Alle elezioni per il rinnovo della Camera bassa Astensionismo, frodi, schede truccate, voti comprati alla farsa elettorale in Afghanistan Le elezioni del 18 settembre in Afghanistan per la nomina dei 249 membri della Wolesi Jirga, uno dei due rami del parlamento sono state contraddistinte, come era prevedibile, da una serie di frodi, schede truccate o raddoppiate, casi di corruzione tra funzionari pubblici che le hanno ricondotte al ruolo di farsa. Il presidente Hamid Karzai puntava a garantirsi una maggioranza in parlamento per essere sicuro di far passare la revisione della Costituzione che gli permetterà di concorrere per un terzo mandato. E tanto ha ottenuto. Ma quello che esce dalle urne del 18 settembre è un parlamento delegittimato dalle frodi e prima ancora dall'alta diserzione del voto. L'indicazione del boicottaggio delle urne era stata lanciata dai talebani e ha raggiunto larghissimi consensi in tutte le regioni del paese. Secondo i dati forniti dalla Commissione elettorale indipendente, "indipendente" solo di nome, l'affluenza alle urne sarebbe stata di circa il 40% dei circa 11 milioni di aventi diritto al voto. Per quanto riguarda i risultati definitivi sono attesi per il 31 ottobre. All'ultima consultazione, le presidenziali del 2009, i votanti erano stati il 30% e l'aumento di dieci punti ha fatto gridare al successo il presidente fantoccio e gli occupanti imperialisti che lo reggono a Kabul. Già gridare al successo con solo il 40% dei votanti sarebbe quantomeno esagerato ma diversi osservatori hanno fatto notare che probabilmente la diserzione delle urne è stata molto più ampia. Due conti li ha fatti Peacereporter che ha stimato in un misero 24% gli elettori che si sarebbero recati alle urne. E probabilmete ancora meno. Intanto si registra che la Commissione elettorale aveva stabilito in circa 11 milioni il numero degli aventi diritto al voto, contro i 17 milioni del 2009. Sei milioni di elettori cancellati a tavolino che, se conputati nel corpo elettorale, farebbero scendere la partecipazione al voto al 24%. Ma anche questo dato risulta poco credibile a fronte delle testimonianze di giornalisti e degli osservatori elettorali che hanno notato come in moltissimi seggi sono andate a votare poche decine di persone e il responso delle urne sia stato di diverse centinaia di voti. Delle 6.835 postazioni di voto, quasi un quarto non sono state nemmeno aperte, molte hanno chiuso le operazioni dopo poche ore per mancanza di votanti. Molti i casi nei quali agenti prezzolati dei candidati locali hanno riempito le urne con schede già compilate, in alcuni distretti le urne erano già piene prima ancora dell'apertura dei seggi. Tessere elettorali false, già precompilate, erano state notate dagli osservatori che ne hanno stimato il numero in circa un milione e mezzo. Se si considera che i voti validi sono stati quattro milioni, si può ben dire che la democrazia afghana sponsorizzata dalle potenze imperialiste occupanti non riesce nemmeno a nascondere la farsa. 29 settembre 2010 |