Belpasso (Catania) Diserzione al 43,7% al turno di ballottaggio Eletto il vicesindaco uscente Carlo Caputo, sostenuto da Articolo4 e liste civiche, con il 25,5% del corpo elettorale Dal nostro corrispondente della Sicilia Il popoloso comune di Belpasso (26.378 abitanti), Catania, torna al voto dopo 4 anni dalle precedenti elezioni, tenutesi nel 2009, poiché il neopodestà Alfio Papale, PDL, alla guida della cittadina da dieci anni, si era dimesso nel settembre del 2012, nelle speranze, entrambe deluse, di essere eletto deputato regionale o nazionale. Il primo dato politico da mettere in evidenza è la crescita della diserzione dalle urne tra il primo e il secondo turno. La diserzione al primo turno è stata del 27,1% e al secondo turno del 43,7%, con una variazione percentuale del +16,6%: si tratta di una consistente conferma della tendenza già rilevata in altri comuni siciliani della stragrande maggioranza delle masse popolari nei confronti dell'elezione del sindaco, carica istituzione sempre più caratterizzata dal presidenzialismo, dal decisionismo, dall'arroganza fascista che le masse popolari rifiutano e puniscono. Se poi analizziamo la variazione dell'astensionismo complessivo rispetto al 2009, vediamo che esso aumenta rispetto di 599 voti, attestandosi a 6.165 elettori e al 27,8% del corpo elettorale. L'aumento percentuale è "contenuto" ad un +0,4, anche a causa dell'aumento del corpo elettorale di 1.745 unità. Anche a Belpasso si rivela la tendenza generale dell'astensionismo complessivo a diminuire rispetto alle regionali del 2012 e alle politiche del 2013. Tenendo conto che i fattori che influenzano le scelte elettorali sono diversi, è da sottolineare che in Sicilia è sentita fortemente la lontananza dei parlamenti nazionale e regionale dai problemi concreti delle masse popolari ed è, quindi, ovvio attendersi un maggiore astensionismo quando si vota per queste due istituzioni fortemente delegittimate agli occhi dei siciliani. I numeri parlano chiaro: sono -4.954 i voti in meno andati all'astensionismo alle amministrative 2013 rispetto alle regionali 2012 (-22,8%), e -1.464 quelli rispetto alle politiche 2013 (-8%). Ritornando al paragone tra le due amministrative e assodato il fatto che la pressione e il ricatto sulle masse popolari è maggiore nelle elezioni comunali, è anche necessario mettere in evidenza che in questa tornata la pressione sulle elettrici e gli elettori è aumentata esponenzialmente: nel 2013 sono 8 i candidati a sindaco, 16 liste e 309 candidati al consiglio comunale, contro i 3 candidati a sindaco, le 8 liste e i 155 candidati al consiglio comunale del 2009. Già soltanto considerando tale imponente macchina da guerra elettorale borghese si può comprendere come il dato dell'aumento dell'astensionismo belpassese sia straordinario e non scontato. Ma vi è un elemento politico ancor più rilevante. Come si può vedere dalla tabella che presenta in modo disaggregato le tre forme di astensionismo (diserzione, schede bianche e schede nulle), nelle elezioni amministrative del 2009 e del 2013, è evidente che il peso maggiore dell'aumento dell'astensionismo è legato all'aumento della diserzione. Essa passa da 4.883 voti del 2009 a 5.696 voti: +813 voti alla diserzione. Parallelamente rispetto al 2009 sono diminuite le schede bianche da 190 a 61 e le schede nulle da 533 a 398. Segno che gli astensionisti si spostano con sempre più coraggio e coscienza politica verso la forma più forte, quella pubblica di astensionismo, la diserzione, rispedendo al mittente le pressioni clientelari e i ricatti economici. Il voto ai partiti La neoformazione "Fenice" risulta la lista più votata dopo il partito dell'astensionismo. Collegata al sindaco eletto Carlo Caputo, raccoglie diversi esponenti della politica borghese, tra cui alcuni provenienti dal PDL, come la consigliera uscente Maria Luisa Aiello o dal Partito dei Siciliani, come il consigliere uscente Alfio Licandri. Si tratta di una lista che ha certamente sottratto voti al PDL che ne perde ben 2.351 rispetto alle precedenti amministrative, fermandosi a 1.815 voti. C'è da dire che quasi tutte le liste borghesi risentono dell'estrema frammentazione del sistema partitico borghese in Sicilia, dove il quadro è stato generalmente dominato dall'ingresso di diverse "nuove" formazioni che fanno capo a questo o a quel deputato regionale e hanno tolto migliaia di voti ai partiti d'origine. Il discorso riguarda, ad esempio Articolo4, anch'essa in appoggio al sindaco eletto, nata da una scissione in seno all'UDC siciliano. A Belpasso raccoglie 1.694 voti, togliendoli praticamente tutti all'UDC, che crolla miseramente non riuscendo, con i suoi 406 voti, a superare il micidiale sbarramento del 5%. Stessa sorte tocca al PD: fuori dal consiglio comunale. Un vero e proprio disastro politico. Appena 394 voti, il PD ne perde 1.515 rispetto alle precedenti amministrative, 442 rispetto alle regionali e 1.219 rispetto alle politiche. Evidentemente il partito sta pagando anche a Belpasso, come nel resto della Sicilia, le scelte antipopolari che lo hanno caratterizzato a livello regionale e nazionale. Il crollo, meno evidente in altri comuni siciliani dove il candidato del PD arriva al ballottaggio e talvolta vince con l'appoggio di una miriade di liste non tutte afferenti al "centro-sinistra", è palese a Belpasso, dove il candidato sindaco Luciano Mirone, è travolto al primo turno. Delle liste a lui collegate entrano nel consiglio comunale "Movimento la direzione giusta", con 1.096 voti e la lista "Megafono" del governatore Crocetta, con 744 voti. Anche a Belpasso si conferma il crollo del M5S in Sicilia. Il suo candidato, Luca Santi Jesus De Luca, non va neanche al ballottaggio. Il movimento raccoglie 663 voti e ne perde 782 rispetto alle regionali e 4.353 rispetto alle politiche e non riesce a superare lo sbarramento. La ripartizione complessiva dei seggi in consiglio a Belpasso rende conto di una sorta di terremoto elettorale nella cittadina che spazza via tutti i tradizionali partiti borghesi, fortemente delegittimati dalle masse, a parte il clientelare PDL, e la vittoria di liste civiche e nascenti formazioni partitiche, nuovi inganni sui quali le masse belpassesi dovranno maturare un'esperienza politica nei prossimi mesi. Dodici seggi vanno alle liste collegate al sindaco Caputo: 5 alla lista "Fenice", 4 ad "Articolo4", 3 a "Scelgo Belpasso". Degli scheramenti d'"opposizione" 3 vanno al PDL, 1 a "Rinnovare Belpasso", 2 a "Movimento la direzione giusta", 1 a Crocetta, 1 a "Belpasso civica". Il neopodestà eletto Si apre uno scenario da cosiddetta maggioranza blindata in consiglio per il delegittimatissimo neopodestà, Carlo Caputo, ex-MPA, eletto con appena 5.672 voti, pari al 25,5% del corpo elettorale. Com'è possibile avere una tale forza in consiglio con appena 1 elettore su 4? Succede grazie al premio di maggioranza, il quale prevede che il 60% dei seggi del consiglio comunale vada alle liste collegate al candidato eletto e che il resto dei seggi sia diviso tra le altre liste in modo proporzionale ai voti ricevuti. Ma c'è un ulteriore elemento di riflessione desumibile dal quadro estremamente mobile delle alleanze nazionali e regionali che porta a prevedere che potrebbero confluire in appoggio al neopodestà eletto altri consiglieri della cosiddetta "opposizione" secondo lo schema inciucista del governo Letta-Berlusconi o del governo del rinnegato Crocetta . Ma chi è Carlo Caputo? Ben lontano da rappresentare quella ventata di novità che la stampa borghese gli attribuisce, il trentaquattrenne vice-sindaco uscente della giunta Alfio Papale, PDL, inizia la sua fulminante arrampicata politica nel 1998, quando fonda il movimento civico "Giovane Belpasso" che nel 2002 diventa lista civica collegata all'allora candidato sindaco Alfio Papale: eletto consigliere comunale, nel 2005 viene nominato Assessore della Giunta Papale. Nel 2007 si candida nelle file dell'MPA e viene rieletto consigliere comunale. Nel 2009 si candida nuovamente nella lista dell'MPA, e viene ancora eletto e subito nominato vice-sindaco. Il prossimo passaggio istituzionale sarà la formazione della nuova giunta Caputo che non dubitiamo sarà in totale continuità con la precedente amministrazione, come lo è lo stesso sindaco eletto, uno dei principali responsabili dei gravi problemi in cui versano le masse popolari di Belpasso, dalla crescita della disoccupazione, alla carenza di servizi, più volte denunciate dai simpatizzanti belpassessi del PMLI. Contro le chiacchiere del "nuovo" sindaco la parola d'ordine è "rilanciare la lotta per la piena occupazione e per il lavoro stabile, a salario intero a tempo pieno e sindacalmente tutelato". L'obbiettivo è fortificare ed estendere il lavoro di massa nel sindacato e tra i disoccupati per far crescere la forza e il peso politico delle realtà di massa già esistenti a Belpasso e nelle quali i simpatizzanti del PMLI, che si sono impegnati con grande generosità nella campagna elettorale astensionista, stanno seriamente lavorando. 10 luglio 2013 |