Per il prezzo del latte Battaglia a Cagliari tra pastori e polizia Occupata ad oltranza la sede della regione Mezz'ora di scontri durissimi con sassaiole, lanci di bottiglie, cassonetti della nettezza urbana rovesciati in risposta ai fumogeni, alle pesanti cariche e alle manganellate della polizia. Così è finita la protesta di un migliaio di pastori sardi iniziata il pomeriggio del 19 ottobre con il presidio davanti al palazzo del Consiglio regionale a Cagliari. Pesante il bilancio: sette gli arrestati, nove i feriti, uno rischia di perdere un occhio. La manifestazione organizzata dal Movimento pastori sardi è l'ennesima da questa estate che vede protagonisti gli allevatori esasperati dalla crisi del settore e dalle inconsistenti risposte dell'amministrazione regionale del Pdl Cappellacci. Dall'aeroporto di Elmas al blocco del porto di Olbia, ad Alghero, Tramatza e Porto Rotondo, a Cagliari le proteste svolte dal 30 luglio scorso dagli allevatori contro l'iniquo prezzo del latte e del bestiame: sessanta centesimi per un litro di latte e quattro euro al chilo per un vitello. Sono listini da fame, dicono i pastori che per produrlo, il latte, spendono sugli 80 centesimi al litro! Un mercato a tutto vantaggio di pochi industriali caseari che rimangono padroni del sistema in spregio alle stesse norme comunitarie che prevedono la fissazione dei prezzi agricoli attraverso accordi interprofessionali. Un minaccioso cordone di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, schierato a difesa del palazzo del governo locale, ha caricato i manifestanti che premevano per entrare ed essere ricevuti dal presidente della regione per ricordargli gli impegni presi e non mantenuti per aiutare il settore agropastorale; al lancio di uova contro le finestre è corrisposto una fitta pioggia di lacrimogeni e manganellate. Durissime le cariche dei blindati della polizia contro donne, anziani e bambini presenti al presidio. "Siamo venuti qui per i nostri diritti e loro mandano la polizia contro donne e bambini". Una delegazione del Movimento riesce ad entrare e decide di occupare la sala della Commissione Bilancio del Consiglio regionale e di continuare a oltranza la protesta in attesa di avere risposte certe. Vengono da Nulvi, Pattada, Ovodda, Busachi e Nugheddu Santa Vittoria. E denunciano: "Siamo alla fame. Siamo ostaggio degli industriali, delle banche, della politica, della burocrazia, degli speculatori, del gasolio, delle bollette". Non vogliono morire insieme alle loro ventiduemila aziende agonizzanti. Il movimento dicono "è un movimento libero, trasversale e incazzato che non si fa imbrigliare". Anzi, hanno dato fuoco alle tessere di chi li ha traditi. All'incontro con i capigruppo regionali la delegazione dei pastori discute sulle misure urgenti per fronteggiare la crisi: sostegno finanziario alle imprese, svuotamento dei magazzini, nuovi prezzi per il latte. La promessa dei capigruppo è una legge ad hoc che deve essere discussa nel consiglio ma poche sono le possibilità visto che Cappellacci non ha intenzione di cercare fondi per onorarla. Di fronte a proposte non concrete nella notte tra mercoledì 20 e giovedì 21 il Movimento pastori ha scelto l'occupazione a oltranza del Consiglio. Alla piattaforma originaria, confermata dalla giunta, si è aggiunto l'inserimento nel disegno di legge (ddl) 186 "Disposizioni in materia di agricoltura", misure volte alla tutela del consumatore sugli agnelli sardi e alcune proposte sulla lavorazione di una quota di latte. Proposte ancora a voce, non scritte. "L'assessore Prato è andato via da qui con la disponibilità a trattare per i de minimis, mentre alla nostra richiesta di proroga oltre la scadenza del 2010, l'assessore ci aveva chiuso la porta in faccia", afferma la delegazione che decide di rimanere sino a sabato 23 in Consiglio poi forse uscirà, ma non prima di aver definito i dettagli di una nuova protesta in piazza, da organizzare in contemporanea con la discussione in aula della legge sull'emergenza del comparto. Sotto la sede regionale occupata, in via Roma a Cagliari, sono iniziati i turni programmati tra le delegazioni di tutta l'isola venuti a sostegno degli occupanti; una cinquantina di pastori è rimasta sotto i portici, insieme a una nutrita rappresentanza di studenti. Significativo della volontà di lotta dei pastori e delle loro famiglie è lo striscione appeso al palazzo "Lotta continua. Fermarsi=morire". Sotto la Regione è giunta anche una delegazione di operai dell'Eurallumina, in cassa integrazione, che hanno portato la propria solidarietà ai pastori in lotta. Il 26 gli allevatori hanno deciso di abbandonare l'aula dopo aver incontrato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, il presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo e i capogruppo del Pdl e Pd ed aver ottenuto l'apertura di un tavolo separato per affrontare e condividere gli interventi a sostegno del comparto agropastorale e, da subito, la ripresa della discussione sul ddl 186. La mobilitazione non è finita ma solo rallentata, dicono i pastori, in attesa delle verifiche. 27 ottobre 2010 |