Bellavita: "Epifani dica se su Pomigliano stiamo sbagliando" "Non la Fiom ma la Cgil rischia l'isolamento" Dura e senza peli sulla lingua la risposta di Sergio Bellavita, segretario nazionale della Fiom, alle accuse proditorie del segretario generale della Cgil, il destro Guglielmo Epifani, lanciate nel corso della riunione del direttivo della Cgil Emilia-Romagna, cui era presente. Nella circostanza Epifani aveva parlato del "tentativo di Federmeccanica di mettere fuori gioco la Fiom per molto tempo". Il riferimento era alla recente disdetta del contratto nazionale dei metalmeccanici siglato unitariamente nel gennaio 2008 da tutte e tre i sindacati di categoria, e all'incontro fissato il 15 settembre tra l'Associazione degli industriali meccanici e Fim e Uilm per decidere le contestate deroghe al contratto. In modo ambiguo aveva aggiunto che è importante "non lasciare sola la Fiom, ma anche la Fiom non si isoli". Su questo Epifani aveva insistito affermando che quella lanciata da Federmeccanica è una sfida alla quale la Fiom e la Cgil devono saper rispondere: "la Confederazione - concludeva - non lascerà sole le sue tute blu, ma quest'ultime devono evitare l'isolamento per non rischiare una comune sconfitta". In una nota del 15 settembre Bellavita ha risposto così: "Quando si dice che la Fiom rischia l'isolamento occorrerebbe dire con franchezza se si considerano sbagliate le scelte dei metalmeccanici. Occorrerebbe dire se la Cgil considera materie come il diritto di sciopero, il diritto alla malattia, la non derogabilità dei contratti e l'esistenza stessa del potere contrattuale dei lavoratori, trattabili oppure no. Occorre dire - ha proseguito - se il modello di Pomigliano è da rigettare oppure se su quella base si può trattare. Nel pieno del più grande attacco ai diritti dei lavoratori nella storia della Repubblica era lecito attendersi qualcosa di segno diverso dal segretario generale della Cgil"- "Il consenso alla Fiom cresce - ha avvertito Bellavita - perché tutti nei luoghi di lavoro hanno capito cosa sta succedendo. Il punto vero è che la Cgil rischia l'isolamento, quello più grave e drammatico, quello delle condizioni reali delle lavoratrici e dei lavoratori". Non servono i toni pacati, "occorre rabbia, indignazione e conflitto per impedire a Confindustria, Fiat e governo - è stata la sua conclusione - di cancellare nel silenzio generale i diritti e le tutele del lavoro. E questo di certo non riguarda solo la Fiom ma tutta la Cgil". 29 settembre 2010 |