La sporca guerra di Segrate per l'egemonia mediatica e politica Il corruttore Berlusconi deve pagare 750 milioni al suo diretto rivale De Benedetti Il neoduce Berlusconi è "corresponsabile della vicenda corruttiva" che nel '91, al culmine della sporca guerra di Segrate fruttò alla Fininvest il controllo di Mondadori e l'egemonia mediatica e politica. Di più: Berlusconi sapeva benissimo che il suo avvocato e poi suo ministro Cesare Previti utilizzava a piene mani i fondi neri della Fininvest per corrompere il giudice Vittorio Metta sia per l'affare Imi/Sir che per il Lodo Mondadori quando, in cambio di una mazzetta di "almeno quattrocento milioni", Metta in meno di 24 ore scrive, o meglio si fa dettare, le 167 pagine della sentenza che decreta lo scippo della maggioranza delle azioni Mondadori della Cir di Carlo De Benedetti a favore di Fininvest. Lo scrive il giudice Raimondo Mesiano nelle 140 pagine di motivazioni alla sentenza depositate il 3 ottobre scorso presso il tribunale civile di Milano che ha condannato la Fininvest al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti a titolo di risarcimento per danno patrimoniale. "È da ritenere - scrive il giudice - 'incidenter tantum' (cioè solo ai fini di questo procedimento, ndr) e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede". La "corresponsabilità" di Silvio Berlusconi, spiega il giudice Mesiano, comporta "come logica conseguenza" la "responsabilità della stessa Fininvest", questo "per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore, commesso nell'attività gestoria della società medesima". A tal proposito "Vale osservare che i conti All Iberian e Ferrido erano conti correnti accesi su banche svizzere e di cui era beneficiaria economica la Fininvest. Non è quindi assolutamente pensabile - sottolinea Mesiano - che un bonifico dell'importo di Usd 2.732.868 (circa tre miliardi di lire) potesse essere deciso ed effettuato senza che il legale rappresentante, che era poi anche amministratore della Fininvest, lo sapesse e lo accettasse". Nelle motivazioni inoltre Mesiano sottolinea anche l'ingiustizia della sentenza Metta e il fatto che fosse stata emessa in quei termini per via della corruzione del giudice Metta stesso, "argomento che resiste in ragione del ruolo primario che ebbe il Metta nella formazione della decisione del collegio all'obiezione della collegialità della sentenza". E quindi, precisa ancora Mesiano "deve rilevarsi che se è vero che la Corte d'Appello di Roma emise una sentenza, a parere di questo ufficio, indubbiamente ingiusta come frutto della corruzione di Metta, nessuno può dire in assoluto quale sarebbe stata la decisione che un collegio nella sua totalità incorrotto avrebbe emesso". Di conseguenza "Proprio per questo, appare più aderente alla realtà del caso in esame determinare concettualmente il danno subito da Cir come danno da 'perdita di chance': vale a dire, posto che nessuno sa come avrebbe deciso una Corte incorrotta, certamente è vero che la corruzione del giudice Metta privò la Cir della chance di ottenere da quella corte una decisione favorevole". La battaglia giudiziaria comincia il 4 ottobre 2001 davanti ai giudici della quarta sezione del tribunale di Milano. Alla sbarra ci sono Cesare Previti, Attilio Pacifico, Vittorio Metta e Giovanni Acampora. A giugno, i giudici della quinta sezione della Corte d'Appello di Milano hanno ritenuto che nei confronti di Silvio Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice e, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, questo reato è stato dichiarato prescritto. Il 28 gennaio 2002 il processo Imi-Sir, cominciato nel 2000, è riunito con quello sul Lodo Mondadori. Il 29 aprile 2003 la Corte di Appello di Milano condanna a 13 anni Vittorio Metta, 11 anni Cesare Previti e Attilio Pacifico, 8 anni e 6 mesi Renato Squillante, 6 anni Felice Rovelli, 5 anni e 6 mesi Giovanni Acampora, 4 anni e 6 mesi Primarosa Battistella. Assolto Filippo Verde. Il 7 gennaio 2005 comincia a Milano, davanti alla seconda Corte d'appello, presieduta da Roberto Pallini, il processo di secondo grado per Imi-Sir e Lodo Mondadori. Il 23 maggio 2005 i giudici confermano la condanna di Cesare Previti per la sola vicenda Imi-Sir, assolvendolo per quella Lodo Mondadori. Previti e Attilio Pacifico hanno avuto una riduzione della condanna da undici a sette anni. Riduzioni delle pene per gli altri imputati: Vittorio Metta da 13 a 6 anni, Renato Squillante da 8 anni e 6 mesi a 5 anni, Felice Rovelli da 6 a 3 anni, Primarosa Battistella da 4 anni e 6 mesi a 2 anni. Per la vicenda Mondadori Acampora, Metta, Pacifico e Previti vengono assolti "perché il fatto non sussiste". Il 4 maggio 2006 per la vicenda Imi/Sir, la Corte di Cassazione riduce a 6 anni la condanna per Previti e Pacifico, conferma la condanna a 6 anni per Metta, riduce la pena per Acampora a 3 anni e 8 mesi, annulla senza rinvio la condanna per Squillante e Battistella e considera prescritta l'accusa per Felice Rovelli. Per il lodo Mondadori, la Cassazione accoglie il ricorso della Procura Generale di Milano e della parte civile Cir, contro le assoluzioni del maggio 2005. Il 18 dicembre 2006 davanti alla terza sezione della Corte d'appello di Milano, comincia il nuovo processo d'appello per il lodo Mondadori. Il 23 febbraio 2007 i giudici condannano Previti, Acampora e Pacifico ad un anno e 6 mesi, Metta a due anni e otto mesi. Le condanne vanno aggiunte in continuazione con quelle del processo Imi-Sir, ormai diventate definitive. 25 novembre 2009 |