Approvati dal Consiglio regionale Bilancio e finanziaria 2007 per la Toscana dei ricchi e delle privatizzazioni Massicci finanziamenti alle "grandi opere". Aumento delle tasse per le masse popolari. Tagli alla spesa pubblica e sanitaria. In cantiere nuovi tagli a primavera Dal nostro corrispondente della Toscana Attraverso Il Bolscevico avevamo bocciato il "Piano regionale di sviluppo 2006-2010" (Prs) che per mano del governatore diessino Claudio Martini e della sua giunta progetta una Toscana privatizzata e al servizio della borghesia. A sostegno del Prs, definito dall'amministrazione la sua "stella polare", il Consiglio regionale a fine anno ha varato il bilancio e la finanziaria di previsione 2007. Hanno votato a favore i gruppi della maggioranza di "centro-sinistra", contro i gruppi di "centro-destra", vergognosamente il PRC si è astenuto. Un bilancio e una finanziaria "benedetti", grazie alla concertazione, da Confindustria e dalle altre "parti sociali". Numeri e tabelle fanno da cornice alle tante parole di Martini e dei suoi assessori come quello al bilancio, Giuseppe Bertolucci (PdCI), che vogliono convincere le masse delle loro decisioni perché si dicono alfieri di una "missione", cioè: "aumentare la competitività e rilanciare lo sviluppo, più equità sociale e maggior occupazione, difendere l'ambiente e qualificare il welfare". Il Prs, incentrato su progetti a favore del grande capitale e della borghesia, costerà alle masse popolari la bellezza di 15 miliardi di euro in 5 anni, di cui 4,1 per il 2007. Per comprendere quali sono gli obiettivi dell'amministrazione regionale che vuole "far ripartire la Toscana" e soprattutto a favore di chi e che cosa, occorre leggere il bilancio con la lente proletaria marxista-leninista, capace di scovare l'inganno e individuare dove realmente vanno a finire i finanziamenti e dove e per chi restano le briciole. Gli investimenti nel Prs Il bilancio indica 230 milioni di euro mancanti nel 2007 per attivare i progetti del Prs. Ne verranno recuperati 65 attraverso la leva fiscale, sebbene una delle promesse elettorali di Martini era quella di non aumentare le tasse. Invece, ci sarà il 10% in più sul bollo auto rispetto al 2006, un aumento che riguarderà l'85% delle famiglie e che, per una norma contenuta nella finanziaria, sarà calcolato sulle tabelle del 2007 gravando così per una percentuale più alta. Aumento anche dell'Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che passerà al 5,25% dal 4,25 o 4,40 che era. Un'imposta che solo teoricamente toccherà aziende come raffinerie petrolifere, autostrade, telecomunicazioni, in quanto potranno recuperare i soldi aumentando benzina, pedaggi, bollette, ecc. Quindi in definitiva saranno sempre le masse popolari a pagare. Ancora, 150 milioni di euro verranno recuperati attraverso tagli, risparmi e recuperi e 15 milioni il maggior indebitamento. Tra i tanto pubblicizzati tagli alla macchina amministrativa troviamo la demagogica voce "scioglimento dell'agenzia regionale per l'energia" (Rea), una società mista a maggioranza pubblica, che però non va assolutamente a ledere le società private che gestiscono settori pubblici, vedi la recente decisione di formare una holding toscana per la partecipazione nel settore dei servizi pubblici che gestirà acqua, gas, energia e rifiuti. Un recupero di 600mila euro sarà destinato ad una non meglio definita politica verso i lavoratori precari e a termine, tutta da verificare. La maggiore fetta dei 1.360,7 milioni di euro stanziati si concentrerà su "maggiore competitività: investimenti sul territorio", 774,5 milioni di euro. Un settore con ai primi posti della lunga lista d'interventi la tanto cara a Martini Alta velocità, la tramvia fiorentina e il sottoattraversamento ferroviario. Per queste "grandi opere" vengono stanziati 663,1 milioni di euro mentre, tanto per fare un paragone, solo 14,9 milioni finiranno alla ricerca e innovazione in ambito universitario, lavorativo, sanitario. Alla voce "sviluppo della piattaforma logistica costiera", la priorità vien data al "corridoio tirrenico", ossia alla realizzazione dell'autostrada Cecina-Civitavecchia. Un progetto contestato dagli abitanti della zona perché deturpa con colate di cemento la meravigliosa costa toscana, mentre sarebbe sufficiente e più sensata la messa in sicurezza dell'Aurelia. La spesa sarà di 2,1 milioni di euro. Potrebbe sembrare poco rispetto al resto, ma ingannevolmente non vengono menzionati i milioni di euro che elargiranno gli sponsor privati, sembra 221 milioni di euro per un progetto che alla fine dovrebbe costare dai 3 ai 3,5 miliardi di euro. In risposta alla crisi di tante fabbriche, ai tanti cassintegrati, stanziati solo 30 milioni di euro da concretizzarsi in finanziamenti per le imprese e in flessibilità per i lavoratori. Passando al secondo punto 523,9 milioni di euro vengono destinati al "welfare, formazione, cultura e qualità della vita". Salta subito agli occhi che appena 5,10 milioni di euro vengono destinati alla "innovazione, qualità e sicurezza lavoro", una cifra ridicola soprattutto a fronte dei 32,80 milioni di euro spesi per "organizzazione, produzione e fruizione della cultura". È evidente che per il Consiglio regionale è molto più importante organizzare bene e sovvenzionare mostre e ricorrenze come il "Galileo 2009", rispetto agli oramai disattesi piani e stanziamenti per la sicurezza sul posto di lavoro; eppure ancora oggi si registra 1 morto sul lavoro ogni 6 giorni nella nostra regione. Circa i servizi sociali, assistenziali, l'occupazione e un aiuto alle donne, la linea è di favorire il "part-time" soprattutto al rientro dopo la nascita di un figlio o la flessibilità di orario. Invece di prolungare l'orario di nidi e materne, ad esempio, saranno investiti soldi per attivare strutture assistenziali o di asili nido gestiti anche da privati, con tariffe alte e seguendo il principio della sussidiarietà, costringendo tante donne a rinunciare al mondo del lavoro per rimanere a casa a badare a figli e anziani. Altro che "incentivi per l'occupazione femminile". Al terzo punto troviamo lo stanziamento di 42,7 milioni di euro per la "difesa dell'ambiente". Solo 0,5 milioni di euro sono destinati a migliorare la qualità dell'aria e al gravoso problema delle emissioni dei gas inquinanti. E intanto, proprio per "incentivare" il trasporto pubblico al posto dell'utilizzo dell'auto privata, è scattato il rincaro regionale di oltre il 4% per gli abbonamenti di treno e autobus. Un rincaro non menzionato nel bilancio perché artificiosamente definito dalla regione adeguamento dovuto alla crescita dell'inflazione. Per la questione rifiuti ci sono 6 milioni di euro, in particolare per la realizzazione di un nuovo e nocivo impianto di incenerimento e l'adeguamento di quelli già esistenti. Il maggiore stanziamento è destinato alle risorse idriche e al diritto all'acqua con 24,2 milioni di euro. Tuttavia non viene menzionata la definitiva messa in sicurezza dell'Arno e, sulla questione del diritto all'acqua, la risposta della Regione viene dalla vergognosa bocciatura della legge sulla ripubblicizzazione dell'acqua supportata da ben 43.000 firme. Infine, terzo punto, 19,6 milioni di euro per "governance, conoscenza, partecipazione" di cui 9,6 milioni proprio al tema della partecipazione e della concertazione, cavalli di battaglia del "centro-sinistra". Sono 8.858 i milioni di euro investiti per lo più nella sanità. Verrà dato il via alla II fase di sperimentazione della "Società della salute", un progetto che mette ancor più nelle mani dei privati la sanità toscana. Rispetto al 2006 al settore vengono comunque destinati 30 milioni di euro in meno e sempre da qui verranno recuperati dei soldi attraverso tagli, definiti dalla regione diversa contabilizzazione della spesa sanitaria. Sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei malati, è che il "modello Toscana" sul piano sanitario cola acqua da tutti i buchi, in materia di efficienza, attrezzature, tempi e costi per i pazienti. Agli enti locali di tutta la regione andranno solo 930,9 milioni di euro per la manutenzione delle strade, l'assistenza agli anziani, i servizi sociali, il sostegno agli asili nido, il diritto allo studio, la formazione professionale, i trasporti pubblici locali e la tutela delle foreste. 590 milioni di euro serviranno per rimborsare i prestiti. Un dibattito avulso dalla realtà, il ruolo del PRC Nel dibattito in consiglio regionale per l'approvazione del bilancio, nessuno, di qualsiasi partito borghese, ha parlato della reale situazione in cui vivono le masse popolari toscane, dei loro problemi a partire dalla mancanza di lavoro a tempo indeterminato e a salario pieno, alla mancanza di case a prezzi accessibili, di scuole e asili per tutti attrezzati e non fatiscenti, alla carenza di spazi aggregativi anche per combattere il degrado e l'abbandono di tante periferie. Ignorato dai signori del palazzo il fatto che in Toscana si conta un'alta percentuale di poveri. Nessuno dei consiglieri ha dato voce nel dibattito alle numerose proteste che ci sono in tutta la regione contro la deindustrializzazione, per la sicurezza sul lavoro, contro gli inceneritori, l'ecomafia, per il diritto all'acqua, contro i rigassificatori, la cementificazione, ecc. Infatti, erano tutti concordi a stanziare soldi pubblici per priorità che non sono a favore del proletariato e delle masse popolari, bensì delle privatizzazioni, della borghesia, del grande capitale. Tutti concordi a ridurre il settore pubblico ad un "moncherino" da soppiantare sempre di più con il privato. Non toccati gli spropositati stipendi e privilegi da nababbo degli amministratori. Chi si è schierato contro il bilancio come la destra berlusconiana e neofascista, lo ha fatto solo in nome di maggiori tagli alla spesa pubblica e sociale a favore del privato. Una nota a parte la merita il PRC che sulla legge di bilancio si è astenuto e ha dovuto affrontare la contraddizione interna con Luca Ciabatti, candidato alle scorse regionali a ruolo di governatore per Rifondazione. Costui, non potendo sbracatamente votare a favore della giunta Martini ha preferito uscire dall'aula al momento del voto. Si conferma l'intenzione di Rifondazione, parte integrante dell'Unione a livello nazionale, di capitolare prima o poi a "Toscana Democratica". Lo si può comprendere dalle parole dei suoi referenti in regione quali Monica Sgherri e Niccolò Pecorini che avevano già espresso apprezzamenti per il Prs e che in un articolo apparso su il manifesto del 21 dicembre, affermano: "abbiamo avuto modo di apprezzare l'evoluzione della manovra delle entrate... il bilancio di previsione 2007 però a nostro avviso, pur segnando elementi positivi di novità, non ha tradotto fino in fondo tutta la discussione svolta per il Prs di cui questo bilancio è la prima attuazione. Questo ha determinato il nostro voto di astensione... un voto diverso e ancora più aperto come quello a favore, non solo non sarebbe stato compreso dagli elettori e dalle varie realtà con le quali in questi anni abbiamo sempre lavorato, ma avrebbe dato il senso dell'accelerazione di un esito verso il quale la volontà sembra comune ma i cui contenuti sono ancora da verificare". Martini e tutto il "centro-sinistra" al potere hanno apprezzato la posizione di Rifondazione, definendola "un segnale di disponibilità e di permanenza di alcuni problemi". D'altronde, come affermato dagli stessi leader PRC, l'intento è quello di fare anche in Toscana l'allenza prodiana Unione, ma Rifondazione non può certo abbandonare su due piedi e senza adeguate sceneggiate il suo attuale status di "opposizione", pena la perdita di una larga fetta del proprio elettorato. Peraltro, su bilancio e finanziaria regionale la partita non è finita visto che Martini annuncia nuovi tagli alla spesa già in primavera. 17 gennaio 2007 |