Contare sulle masse e assicurare una giusta direzione al movimento di massa L'autunno di fuoco all'istituto "S. Pizzi" di Capua Un'esperienza che conferma che bisogna avere il coraggio di sostenere l'unico vero partito comunista rimasto in Italia, il PMLI Che questo sarebbe stato un autunno di fuoco, è stato chiaro sin dall'estate nel Casertano come nel resto della Penisola. Ma la vera battaglia, come ci ha insegnato la rivoluzione del compagno Lenin, si fa nel freddo autunno, quando a scaldare gli animi ci restano i nostri ideali (almeno quelli, nessuno può toglierceli). E infatti noi dell'UdS Capua abbiamo deciso di partire proprio da quest'inverno per fare la nostra piccola rivoluzione culturale. Sì, perché i movimenti improvvisi, senza consapevolezza e coscienza, si sa che sono destinati a morire nel nulla, e casomai nella repressione. Così, visto questo presupposto, abbiamo pensato che arrivare all'8 ottobre senza sapere il perché di un corteo sarebbe stato inutile e abbiamo iniziato la nostra battaglia. Abbiamo deciso di partire da un diritto fondamentale, quello di riunire tutti i ragazzi della nostra scuola (che ne vanta 1.500) in un'assemblea straordinaria che informasse gli studenti tutti. Diritto che ovviamente ci è stato negato dal nostro dirigente scolastico (che si dice essere del PD) reprimendo la nostra iniziativa, urlando sulle nostre rivendicazioni, negandoci un diritto costituzionale, concedendoci una eventuale assemblea solo pomeridiana (che avrebbe comunque scarsa affluenza perché la scuola raccoglie studenti lontani fino a 50 km dall'istituto, figuriamoci che difficoltà poter restare). Noi dell'istituto "S. Pizzi", non scoraggiandoci, abbiamo dato vita a quanto di più bello possa nascere dal basso, un collettivo cosciente, autogestito. Siamo partiti con una raccolta di firme, una petizione, per mostrare al dirigente che la sua repressione non è stata la repressione del pensiero di 3 ragazzi, ma dell'istituto intero, per mostrargli che il malcontento si è diffuso in tutti gli studenti. E ovviamente la sua paura l'ha spinto a prendere provvedimenti ignobili, spingendo professori, poveri servi del potere, a umiliarci davanti alle masse studentesche, a fare anti propaganda, a giocarla sul personale. Ma nonostante le ripercussioni personali, guidati anche dal responsabile territoriale dell'UdS Capua e simpatizzante del PMLI, abbiamo continuato nella nostra "impresa", sgomitando a testa bassa. E i frutti si sono mostrati subito, quando nel consiglio d'istituto il preside ribadisce che eventuali assenze di massa ingiustificate saranno punite ferocemente. Ciò butta le basi per un altrettanto feroce dibattito, iniziato da un rappresentante dei docenti, che "Approfittando del sicuro e forte appoggio studentesco" dice "pongo il problema: si può definire assenza ingiustificata uno sciopero contro questa riforma? Ci rendiamo conto che così non possiamo andare avanti? Ci rendiamo conto che dobbiamo svegliarci?". Ovviamente il preside gli urla contro, lo accusa di fomentare la sovversione in noi ragazzi, che non è nel suo ruolo di professore. A questo punto interviene il sopracitato simpatizzante del PMLI, portavoce degli studenti, esordendo con una frase che è diventata un po' simbolo del nostro movimento: "Io parto dal presupposto che lo studente non è un vaso da riempire, ma un focolare da ardere. Così, il professore deve creare coscienze, non automi. Se questo poi infastidisce il dispotismo del preside, è un altro discorso". Con una mossa strategica, con una mossa di fronte unito abbiamo capito che anche i professori sono parte lesa dal governo, e abbiamo unito il loro malcontento al nostro. Il nostro movimento è diventato qualcosa di più grande rispetto a ciò che ci siamo prefissati, tanto da permetterci di organizzare iniziative forti sul territorio, come assemblee popolari in cui ci confrontiamo, studenti con professori, per rendere più chiaro ciò che vogliamo, o come scendere in piazza con iniziative tutte nostre, o come la presenza costante di striscioni fuori scuola che puntualmente misteriosamente non vengono più trovati, o soprattutto come il corteo dell'8 ottobre in cui ci siamo concentrati non tanto per chiedere (il verbo sarebbe troppo riduttivo) quanto per rivendicare ciò che ci spetta: basta studiare in strutture fatiscenti in cui rischiamo addirittura la vita! Basta prepotenze, ripercussioni, offese e umiliazioni personali per chi vuole che i propri diritti siano rispettati! Nonostante le ancora più violente azioni del dirigente scolastico che si è definito "padrone" della nostra scuola, pubblica ovviamente, abbiamo portato (per la prima volta in oltre 60 anni di storia che vanta il nostro istituto) 600 studenti (più della metà) in piazza, a Caserta. Se la scuola è lo specchio della società capiamo bene perché solo il marxismo-leninismo-pensiero di Mao può aiutarci: la rivoluzione, oggi più che mai è necessaria. Come nella scuola, anche nella società il nemico più difficile da combattere non è tanto il padrone in sé per sé, ma la cultura che esso diffonde. Va fatto su scala nazionale ciò che noi stiamo facendo, lottare con le masse, essere tra di loro, fare ciò che Mao fece a suo tempo, farsi portavoce e non capo. Il nostro lavoro è stato ricompensato e tuttora è guardato con orgoglio dall'intero istituto, professori e studenti, la maggior parte dei quali prima erano politicamente e socialmente apatici. Noi non abbiamo fatto niente, abbiamo solo stimolato la massa, abbiamo fatto prendere coscienza. Così il PMLI deve continuare a fare, perché solo nel PMLI e in nessun altro partito comunista possiamo confidare. Non ai revisionisti e riformisti parlamentari deve andare il nostro sostegno e supporto quotidiano, ma solo all'unico vero partito comunista rimasto in Italia, l'unico con il coraggio di esemplificare i grandi maestri del proletariato internazionale, l'unico con il coraggio di dire no al padrone, con il coraggio di inneggiare alla rivoluzione! Solo col PMLI e con gli esempi dei 5 maestri del proletariato internazionale vinceremo! Mauro Maietta - Simpatizzante di Capua (Caserta) del PMLI 20 ottobre 2010 |