Lo sostiene un dirigente nazionale della FIOM "Occorre una grande manifestazione per cacciare Monti" "La mobilitazione ci deve portare allo sciopero generale" "Il movimento sindacale è di fronte alla più pesante offensiva contro i diritti dei lavoratori della storia della Repubblica". Così inizia la posizione espressa il 9 febbraio da Sergio Bellavita, dirigente nazionale della FIOM ed esponente di primo piano de "La CGIL che vogliamo". "È il frutto avvelenato del governo dei professori, vera rappresentanza diretta degli interessi della finanza, delle imprese. È il lascito amaro - prosegue - della vergognosa, impresentabile e devastante esperienza di governo di Berlusconi". Bellavita sottolinea con preoccupazione la totale assenza di una risposta sociale adeguata. "Così come è accaduto sulle pensioni - cita in proposito - in poche settimane rischia di passare la libertà assoluta di licenziamento senza nessuna, vera, coerente, conseguente opposizione né politica né sociale". "Con la complicità e il sostegno del centrodestra e del centrosinistra - denuncia il dirigente FIOM - si consente al professor Monti di fare quello che al cavaliere non è stato consentito". "Cgil-Cisl-Uil non hanno alcun mandato dei lavoratori e delle lavoratrici a convenire o a non opporsi al tentavo di cancellare l'intero sistema dei diritti e delle tutele del lavoro". Per tutte queste ragioni, indica Bellavita, la FIOM deve operare per costruire l'opposizione sociale. "Il Governo Monti - dice - se ne deve andare... La grande manifestazione prevista per sabato 18 febbraio (successivamente rimandato, ndr) deve rappresentare il punto di partenza di una campagna sociale che deve portare allo sciopero generale per l'affermazione del Contratto nazionale di Lavoro, contro il modello Marchionne, contro il Governo Monti". 15 febbraio 2012 |