Interessante scoperta dall'analisi del voto alle politiche Quasi un quarto dei giovani si sono astenuti Se c'è una cosa su cui la destra e la "sinistra" della classe dominante borghese concordano in merito ai risultati elettorali è che l'Italia sarebbe "spaccata in due". Questo perché le due coalizioni borghesi in lizza, quella guidata dall'economista democristiano Romano Prodi e quella capeggiata dal neoduce Silvio Berlusconi, si sarebbero divise più o meno a metà i consensi dell'"elettorato". C'è però una falsità di fondo in questo ragionamento, apparentemente logico, che tutti i partiti e i mass-media del regime neofascista danno per scontato: ed è che non tiene minimamente conto degli astenuti, che vengono cancellati dai conteggi come se non esistessero nemmeno. Ma non è così. E poiché invece gli astenuti non solo esistono, ma sono anzi parecchi (più di 10 milioni alla Camera, poco meno di 10 milioni al Senato), il tenerne conto o meno cambia radicalmente l'interpretazione dei risultati elettorali, come da sempre ci battiamo per sostenere e dimostrare. Pertanto, se si tiene conto degli astenuti, la cosiddetta spaccatura a metà non riguarda più l'"elettorato", ma semmai soltanto i votanti, o più esattamente i voti validi, perché c'è poco meno di un quinto dell'elettorato che anche stavolta si è rifiutato di dare il proprio consenso all'uno o all'altro polo della classe dominante borghese. Stando così le cose come si può parlare di "spaccatura a metà" del nostro Paese, dal momento che a conti fatti, per i partiti della casa del fascio, hanno votato non la metà degli elettori, ma semmai la metà dell'80%, cioè il 40% dell'elettorato? Se poi invece dell'elettorato in generale si prende in considerazione quello giovanile, questo scarto diventa ancora più evidente. Secondo infatti un'indagine sui flussi elettorali condotta dall'istituto di ricerche Swg, tra i circa 3 milioni di giovani dai 18 ai 23 anni, cioè quelli che non avevano ancora l'età per votare alle precedenti politiche del 2001, soltanto il 34,6% ha votato per il "centro-destra": vale a dire ben sotto la media generale del 40% che abbiamo calcolato sopra con un semplice ragionamento. Quelli che hanno votato invece per il "centro-sinistra" sono il 42,1%, più o meno in linea con la media generale o poco sopra. La differenza più grossa riguarda gli astenuti, che in questa fascia di elettori rappresentano il 23,3%, nettamente sopra alla media generale dell'astensionismo. Cosa ci dicono questi dati? Che l'elettorato giovanile non solo non è "spaccato a metà", ma che per ben due terzi vota a sinistra o si astiene. Cioè il neoduce Berlusconi e la Casa del fascio perdono consensi tra i giovani, dopo l'amara esperienza dei suoi 5 anni di governo, con la precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro, lo sfascio della scuola pubblica, la partecipazione alle guerre imperialiste di Bush, la repressione poliziesca di ogni manifestazione di dissenso, il proibizionismo clerico-fascista sulle droghe, l'aborto, le unioni di fatto e omosessuali, ecc. Ma ci dice anche che un quarto dei giovani alla loro prima esperienza di voto ha scelto di astenersi, non fidandosi nemmeno della falsa "alternativa" rappresentata dall'Unione dei riformisti, democristiani, rinnegati e falso comunisti guidata da Prodi, che è l'altra faccia della dittatura della borghesia. Dunque tra le ragazze e i ragazzi c'è una netta tendenza ad andare a sinistra, ed è su di essi che anzitutto dobbiamo riporre la nostra fiducia e le nostre speranze. Come ha detto il compagno Giovanni Scuderi nell'editoriale per il 29° anniversario della fondazione del PMLI: "Il capitalismo e il neofascismo con il volto di Berlusconi non ha incontrato il loro favore, una gran parte di essi non tarderà molto a rigettare anche quello con il volto di Prodi. Quanto prima conosceranno il PMLI, tanto prima lo soppianteranno e scopriranno il fascino, l'importanza e la necessità del socialismo". 26 aprile 2006 |