoggiano Crocetta, ciò convince Rino Piscitello, segretario regionale del Partito dei siciliani - MPA a depositare alla Procura di Palermo un esposto sul cosiddetto "mercato delle vacche" all'assemblea regionale siciliana. Infatti, in occasione delle elezioni regionali dell'ottobre 2012 le liste del Partito dei Siciliani-MPA, le quali sostenevano il candidato alla presidenza Gianfranco Miccichè (Grande Sud) conquistano 9 seggi. Ne rimangono solo 7 e traballanti. Nicola D'Agostino, il MPA più votato nella provincia di Catania passa all'UDC, Giuseppe Picciolo passa alla neoformazione "Democratici riformisti per la Sicilia". La recente fondazione di tale gruppo, che vede come registi Crocetta e l'ex ministro Salvatore Cardinale, costituisce di certo una delle più eclatanti operazioni inciuciste avvenute nel parlamento siciliano negli ultimi anni. A tale gruppo aderiscono al momento 7 deputati: il detto Picciolo Giuseppe (ex-MPA), Edmondo Tamajo e Riccardo Savona, provenienti da "Grande Sud", Salvatore Lo Giudice, eletto con la lista "Nello Musumeci Presidente", il maggiore "antagonista" di Crocetta alla poltrona di presidente. Al gruppo aderiscono 2 eletti di "Il Megafono- lista Crocetta", Marcello Greco e Gianfranco Vullo, ma di certo il pezzo da novanta del gruppo è Marco Lucio Forzese, indagato nell'inchiesta sulle promozioni facili al Comune di Catania. che lascia l'UDC, con il quale era stato eletto. L'altra neoformazione che raccoglie adepti per il governatore è Articolo4, nata da un'operazione a tavolino diretta da Nicola Leanza, (DC, CCD, UDC, MPA, ex-segretario regionale del MPA, ex-deputato a Montecitorio ed ex-vicepresidente della regione designato da Cuffaro, presidente ad interim tra le dimissioni di Cuffaro e l'insediamento di Lombardo, assessore nella giunta Lombardo), candidato ed eletto nel 2012 nella lista Crocetta. Ad Articolo4 da febbraio ad oggi hanno aderito 7 deputati, oltre ad alcuni ex-UDC, e Ruggirello Paolo, proveniente da "Nello Musumeci Presidente". Nel gruppo Giuseppe Nicotra, eletto con UDC, ex-sindaco di Aci Catena (Catania) rimosso nel 1993, quando il comune venne sciolto per mafia. Tra coloro che aderiscono anche Salvatore Cascio, e Valeria Sudano, entrambi provenienti da Cantiere popolare dell'ex-ministro Saverio Romano indagato per mafia e assolto a causa dell'"incertezza" e "contradditorietà" delle prove. Basta guardare l'organigramma del parlamento, per comprendere come ha ripagato Crocetta Antonio Venturino, fouriuscito da M5S e approdato al gruppo misto in appoggio a Crocetta, diventa vice Presidente Vicario dell'Assemblea Regionale Siciliana. Ruggirello Paolo, approdato ad Articolo4 dopo aver abbandonato l'opposizione diventa deputato questore, insieme a Salvatore Antonino Oddo, eletto con Il Megafono. Tra i premiati alcuni deputati nominati segretari, come Salvatore Lo Giudice proveniente dalla lista Musumeci e approdato a Democratici Riformisti per la Sicilia. Si parla già di allargare la divisione delle poltrone d'oro delle partecipate siciliane anche ai clientes dei neogruppi e di un possibile rimpastino inciucista di governo che tiri dentro qualcuno dei neoadepti della maggioranza. Alcune note biografiche È utile ricordare che Crocetta è il terzo presidente direttamente eletto dai siciliani, dopo la controriforma elettorale regionale del 2001 che ha consegnato nelle mani dei governatori regionali dei poteri politici enormi con larghissime possibilità di manovra. I primi due governatori direttamente eletti, Salvatore Cuffaro (UDC espulso) e Raffaele Lombardo (MPA), hanno concluso in maniera vergognosa la loro carriera politica: il primo costretto alle dimissioni da un'ondata di manifestazioni popolari e condannato in Cassazione a 7 anni di reclusione, che sta scontando, per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra; il secondo dimessosi perché accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Molto si è detto su come questi due governatori che, grazie agli smisurati poteri presidenziali, hanno accresciuto il loro potere all'ombra di poco raccomandabili frequentazioni, delle loro manovre parlamentari inciuciste, della spartizione ai clienti delle poltrone d'oro nella sanità e nelle partecipate regionali, del loro impegno per alimentare all'infinito l'emergenza idrica e dei rifiuti. Poco, troppo poco, si dice sulla stampa borghese a proposito del terzo dei governatori direttamente eletti, Rosario Crocetta (PD). Eppure, in appena otto mesi, il pupillo del "centro-sinistra", l'"icona" dell'antimafia istituzionale, è riuscito a dimostrare di sapersi muovere all'interno degli ampi margini fornitigli dai suoi poteri di governatore con la stessa disinvoltura clientelare e inciucista, con lo stesso disprezzo per le esigenze delle masse popolari che hanno contraddistinto i precedenti due governatori direttamente eletti. Non solo, lo spregiudicato Crocetta, ampiamente delegittimato dalla larghissima diserzione alle urne, inchiodato allo spettro dell'ingovernabilità che gli metteva davanti la minoranza parlamentare (37 deputati su 90), è riuscito con una furbesca operazione a metter in piedi una politica di larghissime alleanze che nel giro di breve tempo lo ha portato ad avere la maggioranza assoluta in parlamento (49 deputati), e a sbarazzarsi dell'appoggio esterno del M5S che pensava di avere in mano le chiavi della governabilità e di riuscire a "rivoluzionare" il parlamento siciliano. Per la verità tutta la biografia politica, iniziata nel PCI revisionista e, dunque, la carriera dentro le istituzioni borghesi di Crocetta è all'insegna dell'opportunismo. Dopo l'ingloriosa fine del PCI aderisce al PRC con cui diventa assessore alla cultura del comune di Gela (Caltanissetta) dal 1996 al 1998. Nel 1998 si sposta a destra e passa alla Federazione dei Verdi con cui è rieletto consigliere comunale. In relazione a queste elezioni, in un'informativa alla Procura di Caltanissetta, il vice questore di Gela Antonio Malafarina, scrive che Crocetta venne sostenuto da Emanuele Celona, adesso collaboratore di giustizia, ma ai tempi esponente di spicco della famiglia mafiosa degli Emmanuello di Gela. Malafarina, adesso parlamentare siciliano eletto nel listino del governatore, rettifica sostenendo che Crocetta avrebbe avuto solo occasionali rapporti con Celona. Tuttavia rimangono le testimonianze dell'allora presidente della sezione cittadina dei Verdi, Saverio Di Blasi: "Celona organizzava con Crocetta incontri in un garage del Bronx, il quartiere della criminalità gelese. Distribuiva il suo materiale elettorale. Saliva con lui sul palco durante i comizi. Fra i due c'era un'amicizia strettissima: Celona l'ho incontrato anche a casa di Rosario, e Rosario ci dava spesso appuntamento nella libreria di Celona". Di Blasi viene messo a conoscenza di chi è Celona e chiede spiegazioni a Crocetta: "Mi disse che Celona era un bravo ragazzo. E per me la cosa finì lì. Fin quando lo stesso Celona, qualche giorno dopo, arriva in sede mentre sono lì con Amato (Emanuele Amato, segretario dei Verdi, ndr). Ci guarda a muso duro: 'Che fa, non vi piace la mia faccia?' domanda in dialetto. Intanto si apre la giacca: ha una pistola infilata nella cintura". Crocetta è eletto e nel 2000 si iscrive al Partito dei Comunisti Italiani. Diventa assessore comunale alla Pubblica Istruzione. Poco dopo, nel maggio del 2002, il campione di salto della quaglia è candidato a sindaco per il "centro-sinistra". Vari altri sono gli episodi raccontati da testimoni, benché smentiti dal governatore. Ad esempio un pranzo organizzato da Crocetta in cui avrebbe promesso a Salvatore Di Giacomo, esponente di una famiglia mafiosa di Gela, l'interessamento a un posto di lavoro per il figlio, se fosse stato eletto sindaco. Tale vicenda è raccontata da un ex-dirigente del Comune di Gela, Roberto Sciascia, ai carabinieri, nell'ambito di un'indagine condotta dal pubblico ministero Nicolò Marino, oggi assessore all'energia del governo Crocetta. Un altro collaboratore di giustizia, Rosario Trubia, che secondo i magistrati avrebbe retto il clan Emmanuello dal '95 al '98, chiama in causa l'attuale governatore: agli atti di un interrogatorio del 2007 si ritrova la dichiarazione di un sostegno che "delinquenti e figli di delinquenti" avrebbero dato a Rosario Crocetta. Tanto che la mafia, dopo l'elezione, si sarebbe lamentata per il cambio di posizione del candidato, non appena eletto. Non ha mai chiarito Crocetta, ad esempio, perché, quand'era sindaco a Gela, votò la delibera di giunta del 27 luglio 2005 riguardante il "Progetto cantieri di servizio" che portò la ricca moglie del boss latitante Daniele Emmanuello nelle liste del reddito minimo comunale e a lavorare nell'ufficio del vicesindaco e poi con l'assessore all'Ecologia della giunta per 800 euro al mese. Solo dopo un'informativa di polizia Crocetta la licenziò. Crocetta era ritenuto anche amico di Emanuele Fraglica, finito nella maxi-inchiesta antimafia "Terra nuova" del 2005. Nel 2004 il collaboratore di giustizia Salvatore Cassarà indica i Fraglica "a disposizione dei Rinzivillo", l'altra famiglia mafiosa di Gela ed Emanuele Fraglica, amico di Crocetta e componente del nucleo di valutazione artistica del Comune di Gela, come "corriere" della droga. Nel 2007 Crocetta viene rieletto sindaco per il "centro-sinistra" e nel 2008 aderisce al PD, partito per il quale è eletto nel 2009 al Parlamento europeo. Nell'agosto 2012 viene ufficializzata la sua candidatura per il "centro-sinistra" a governatore ed eletto il 28 ottobre. 17 luglio 2013 |