Analisi del dicembre nero della giunta Bruni, sostenuta dalla "sinistra radicale" Bergamo è stata regalata ai padroni Scandali ambientali, inciuci nell'edilizia, consulenze d'oro a dirigenti nazionali del PRC. Il "centro-sinistra" al potere millanta la costruzione della Bergamo del futuro. In realtà il Pgt regala la città alla speculazione immobiliare e alla Compagnia delle Opere. Per le masse solo "una politica di rigore" e di tagli delle risorse Dal corrispondente della Cellula "Lenin" della provincia di Bergamo "Da qui a vent'anni Bergamo cambierà come in un secolo". Il neopodestà di "centro-sinistra" Roberto Bruni e il suo assessore all'Urbanistica Valter Grossi di sicuro pensano in grande, ma in modo altrettanto sicuro non si preoccupano di sforare nel ridicolo. Per riuscire a realizzare il loro sogno, che si traduce in un incubo per le masse, sono cascati interamente nelle fauci degli speculatori immobiliari. La Bergamo del futuro, infatti, è disegnata intorno a loro. Per le masse si prospetta un domani sì ricco, ma di traffico, disservizi, lavoro nero e caporalato. Procediamo con ordine nella nostra analisi. Una "Grande Bergamo" filopadronale e antipopolare La prima novità di inizio 2008 è l'avvio del Comitato di coordinamento per la "Grande Bergamo", la città metropolitana che vede finora l'adesione di 41 su 49 comuni (compreso il capoluogo) di ogni colore politico. "Chi non aderisce - ha intimato Bruni - rischia di perdere un'occasione, e con queste parole non voglio polemizzare con nessuno. Credo che un 'no' a priori sia soprattutto un danno per loro e per il loro territorio". La verità, però, è un'altra, più che una "Grande Bergamo", che sia in grado di affrontare le questioni sociali della cosiddetta cittadinanza diffusa, si ha in mente di costruire una "Bergamo grande", in grado di agganciarsi all'Expo 2015 di Milano. "Nel 2015 la nostra Fiera Nuova e l'aeroporto di Orio saranno probabilmente sempre più integrati con il sistema milanese e credo che in quello stesso anno avremo anche noi molte cose eccellenti da esporre e far conoscere. Quello dell'Expo è un treno da non perdere", ha commentato l'assessore Grossi. L'integrazione con l'economia milanese passa anche attraverso le Agenzie provinciali per la formazione e per il turismo, Agripromo e le prese di posizione su Brebemi e Pedemontana. "Centro-sinistra" e "centro-destra", il primo alla guida del comune di Bergamo e il secondo della provincia, mirano ad accrescere la competitività dei padroni e dei commercianti bergamaschi, cercando di agganciarsi al treno milanese. La "Grande Bergamo" serve solo per accreditarsi agli occhi di Milano e per gettare fumo negli occhi delle masse, fingendo che sia un progetto pensato per migliorare i servizi a loro indirizzati. Non a caso lo stesso Bruni, intervistato sulle possibilità di Bergamo a diventare città metropolitana, ha dichiarato: "Non abbiamo le dimensioni". Per arrivare alla "Grande Bergamo", invece, "se i problemi continuassero a diventare sempre più seri, qualsiasi soluzione non è da escludere, compresa l'unione dei Comuni". Altro che pari dignità tra comuni, col fine di ottimizzare i servizi resi alla "cittadinanza diffusa"! Qui siamo ancora a re e vassalli, dove i re sono gli interessi della borghesia cittadina e i vassalli i problemi delle masse, più legati ai singoli territori, che potrebbero essere cancellati con un semplice tratto di penna. L'obiettivo di Bruni e soci è di costruire una "Bergamo grande" che continui a crescere economicamente: è stimato in quasi 34 miliardi di euro il prodotto interno lordo (Pil) della provincia di Bergamo nel 2007 secondo la ricerca realizzata da Unioncamere e Istituto Tagliacarne. Si tratta di oltre il 2% del Pil italiano, pari a 1.534 miliardi. Rispetto al 2006 il Pil bergamasco ha realizzato una crescita del 6,7%, un valore superiore sia alla media lombarda (più 5,3%), sia alla media nazionale (più 4%). In valore assoluto il Pil totale della provincia di Bergamo, che è superiore a quello dell'intera Sardegna, risulta essere il sesto tra tutte le province d'Italia, dietro Milano (153 miliardi), Roma (136 miliardi), Torino (65 miliardi), Napoli (49 miliardi) e Brescia (37 miliardi) e davanti a Bologna e Firenze, che fino a pochi anni fa invece sopravanzavano Bergamo. Come ha rivelato il Rapporto sull'Economia bergamasca 2007, "le imprese sono pronte a fare il salto, bisogna che siano sostenute dalle istituzioni". Il neopodestà Bruni è lì apposta. Colate di cemento bipartisan Oltre a far contenti padroni e padroncini che si arricchiscono con Milano, per non fare torto a nessuno, Bruni sta legando sempre più i destini della propria giunta con gli speculatori immobiliari. A dicembre 2007, la presentazione del Piano di governo del territorio (Pgt) ha messo in previsione ben 5 milioni di metri cubi edificabili. Piano che, detto per inciso, avrà poco da governare, in quanto la sua approvazione sarà preceduta da varianti al Piano Regolatore per oltre 3 milioni di metri cubi. Gli obiettivi di una colata di cemento così ingente sulla città, si dice, sono due: far fronte all'inarrestabile calo demografico (le masse bergamasche abbandonano la città per la provincia a causa dei costi elevati di servizi e abitazioni, sostituite in modo insufficiente da ricchi milanesi) e alimentare l'economia bergamasca. In realtà, con questo regalo agli speculatori, la Bergamo del futuro di Bruni sarà più inquinata, angustiata dal traffico e dalla bassa qualità della vita; porterà anche alla saturazione del territorio con l'assoluta predominanza del costruito (già ora, secondo dati Istat, le aree verdi a Bergamo sono solo il 3% della superficie cittadina). Il "centro-sinistra" al governo della città infatti è tutt'altro che ambientalista: il programma elettorale prevedeva la realizzazione di un parco alla Martinella con l'iniziativa di un albero per ogni bambino. Ebbene, c'è voluta la reazione di associazioni e comitati per evitare che l'area verde fosse coperta da 500 appartamenti. E non è l'unico esempio! Del resto, l'esordio in materia urbanistica era avvenuto con la cancellazione di 200 mila metri quadrati di area agricola per collocarci la nuova accademia della Guardia di Finanza (in plateale contrasto con il programma). In termini di edificazione, sono state fatte concessioni ai poteri forti di ogni risma: dalle cliniche alle varianti per i big della grande distribuzione come Oriocenter, passando all'aumento delle volumetrie al Km rosso di padron Bombassei. Si è scoperta la prassi di trasformare in appartamenti e supermercati le aree e i volumi concessi per ampliamenti delle fabbriche. Con le varianti spesso si moltiplica il valore patrimoniale delle aree, per la felicità degli speculatori. E visto che c'erano, Bruni e i suoi amici Verdi sono riusciti a far passare per recupero di area dismessa anche l'edificazione sul Parco Ovest di 150 appartamenti. Pure la proposta di Porta Sud è dirompente per quantità (raddoppio delle volumetrie): si è creata una mangiatoia dove c'è un grosso boccone per tutti, speculatori edili legati alla "sinistra" e alla destra borghese, infatti nella società Porta Sud siedono anche rappresentanti del "centro-destra". Tutti contenti, tranne le masse bergamasche: pure secondo l'annuale ricerca sulla "Qualità della vita" de "Il Sole-24 ore", nonostante la loro laboriosità e intraprendenza, escono con le ossa rotte dalla classifica sull'indice di felicità personale. Il caso degli Ospedali Riuniti: l'asse Bruni-Formigoni Il massimo della vergogna si è raggiunto con gli Ospedali Riuniti. Si sta consumando un caso di speculazione tra i più gravi mai accaduti a Bergamo. Poco più di tre anni orsono rettore, sindaco, presidente della regione, Ospedali Riuniti e ministero firmarono un protocollo di intesa per destinare l'area a campus universitario. A distanza di qualche anno il rettore Castoldi ha cambiato idea: il campus non lo vuole più. Ecco allora che Infrastrutture Lombarde Spa di Formigoni nell'indifferenza o con la connivenza delle forze politiche sforna un progetto di privatizzazione dell'area, con negozi e appartamenti, centri benessere e hotel e così via. Davvero vergognosa la giunta Bruni con tanto di PRC, Verdi e PdCI: un caso del genere è il peggio che possa capitare per chi si dichiara di sinistra: un'area pubblica che diventa privata, un campus eccezionale che va a quel paese, una certa area politica guidata dalla Compagnia delle Opere all'evidente arrembaggio. Non è un caso se da un paio d'anni Forza Italia in consiglio fa un'opposizione di pura facciata. La cosa rossa tace segnalando la propria tragica inutilità e, di fatto, la funzionalità al sistema di potere creatosi a Bergamo: un mix tra il Gotha degli imprenditori che siedono tutti nel Cda del cattolicissimo quotidiano "Eco di Bergamo" e l'inciucio Bruni-FI che tiene tranquillo il mondo politico borghese. Gli immobili degli Ospedali Riuniti dovevano essere valorizzati per fornire alla Regione le risorse di 76,5 milioni di euro da investire nell'ospedale nuovo che sta sorgendo alla Trucca. Si è invece deciso di calcare la mano riducendo la quantità di edifici pubblici a favore di quelli privati e così Formigoni ringrazia Bruni e porta a casa oltre 40 milioni in più, con buona pace degli studenti universitari bergamaschi, presi per il naso. L'opportunismo del PRC A dire la verità, il PRC si è espresso sul caso Ospedali Riuniti. "L'impressione - ha spiegato il segretario cittadino Maurizio Colleoni - è che la situazione sia sfuggita di mano. Le pressioni dei privati hanno fatto sì che l'Università facesse scelte diverse da quelle che avrebbero portato alla realizzazione del campus in Largo Barozzi. Dal trasferimento in via dei Caniana in avanti, la strada era segnata". Tradotto: il progetto di Infrastrutture Lombarde Spa non piace, ma, salvo parziali modifiche, la destinazione privata dell'area dei Riuniti è considerata inevitabile. Del resto, Bruni non si tocca: "Ci troviamo sostanzialmente d'accordo con le scelte di questa amministrazione - ha proseguito il segretario PRC -. Bene i servizi alla persona, bene l'edilizia popolare, bene l'urbanistica. Anche perché gran parte delle scelte in questo senso sono state pregiudicate da decisioni prese dalle passate amministrazioni. Questa giunta però in materia urbanistica ha posto paletti, recependo anche nostre indicazioni". E mentre in città non si parla d'altro che delle grandi speculazioni immobiliari e degli inciuci tra "centro-sinistra" e "centro-destra", per Colleoni il vero problema di Bergamo è la mobilità: è il risultato del lavoro portato avanti dalla segreteria provinciale negli ultimi mesi e il senso delle critiche espresse dai militanti cittadini. Al ridicolo non c'è limite! Non solo: l'attacco sulla mobilità è addirittura un banco di prova per il neonato coordinamento tra le forze di Sinistra arcobaleno (PRC, Verdi, Sinistra Democratica e Comunisti italiani). "Speriamo - dice il segretario PRC - che il nostro possa essere documento con quattro firme. Nelle prossime settimane ci incontreremo e lavoreremo per questo". La democrazia "interessata" dell'asse Bruni-PRC Come mai Rifondazione tiene così tanto a Bruni? Forse perché il neopodestà socialista nonostante l'asse con FI e gli speculatori d'ogni risma resta un "democratico"? Forse perché tutela la "partecipazione"? Nulla di tutto questo. Anzi, poiché invece di rafforzare come promesso in campagna elettorale il ruolo delle circoscrizioni, a dicembre la giunta Bruni ha pensato bene di tagliarle per evitare il grattacapo dell'opposizione (borghese). A giustificare l'uso della mannaia, ci ha pensato l'assessore teo-dem Ebe Sorti Ravasio: "Si parla tanto di riduzione dei costi della politica, noi abbiamo pensato di cominciare a muoverci in questa direzione". Ebbene, a fronte di un risparmio di circa 100 mila euro, Bruni ne spenderà 90 mila per foraggiare la sezione di Rifondazione costituitasi all'interno dell'Ufficio Bilancio Partecipato. Che sia questo il segreto con cui Bruni riesce a far ingoiare innumerevoli rospi al PRC? Bruni non solo acconsente che i collaboratori assunti e pagati siano, ovviamente per pura coincidenza, aderenti a Rifondazione, ma addirittura elogia anche il recente incarico di 15.000 euro al dott. Salvatore Amura per "la comunicazione strategica in materia di bilancio partecipativo". Chi è Amura? Nientedimeno che il responsabile nazionale Politiche Nuovi Municipi del PRC, ma ovviamente questo piccolo dettaglio non avrebbe inciso nella scelta, perché Amura "è il miglior esperto in circolazione". Se la strada che porta al bilancio partecipativo è irta di corruzione morale e di rospi, la democrazia borghese stessa è in discussione nel parlamentino cittadino. Oltre a tagliare le circoscrizioni, la giunta Bruni ha modificato pure il regolamento del consiglio comunale attribuendo al presidente il potere di dichiarare inammissibili i cosiddetti emendamenti seriali ed emulativi. Nasce A2A, si parte con lo scandalo amianto e l'ipotesi nucleare Gli inciuci tra "centro-destra" e "centro-sinistra" per tutelare gli interessi della borghesia vanno oltre il governo della città e le relazioni con Formigoni. Sul tema dell'energia e la nascita della multiutility A2A sull'asse Brescia-Bergamo-Milano, l'inciucio tra i due poli del regime neofascista raggiunge livelli nazionali. A dicembre, ai padrini politici dell'operazione, Letizia Moratti (Pdl), Roberto Bruni e Paolo Corsini (PD), è andato il personale tributo di Enrico Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: "Spero che anche il resto del Paese segua questo esempio capace di superare il municipalismo e le differenze di colore politico". E anche Letta ha millantato come "in questo modo i consumatori potranno contare su servizi migliori e prezzi più bassi". La realtà è un'altra: Massimo Buscemi, assessore regionale alle Reti e servizi, ha sì chiesto "di puntare su energie alternative, senza dimenticare però il nucleare, dove sono cambiate condizioni, tecnologie e cultura". Si parla già di un'integrazione tra Acsm Como e Agam Monza e di una partnership con Iride, frutto del matrimonio Torino-Genova. Paolo Corsini ha già confermato l'"interesse convinto" di Chiamparino per "un grande progetto per il Nord". E alla domanda se fosse previsto un incontro, ha risposto: "Credo proprio di sì, ci vedremo con Chiamparino e credo ci sarà anche Marta Vincenzi" (sindaco di Genova). I progetti di crescita della multiutility lombarda, per ora, si limitano al Nordovest. Corsini ha confermato "la volontà di poter procedere con ulteriori aggregazioni, in modo da dar vita a un grande operatore in grado di competere a livello europeo". Giuliano Zuccoli, ex presidente di Aem e futuro numero uno del Consiglio di gestione di A2A, non a caso ribadisce la necessità di andare oltre e ricorda come "A2A sia una sigla che si legge nello stesso modo sia da destra che da sinistra, e non mi pare casuale". A2A è operativa a partire dal 1° gennaio 2008, per la felicità dell'azionariato in camicia nera. D'accordissimo col progetto Roberto Bruni che sottolinea "l'importanza della scelta di fondere la bergamasca Bas con la bresciana Asm tre anni fa: mi piace pensare che se oggi siamo arrivati a questo punto sia un po' anche merito nostro". Peccato che mentre si prospettano affari d'oro per i capitalisti e gli speculatori finanziari, si è appena scoperto che l'acqua di Bergamo scorre anche in tubature di cemento-amianto. "Si tratta solo di poche centinaia di metri, su un totale di 1.300 km di condutture" assicura l'Asm, che è proprietaria della rete idrica attraverso la società Bas Sii. Ma intanto l'amianto c'è, così come è noto che Bergamo e provincia sono una delle zone d'Italia più martoriate dalle malattie tumorali. Bastonate per le masse e i disabili Dopo aver dimostrato tanta generosità con la borghesia nel solo mese di dicembre, Bruni ha sfoderato solo bastonate per le masse. Per non essere da meno dei più noti Cofferati e Veltroni, il neopodestà di Bergamo ha appena sgomberato tre campi rom. "L'abbiamo fatto per la loro sicurezza, nessuna volontà persecutoria", ha spiegato trasudando ipocrisia. In realtà, a Bergamo gli stranieri sono le prime vittime del caporalato e del lavoro nero, diffusissimo tra gli operai edili e le badanti. La persecuzione del sindaco e della sua giunta li trasforma in forza lavoro senza diritti, rendendoli ancora più sfruttabili per i padroni dei numerosissimi cantieri cittadini. Anche il mancato campus universitario, continuerà a condannare gli stessi studenti agli alloggi in nero. Altro che città moderna delle eccellenze! La giunta, tra l'altro, ha reso noto che l'addizionale comunale sull'Irpef scenderà dallo 0,7% allo 0,6%. In pratica non viene restituito neppure il mal tolto per alleviare i disagi delle masse. Infatti, lo scorso anno l'amministrazione aveva scelto di aumentarla dallo 0,5% allo 0,7% per fare tornare i conti e raggiungendo livelli di tassazione record. Non solo: l'Ici resta comunque invariata sulla prima casa; la giunta ha invece pensato ad agevolazioni per i proprietari di appartamenti in affitto a canone in convenzione. Salirà dello 0,2% la tassazione sui rifiuti; al tempo stesso la dotazione per i servizi scende dai 30 milioni di euro del 2007 ai 27,6 milioni preventivati per il 2008. "E nonostante questo non ci sono stati litigi tra gli assessori", dice tronfio il neopodestà. A Palazzo Frizzoni sono stati tutti d'accordo anche sul fare un bel regalo di natale ai portatori di handicap: è stata introdotta la retta mensile al Centro diurno per i disabili (Cdd) di via Pizzo della Presolana: la quarta commissione ha dato all'unanimità il via libera alla delibera presentata dall'assessore alle Politiche sociali Elena Carnevali. Dal 1° gennaio, le famiglie dei 34 iscritti del Cdd (quattro part time), che al momento pagano solo la ristorazione e le terapie aggiuntive, contribuiranno alle spese con una quota di 168,73 euro al mese. Il Cdd ha 33 posti e attualmente accoglie un'utenza di età compresa tra i 19 e i 53 anni, tra cui diversi disabili gravi. Altro che tutela dei più deboli, come tanto propagandato! Del resto, sul fronte dei servizi, ha affermato Bruni, l'obiettivo è di "ridurne i costi eliminando quelli non più attuali". Tra tutte queste bastonate, è arrivata una piccola carotina: la restituzione dell'addizionale ai contribuenti con reddito Isee inferiore ai 15 mila euro, si tratta di circa 70 euro, per il giubilo dei sindacati confederali, che solo per questo sono riusciti a parlare di "manovra sociale". Conclusioni Secondo noi marxisti-leninisti bergamaschi l'operato della giunta Bruni è da bocciare su tutta la linea: le masse meritano molto di più delle briciole che di tanto in tanto cascano dai ricchi banchetti della borghesia. Senza contare che dall'anno prossimo, a mettere le toppe alla politica profondamente anti-sociale e filo-padronale della giunta non ci sarà né il dividendo straordinario di 4,3 milioni di euro, dovuto alla fusione Aem-Asm che aiuterà a coprire la spesa corrente, né la plusvalenza data dalla vendita delle azioni della Serenissima, in totale 26,4 milioni di euro, che servirà per le opere pubbliche. Questo si tradurrà in una politica sempre più di rigore nei servizi ai cittadini. Noi marxisti-leninisti siamo consapevoli che Bergamo ha condiviso con il resto del Paese gli anni della stagnazione fino al 2005. Ma quando la ripresa ha ingranato la marcia giusta, i risultati in provincia sono stati più elevati rispetto al resto d'Italia. Questo ha consentito ai padroni di archiviare un 2007 positivo e di guardare con prudenza, ma anche con una certa serenità, al 2008, che a livello generale si prevede riserverà un rallentamento economico, di cui già s'intravedono i primi segnali. E sul piano internazionale colpisce un dato: in futuro è probabile che la Turchia diventerà un concorrente sempre più importante per l'industria bergamasca e questo imporrà ancora di più di affrontare la competizione globale puntando su fattori diversi dal prezzo per rendere le produzioni bergamasche non facilmente sostituibili. "Il 2008 non può essere buono come il 2007, che è stato veramente molto buono per l'industria bergamasca", ha spiegato Fabio Sdogati, del Politecnico di Milano, alla luce dei dati del Rapporto sull'Economia bergamasca nel 2007, promosso dalla Camera di commercio e dalla provincia e curato dall'Irs, l'Istituto per la ricerca sociale di Milano, presentato alla Borsa Merci. "Un rallentamento dovrà esserci", ha avvertito Sdogati. Forti contraddizioni sociali, derivanti dalla continua riorganizzazione del tessuto industriale-produttivo bergamasco, restano perciò aperte. Non solo: la "Bergamo grande" del futuro, dalle case costose per i ricchi milanesi, inquinata, oppressa dal pendolarismo, in pratica senza verde, con pochissimi servizi alla cittadinanza, popolata meno di quanto si vorrebbe per pensare come una città metropolitana, ancora senza campus universitario, alla ricerca di un ruolo come satellite di Milano, ha già un profilo triste, degno della borghesia in camicia nera che se la sta costruendo a propria immagine e somiglianza, con l'aiuto della giunta Bruni e della Sinistra arcobaleno. 3 gennaio 2008 |