Affare Abu Omar Perché Berlusconi e Prodi hanno coperto Pollari? Entrambi i governi prima negano l'esistenza del segreto di Stato, poi la ammettono Ormai è evidente che sia il governo neofascista di Berlusconi che quello di "centro-sinistra" di Prodi hanno coperto il Sismi, e in particolare il suo direttore Nicolò Pollari, riguardo al coinvolgimento del servizio segreto militare italiano nel rapimento dell'Imam Abu Omar, operato illegalmente dalla Cia nel 2003 a Milano. Per quanto riguarda per esempio il governo Berlusconi, in carica all'epoca del rapimento, finora la sua responsabilità risultava sia dalle dichiarazioni dei servizi segreti americani, che hanno sempre detto di aver agito sul nostro territorio con il suo pieno accordo, cosa che il neoduce ha recisamente negato, sia dalle allusioni fatte a proprio discarico dagli spioni del Sismi incastrati dalla Magistratura, compreso lo stesso Pollari che ha accampato l'esistenza di un segreto di Stato per rifiutarsi di collaborare con gli inquirenti. In particolare è stato fatto il nome del sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Berlusconi, Gianni Letta, nell'ordinare ai nostri servizi segreti di collaborare con gli agenti della Cia nella "extraordinary rendition", cioè nel rapimento e nell'estradizione forzata in un altro paese, in questo caso l'Egitto, dove è stato incarcerato e torturato, dell'Imam di Milano sospettato di terrorismo. Per quanto riguarda l'attuale governo in carica, poi, la copertura di Pollari è addirittura scandalosa e alla luce del sole, dal momento che nonostante risulti pesantemente indiziato da parte della procura milanese (che ha già chiuso l'inchiesta e a giorni dovrebbe emettere i rinvii a giudizio, tra cui ce ne sarà quasi sicuramente uno anche per lui per concorso aggravato in sequestro di persona), Prodi, Parisi e il sottosegretario con delega ai servizi, Micheli, si sono rifiutati in ogni sede e circostanza di prendere in considerazione l'idea della sua rimozione, preferendo temporeggiare finché sarà possibile. La scusa ufficiale è quella di non "turbare" il lavoro degli 007 ora che l'Italia è impegnata nella missione in Libano, ma in realtà la decisione di non rimuoverlo è stata presa prima ancora che la missione fosse all'orizzonte. In ogni caso ora la copertura dei due governi risulta nero su bianco anche dalle carte, ed è stato lo stesso Carlo Bonini a fornirle, il giornalista de "la Repubblica" che insieme al collega D'Avanzo ha portato alla luce lo sporco affare e seguito passo per passo l'inchiesta della magistratura di Milano che ne è scaturita. Per questo suo lavoro Bonini è stato anche pedinato e spiato dal Sismi, e il suo computer sequestrato dalla Procura di Brescia, sequestro poi dichiarato illegale dal Tribunale del riesame di quella stessa città. Ora il giornalista ha pubblicato su "la Repubblica" del 12 ottobre sei lettere, classificate "riservato", che portano le firme dell'ex premier Berlusconi, dell'attuale premier Prodi, del ministro della Difesa Parisi e del direttore del Sismi, Pollari, che lette in sequenza confermano in modo evidente la copertura offerta da entrambi i governi al Sismi per l'affare Abu Omar. Le lettere abbracciano l'arco di un anno: nella prima, datata 12 luglio 2005, ai magistrati milanesi che gli chiedono se il Sismi conosca qualcuno dei 19 agenti Cia appena individuati come autori del sequestro, Pollari promette ossequiosamente la sua "piena e trasparente collaborazione". Ma già nella seconda lettera, del 26 luglio, mente spudoratamente asserendo che il nostro controspionaggio non ha accordi o protocolli con la Cia che obblighino quest'ultima a rivelare al Sismi i suoi agenti e le sue mosse sul nostro territorio, e che dei 19 spioni se ne conoscono solo due, tra cui Seldon Lady, nome peraltro già noto a tutti i giornali, omettendo anche di specificare che è stato il capocentro Cia a Milano. Dopo alcuni mesi la Procura chiede al Sismi informazioni su cinque spioni americani, tra cui Jeff Castelli, addetto all'ambasciata Usa a Roma e responsabile Cia in Italia fino all'estate del 2003. Come accerterà poi l'inchiesta, Pollari non solo lo conosce, ma nell'autunno 2002 ha ricevuto dalle sue mani la lista dei sospetti terroristi che la Cia vuole "rimuovere" servendosi anche della collaborazione italiana. Senza battere ciglio, con lettera del 19 dicembre 2005, Pollari risponde invece ai giudici milanesi che riguardo al sequestro dell'Imam "il Sismi non ha intrattenuto rapporti o scambiato documenti con personale della Cia, anche in epoca successiva a tale evento", e su Castelli ammannisce solo qualche banale informazione ufficiale accessibile a chiunque su Internet. Poche settimane prima, con lettera riservata dell'11 novembre 2005, "da considerarsi di vietata divulgazione", il presidente del Consiglio Berlusconi aveva scritto al procuratore di Milano, Claudio Minale, affermando solennemente che "il Governo ed il Sismi sono del tutto e sotto ogni profilo estranei rispetto a qualsivoglia risvolto riconducibile al sequestro in danno di Abu Omar". Dunque né il governo Berlusconi né il Sismi sapevano alcunché del rapimento, e va da sé che sulla vicenda non era stato messo alcun segreto di Stato, non sussistendone i motivi. Davvero? E perché allora, per scaricare la patata bollente passatagli dal precedente governo, il 26 luglio 2006 il presidente del Consiglio Prodi invia a sua volta un'altra lettera "riservata" ai giudici milanesi in cui, a proposito della "pratica delle cosiddette renditions", puntualizza che "risulta apposto il segreto di Stato dal precedente Presidente del Consiglio dei ministri"? Aggiungendo subito dopo che "non sussistono, nell'attuale contesto, le condizioni per rimuoverlo". Il giorno successivo il ministro Parisi scrive alla Procura milanese una lettera in cui sentenzia di essere "vincolato al medesimo segreto di Stato e per le medesime ragioni esposte dal Presidente del Consiglio". Decisione riconfermata lo scorso 25 ottobre anche dal sottosegretario Micheli davanti al Copaco (Comitato interparlamentare di controllo sui servizi), mettendo con ciò una pietra tombale su qualsiasi richiesta di informazioni degli inquirenti. Dunque non solo il governo Berlusconi ha mentito ai giudici negando di sapere alcunché del sequestro, e di conseguenza anche di aver mai apposto il segreto di Stato, ma il governo Prodi invece di smascherarlo e di svelare il marcio, decide di continuare lo sporco gioco rifiutandosi di rimuoverlo. Perché? Che cosa vogliono coprire tanto gelosamente e d'accordo fra loro i governi della destra e della "sinistra" del regime neofascista? Per quanto riguarda il primo è evidente, avendo ordinato al Sismi e al suo uomo Pollari di collaborare ai criminali sequestri della Cia. Ma il secondo? Perché ha paura di svelare e denunciare questo patto scellerato e punire i responsabili, quantomeno rimuovendoli da ogni incarico? Forse teme che vengano alla luce anche cose inconfessabili che lo riguardino? Forse teme di turbare l'idillio appena ricominciato tra l'Italia e gli Usa che, dopo la conferenza di Roma e la missione in Libano, promette tanto bene per l'"amicizia" tra i due paesi? 8 novembre 2006 |