PMLI Pierluigi Bersani (DS) - sviluppo economico
Pierluigi Bersani (DS) - sviluppo economico

Il neo ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani (DS), è nato nel 1951 a Bettola (Piacenza), paese quasi interamente "bianco" in una regione tradizionalmente "rossa". Di famiglia di fede democristiana, la sua prima formazione è in parrocchia. All'Università di Bologna, dove si laurea in filosofia, matura il suo impegno politico, diventando socio fondatore del gruppo trotzkista di "Avanguardia operaia" nel capoluogo emiliano, prima, per poi passare stabilmente al PCI di Berlinguer, diventando subito un giovanissimo amministratore locale della sua provincia natale.
Fervido sostenitore della "svol-ta della Bolognina" del rinnegato Occhetto, è tra i maggiori protagonisti della nascita del PDS neoliberale.
Nel 1993 fa il gran passo che lo lancia nel firmamento dei dirigenti nazionali di questo partito: viene eletto presidente della regione Emilia-Romagna, confermato poi col 54% dei suffragi alle prime elezioni regionali dirette del 1995, ricoprendo nello stesso anno anche la carica di presidente di turno della Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome.
Nel 1996, col primo governo di "centro-sinistra" del democristiano Prodi, viene nominato ministro dell'Industria, carica che terrà anche nei due governi D'Alema, per passare nel dicembre 1999 alla testa del dicastero dei Trasporti nel secondo governo Amato.
In questi anni la sua vocazione di riformista liberista ha modo di esprimersi appieno, promuovendo, organizzando e dirigendo il più gigantesco processo di privatizzazione di aziende e enti di Stato che sia mai stato fatto nel dopoguerra, nonché la liberalizzazione di interi settori economici come il commercio e le banche, incoraggiando anche fusioni e scalate finanziarie e industriali come quelle dei cosiddetti "capitani coraggiosi" alla Colaninno e Gnutti, promuovendo la "concertazione" tra sindacati e imprese. È in questa veste che tesse una serie di contatti e amicizie nel mondo dell'industria e della finanza che non ha mai smesso di coltivare anche negli anni successivi, e che ne fanno tutt'ora il principale anello di congiunzione tra il vertice dei DS e le imprese capitalistiche.
Nel 2001 viene eletto deputato e fa parte della Commissione per le attività produttive della Camera. Insieme al collega Visco fonda la Nens (Associazione Nuova Economia Nuova Società), e diventa presidente dell'Associazione Nuova Romea. Alle elezioni del 2004 viene eletto parlamentare europeo nella circoscrizione Nord-Ovest, assumendo l'incarico di membro della Commissione per i problemi economici e monetari e della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. In questo periodo, pur non ricoprendo incarichi di governo, Bersani continua a sviluppare i suoi contatti col mondo dell'imprenditoria capitalistica, svolgendo in tandem con il futuro sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, un'intensa attività di visite ai distretti industriali del Nord, tanto da meritarsi la fiducia e gli elogi di industriali come Illy e Carraro.
Frutto di questa sua indiscussa competenza a livello economico è non solo l'elezione, riconfermata anche all'ultimo congresso di Roma nel 2005, di membro della Segreteria dei DS, ma anche la presidenza della Commissione nazionale per il progetto, in pratica l'artefice del programma economico del partito: una posizione di assoluto rilievo, al punto che per qualche tempo si era parlato di lui come del futuro segretario dei DS, nel caso che Fassino avesse lasciato per entrare nel governo Prodi.
È altrettanto vero, però, il vecchio detto che chi pratica lo zoppo impara a zoppicare. Nel senso che le intense frequentazioni capitalistiche di Bersani ogni tanto lasciano qualche traccia non precisamente inappuntabile. Per esempio a proposito dello scandalo delle telefonate confidenziali di Consorte agli amici DS nella scalata Unipol alla Bnl, che riguardavano anche lui, e il ruolo da lui giocato nel cercare di convincere il presidente delle Generali, Bernheim, a vendere a Unipol il suo pacchetto di Bnl. Quanto a certi "furbetti del quartierino", così si era espresso: "Fiorani? Non lo conosco abbastanza per dare un giudizio. Certamente è un personaggio molto dinamico, molto capace, sveglio, attivo e così via" (dichiarazione di Bersani a "Porta a Porta" del 28 settembre 2005). O come certe sue strane simpatie (spinte fino a fare telefonate di raccomandazione al collega Penati, presidente della provincia di Milano, per un appalto della Milano-Serravalle) per il chiacchierato e tangentista costruttore, re delle "grandi opere", proprietario della Impregilo, Marcellino Gavio. O come ancora i finanziamenti che avrebbe percepito, insieme a D'Alema, Minniti e Prodi, da parte di Calisto Tanzi, stando alle deposizioni dello stesso responsabile del crac Parmalat.

31 maggio 2006