Cesare Damiano (DS) - lavoro Cesare Damiano, diessino fassiniano, gradito anche alla Confindustria, è il nuovo ministro del lavoro. Nato a Cuneo nel 1948, dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore nel 1968 è assunto come impiegato dalla Società Riv-Skf nella sede centrale di Torino. Ci resterà poco, anzi pochissimo. Nel 1970 si iscrive alla Fiom e inizia una fulminea e folgorante carriera sindacale. Solo due anni dopo infatti è già nella struttura della Fiom-Cgil di Torino diventando responsabile del lavoro sindacale tra gli impiegati. Nel '74 è funzionario sindacale presso la V lega Fiom-Cgil di Torino con varie responsabilità. Nel '76 entra nella Segreteria Fiom-Cgil di Torino e dal 1980 al 1990 è segretario generale della Fiom del Piemonte. Nel 1990 entra a far parte della segreteria della Cgil di Torino. All'inizio del 1991 viene eletto segretario generale della Camera del lavoro di Torino. Nel corso del XX Congresso nazionale della Fiom-Cgil del 1991 viene eletto segretario generale aggiunto dell'organizzazione. In sostanza, diventa il numero due, vice di Claudio Sabattini, con il chiaro obiettivo di condizionarlo da destra. Ha fatto parte della delegazione alle trattative per il rinnovo dei contratti nazionali del 1983 e 1986 e, in quanto responsabile delle politiche contrattuali della Fiom-Cgil, ha gestito in prima persona la svendita dei contratti nazionali dei metalmeccanici del 1994, 1996-1997 e 1998-1999. Ha gestito anche le vertenze nazionali del gruppo Olivetti nel 1992 e Fiat nel 1996. Ha curato la costituzione del primo Fondo pensione complementare dei lavoratori metalmeccanici, Cometa, assumendo la presidenza del consiglio di amministrazione nella fase iniziale. È stato segretario generale della Cgil del Veneto dal marzo 2000 fino all'elezione nella segreteria nazionale DS avvenuta nel dicembre 2001 dopo che al congresso di Pesaro della Quercia si schiera con D'Alema e Fassino rompendo con Cofferati. Nella segreteria DS assume la responsabilità del Dipartimento lavoro. Dopo la passione per la carriera sindacale, per Damiano c'è quella per la carriera politica che coltiva fin dal '68, con i campi scuola in Sicilia organizzati dalla "San Vincenzo de Paoli". Lui, simpatizzante de "il manifesto", all'inizio frequenta tutti: cattolici, sindacato, "Lotta continua". Decide di lavorare nel sindacato e cinque anni dopo, nel 1975, si iscrive al PCI, poi al PDS, poi ai DS. Viene eletto per la prima volta alla Camera il 9 aprile 2006 nelle liste dell'Ulivo nella circoscrizione Piemonte 2. Per il neo-ministro arriva per primo il gradimento della Confindustria. Montezemolo l'ha elogiato come "persona competente ed equilibrata" che saprà dialogare con le imprese che "hanno bisogno di più flessibilità, di più produttività e di essere competitive". Fiducia immediatamente ripagata. Damiano si è detto infatti "contrario all'abrogazione della legge 30", che vuole solo ritoccare, e ha dichiarato che la sua parola d'ordine sarà "concertazione". La concertazione "sarà il punto centrale del governo". Grazie alla sua pluriennale esperienza di dirigente sindacale collaborazionista, c'è da giurare che Damiano farà di tutto per mettere al bando il conflitto tra le parti sociali, ossia per mettere la sordina alla lotta di classe, in nome della "competitività" del sistema capitalistico italiano. Al termine del primo incontro con il presidente di Confindustria avvenuto il 23 maggio scorso, così ha commentato: "Abbiamo riscontrato una convergenza sulla necessità di riprendere il metodo della concertazione. L'obiettivo comune è ridare competitività al Paese e, per quanto ci riguarda, la competitività si sposa con le tutele del lavoro". "Concertazione", "competitività", "tutele del lavoro" e non dei lavoratori: soave musica per le orecchie dei capitalisti; presagio di sciagure per gli operai e i lavoratori italiani. 31 maggio 2006 |