Ad Alghero il neopodestà di Forza Italia vieta "Bella Ciao" alla manifestazione del 25 Aprile E migliaia di antifascisti la cantano a squarciagola Il 25 Aprile Alghero antifascista ha reagito. È scesa in piazza e ha respinto al mittente il gravissimo attacco alla Resistenza sferrato dal sindaco di Forza Italia, Marco Tedde, un ex socialista, che nei giorni precedenti con un atto di imperio aveva vietato alla banda musicale di suonare la canzone simbolo della Resistenza alle celebrazioni ufficiali del 25 Aprile sostituendola esclusivamente con il patriottardo e nazionalista inno di Mameli. Una mossa con la quale Tedde, da degno allievo e pupillo del neoduce Berlusconi, ha tentato di portarsi avanti nel lavoro già minacciato dal filomafioso Marcello Dell'Utri di riscrivere la storia cancellando definitivamente la Resistenza e la discriminante antifascista e riabilitare il fascismo. La decisione di Tedde aveva provocato la dura reazione dei partiti del "centro-sinistra" cittadino e anche dell'Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'autonomia. Il pupillo di Berlusconi però aveva tirato dritto per la sua strada, minacciando e auspicando l'intervento delle "forze dell'ordine" se durante la cerimonia ci fossero stati "gli estremi della provocazione" con qualche "estremista di sinistra" che "cominciasse ad alzare i pugni al cielo". Ma la risposta più adeguata gliel'hanno data gli oltre duemila antifascisti che, rispondendo all'appello del Cantiere sociale di Alghero, hanno partecipato al corteo cantando a squarciagola "Bella ciao" e altri canti partigiani, accompagnati dai fiati, dal trombone, dalla fisarmonica e dalla tromba suonati dai giovani musicisti della banda "alternativa". Un corteo non istituzionale, gioioso e combattivo che ha tallonato passo passo quello istituzionale. Cosicché ad ogni tappa del cerimoniale (che prevedeva l'omaggio alla lapide che ricorda il bombardamento aereo della città del 17 maggio 1943, ai monumenti dei caduti del mare, al porto, dell'aria, ai giardini pubblici, e alla torre di Porta Terra, in memoria dei morti delle due guerre mondiali) la banda suonava la marcetta nazionalpatriottarda di Mameli, il sindaco deponeva le corone di alloro e il corteo degli antifascisti a cantare "Bella ciao" con tutto il fiato che aveva in corpo, spesso coi pugni alzati e già che c'erano, in qualche caso, pure cantando "Bandiera rossa". La sfida al neopodestà di Alghero è andava avanti anche dopo il termine delle celebrazioni. Il corteo antifascista è rimasto sotto il municipio e per sturar bene le orecchie a Tedde ha suonato e cantato nuovamente a gran voce "Bella ciao" e altri canti popolari. Il neopodestà di Alghero, facendo buon viso a cattivo gioco, si è visto costretto a ingoiare il rospo e ha sibilato: è "stata una festa bellissima che ha fatto sì che tanta gente di sinistra, che negli anni scorsi disertava le celebrazioni del 25 aprile, oggi è scesa in piazza". Insomma per questa volta la "pietra" che voleva scagliare contro la gloriosa Resistenza e gli eroici partigiani gli è ricaduta malamente sui piedi. 30 aprile 2008 |