In cambio di un panino o di una mela Bambini albanesi usati come cani da caccia Un video denuncia lo sfruttamento della miseria degli albanesi da parte dei cacciatori italiani Bambini tra i 10 e i 14 anni usati come cani da caccia in Albania da parte dei cacciatori italiani. Sembra una storia inventata, eppure è vera; è una storia che potrebbe ricordare tempi medievali e invece si svolge adesso nella "civilissima" Europa. Lo ha rivelato un servizio trasmesso nello scorso dicembre da una rete televisiva albanese che ha accusato i cacciatori italiani e ha denunciato questo "fenomeno di estrema umiliazione della miseria degli albanesi". Il filmato è stato girato nella zona a ovest di Lushnja, vicino ai villaggi di Germenj e Cerme, che è considerata un vero paradiso faunistico nel quale ogni anno si recano centinaia di cacciatori italiani. Un turismo venatorio favorito dal governo di Tirana che chiude più di un occhio su quanto avviene nella zona a partire dalla mancata verifica del rispetto di leggi che definiscono limiti sul numero di prede che si possono abbattere. Ma non è solo la fauna a essere svenduta ai cacciatori, ci sono i bambini sfruttati come schiavi. Alcuni bambini affermano di esere stati picchiati, altri si sono fatti male. Esemplare la dichiarazione di un cacciatore italiano intervistato: " non li pago, gli do cose da mangiare però: panini, mele, frutta". E chiede al giornalista: "Perché...? Non funziona così?". 3 febbraio 2010 |