Berlusconi: "La modifica dell'art. 18 prima di Monti la propose il mio governo" Più volte abbiamo detto a ragion veduta che la politica del governo della grande finanza, della UE e del massacro sociale Monti si muove in perfetta continuità con il precedente guidato dal neoduce Berlusconi. Specie in materia di politica economica e del lavoro. Ora è lo stesso cavaliere piduista di Arcore a confermarlo nel corso di un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa spagnola Efe. Berlusconi ha detto che: "L'articolo 18 non può essere un tabù. Se ne deve poter discutere", ovviamente per peggiorarne l'efficacia. "A suo tempo - precisa infatti l'ex capo del governo - noi proponemmo di modificarlo almeno per i nuovi assunti (proprio come vuole fare ora Monti, ndr) ma la reazione soprattutto dei sindacati, fu furibonda. Alla fine quest'idea è tornata. Produttività, crescita e occupazione, così come la fiducia dei mercati e degli investitori internazionali, dipendono in gran parte dalla riforma del nostro sistema di relazioni industriali". Sembra di sentir parlare il ministro del Welfare, Elsa Fornero. In Italia, sostiene Berlusconi, si deve seguire l'esempio del nuovo governo di "centro-destra" spagnolo, guidato da Mariano Rajoy che proprio di recente ha varato una pesantissima controriforma liberista che colpisce i contratti nazionali di lavoro, riduce i diritti dei lavoratori e rende più facili i licenziamenti. Spingendo i principali sindacati spagnoli, aggiungiamo noi, a proclamare lo sciopero generale. Alla richiesta di dare un giudizio sull'affermazione di Monti rivolta ai giovani, circa "la monotonia del posto fisso", intendendo con ciò che bisogna accettare il principio padronale di passare da un lavoro all'altro in prevalenza precario e con pochi o zero diritti, Berlusconi ha risposto: "Nessuno meglio di me può sostenere questa tesi". 22 febbraio 2012 |