Come emerge dalla condanna per frode fiscale e dai provvedimenti e inchieste giudiziarie in corso Berlusconi, delinquente matricolato La Corte d'appello gli infligge anche 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e 3 dalle cariche societarie; provvisionale di 10 milioni di euro all'Agenzia delle entrate La Procura di Napoli chiede il SUO rinvio a giudizio Per la compravendita dei parlamentari Il neoduce Berlusconi, principale alleato del PD nel cosiddetto governo delle "larghe intese" e della "pacificazione", è un delinquente matricolato che ha mostrato "particolare capacità di delinquere nell'architettare" e "ideare una scientifica e sistematica evasione fiscale di portata eccezionale" che gli ha procurato "un'immensa disponibilità economica all'estero, ai danni non solo dello Stato, ma anche di Mediaset e, in termini di concorrenza sleale, delle altre società del settore" televisivo. A sentenziarlo sono i giudici della seconda Corte d'Appello di Milano che l'8 maggio scorso hanno confermato la sentenza di primo grado del 26 ottobre scorso condannandolo a 4 anni di reclusione, 5 di interdizione dai pubblici uffici, tre di interdizione dagli uffici direttivi delle imprese e al pagamento di 10 milioni di danni al fisco per una megafrode fiscale durata dieci anni. La Procura ha dimostrato "con piene prove orali e documentali" che tra il 1995 e il 1998 la Fininvest-Mediaset acquistò 3mila film dalle major Usa attraverso una rete di società fittizie offshore (create ad hoc dall'avvocato Mills), contratti fasulli e con l'aiuto di intermediari e prestanome (fra cui il produttore americano Frank Agrama e i manager del biscione Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto tutti condannati a varie pene detentive) con l'obiettivo di gonfiare il prezzo ad ogni passaggio, accumulare fondi neri nei paradisi fiscali esteri e non pagare nulla al Fisco italiano. Un sistema ben collaudato che, secondo i giudici, era gestito in prima persona da Berlusconi "anche dopo la discesa in campo". In quanto, sottolineano i giudici "I diritti erano oggetto di passaggi di mano e di maggiorazioni ingiustificate. Passaggi privi di funzione commerciale. Servivano solo a far lievitare il prezzo". Facendo figurare di aver comprato i diritti non dalle major ma da una serie di vari intermediari e prestanome era possibile gonfiarne il prezzo così da poter poi stornare la "cresta" a beneficio della famiglia Berlusconi. Fininvest-Mediaset quindi ha sistematicamente aumentato il prezzo dei diritti di trasmissione dei film delle major americane e ha falsificato i bilanci aumentando le voci passive per evadere il Fisco e accantonare fondi neri per un valore che supera i 270 milioni di euro tra il 2002 e 2003. In origine infatti, i reati imputati al neoduce erano tre: falso in bilancio, appropriazione indebita e frode fiscale. Poi, grazie alle varie leggi ad personam, i primi due reati caddero quasi subito in prescrizione e anche l'ammontare dell'evasione è stato nel tempo ridimensionato fino a ridursi ad appena 7 milioni di euro. L'inchiesta è partita nel 2002, il dibattimento è iniziato nel 2006, ma ha subito lunghe interruzioni, fermandosi per 2 anni, 3 mesi e 5 giorni a causa dei continui rinvii per i "legittimi impedimenti" e la deregolamentazione dei reati fiscali fra cui si ricordano: nel 2001 il primo scudo fiscale. Nel 2002 la controriforma del falso in bilancio che, per le società quotate, abbatte le pene e dimezza la prescrizione; il condono fiscale, che sanava un bel po' di frodi berlusconiane. Nel 2003 il condono fiscale per i coimputati; il lodo Maccanico-Schifani; lo scudo fiscale bis. Nel 2005 la ex Cirielli che tagliava ancora la prescrizione e salvava dall'arresto i condannati ultrasettantenni. Nel 2006 l'indulto del "centro-sinistra", che condonava 3 anni ai condannati passati e futuri (e grazie al quale se questa sentenza passerà il vaglio della Cassazione e diventerà definitiva prima della prescrizione nel luglio 2014, Berlusconi non andrà in galera). Nel 2008 e nel 2010 il "lodo" Alfano, il legittimo impedimento (due leggi scritte dall'attuale vice premier e ministro dell'Interno, poi dichiarate incostituzionali) e lo scudo fiscale tris. A preoccupare Berlusconi non è tanto la pena detentiva, di fatto già condonata, quanto le pene accessorie che, se confermate in Cassazione, graverebbero sul suo futuro politico provocando l'immediata decadenza dalla carica di parlamentare. Non a caso, appena si è sparsa la notizia della sua condanna, sia la destra che la "sinistra" del regime neofascista sono corse in suo aiuto avanzando la possibilità che il nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano lo nomini senatore a vita al posto del defunto Andreotti. Ma i guai giudiziari di Berlusconi non finiscono certo qui. Il 9 maggio, mentre il neoduce preparava la rabbiosa reazione contro i giudici di Milano e mobilitava le sue truppe cammellate ministri compresi per la manifestazione di Brescia, i Pubblici ministeri (Pm) partenopei, coordinati da Francesco Greco, hanno chiesto il rinvio a giudizio dell'ex premier coimputato insieme all'ex senatore PDL Sergio De Gregorio e al direttore dell'"Avanti!" Valter Lavitola nell'ambito dell'inchiesta sulla compravendita di parlamentari avviata nel 2006 per far cadere l'ultimo governo Prodi. L'ipotesi di reato è corruzione. La richiesta è stata trasmessa all'ufficio Giudice per le indagini preliminari (Gip) e l'assegnazione del fascicolo avverrà nei prossimi giorni. A marzo i Pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio avevano chiesto il rito immediato, richiesta respinta dal Gip Marina Cimma che aveva ritenuto necessaria l'udienza preliminare. Sarà quindi il procedimento ordinario a dover provare che Berlusconi è stato "l'istigatore prima e l'autore materiale poi" della cosiddetta "Operazione Libertà" imbastita per reclutare a suon di milioni senatori utili al centrodestra per far cadere Prodi, in bilico su una maggioranza di 158 senatori contro 156. La procura a febbraio sequestrò una cassetta di sicurezza del Monte dei Paschi nella disponibilità dell'ex premier, chiedendo alle Camere l'autorizzazione alla perquisizione e all'acquisizione di tabulati telefonici. Toccherà adesso ai neoparlamentari in clima di "larghe intese" decidere. Tra i tanti testimoni sfilati in procura anche De Gregorio (attualmente agli arresti domiciliari per la vicenda dei finanziamenti al direttore dell'"Avanti!" Lavitola) che ha raccontato di aver ricevuto 3 milioni (uno alla sua associazione Italiani nel mondo e due in nero) e la presidenza della commissione Difesa per passare armi e bagagli tra le file del PDL. "L'accordo si consumò nel 2006. - ha riferito De Gregorio ai giudici - Il mio incontro a palazzo Grazioli con Berlusconi servì a sancire che la mia previsione di cassa... era di 3 milioni e immediatamente partirono le erogazioni. Ho ricevuto 2 milioni in contanti da Lavitola a tranche da 200/300mila euro... Discussi a palazzo Grazioli con Berlusconi di una strategia di sabotaggio". Tutto confermato, secondo la ricostruzione dei Pm, dai documenti sequestrati agli imputati, dalle dichiarazioni di Lavitola e, soprattutto, da quanto scritto dallo stesso Lavitola in una lettera di 20 pagine, datata 2011, in cui elenca i favori fatti a Berlusconi. De Gregorio, accusato di truffa per 23 milioni nell'inchiesta sui finanziamenti a dell'"Avanti!", era stato salvato dall'arresto dal Senato grazie al voto segreto. Da febbraio non è più parlamentare: è finito ai domiciliari. Mentre Lavitola è in carcere, ha patteggiato per i finanziamenti a dell'"Avanti!" ed è stato condannato in primo grado per tentata estorsione a Berlusconi. A tal proposito Berlusconi è stato ascoltato come testimone dai Pm romani il 14 maggio i quali sospettano che dietro a quel passaggio di denaro, risalente al periodo marzo-luglio del 2011, si celi un'estorsione. Per lo stesso episodio, ma con riferimento all'ipotesi che i 500 mila euro fossero destinati a Tarantini per indurlo a rendere una falsa testimonianza sul caso escort, sta procedendo la procura di Bari che invece ha ascoltato Berlusconi il 17 maggio in qualità di imputato per istigazione alla falsa testimonianza. Intanto, sia pur tra mille "impedimenti", avanzano i processi "Ruby" dove il neoduce è accusato di concussione e prostituzione minorile per cui il procuratore aggiunto Boccassini ha chiesto 6 anni di carcere, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'interdizione per 6 anni dagli uffici legali; mentre per il processo inerente la pubblicazione delle intercettazioni sull'inchiesta Unipol, Berlusconi è accusato di rivelazione di segreto d'ufficio e il 7 marzo è stato condannato un anno di reclusione. 22 maggio 2013 |