L'antimafioso palermitano si ritira da "Rivoluzione civile" Borsellino toglie l'appoggio a Ingroia Il fondatore del Movimento delle Agende rosse: "Le liste di Rivoluzione civile sono di vecchio stampo. Non sempre coincidono con l'impegno civile" Dopo un breve idillio, la rottura si consuma sui metodi usati dall'ex-magistrato palermitano nella formazione delle liste del suo cartello elettorale: "i politici - denuncia Borsellino - sono stati scelti in base alle contrattazioni di vecchio stampo tra i partiti componenti la lista, mentre i soggetti della cosiddetta società civile in base alla notorietà ed alla visibilità mediatica che non sempre coincidono con l'impegno civile". Gli antimafiosi delle Agende rosse proposti da Borsellino, invece, qualora avessero accettato la candidatura sarebbero stati relegati in fondo alle liste, in posizione di ineleggibilità. Certo si tratta dell'ennesima prova che il progetto di Ingroia e De Magistris, cui si sono associati Idv e i partiti falsi comunisti trotzkisti PRC e PDCI, ben lungi dai proclamati "cambiamento" e "discontinuità" con i metodi dei partiti tradizionali borghesi, ne riproduce lo stile presidenzialista del leader, i comportamenti antidemocratici dell'imposizione dei candidati, in barba alle sensibilità sociali dei movimenti, come quello delle Agende rosse. Infatti, l'obbiettivo principale di Ingroia è quello di arrivare in parlamento, per questo ha bisogno di utilizzare la capacità organizzativa e propagandistica di PRC e PdCI, i fondi dell'IDV e la presa elettorale che purtroppo ancora hanno imbroglioni ultranoti, da Fabio Giambrone, a Paolo Ferrero, leader di Rifondazione comunista, a Diliberto ad Orazio Licandro, dei Comunisti italiani. Tutto il resto, persino le aspirazione di lotta alla mafia delle Agende Rosse, viene in subordine. Tuttavia la denuncia va portata a fondo. Non sarebbe, infatti, cambiato nulla nella sostanza se Ingroia avesse piazzato nelle sue liste in posizione di eleggibilità i pupilli di Borsellino. Tale eventualità, infatti, non avrebbe di certo garantito il superamento dei vecchi metodi che contesta Borsellino, né una maggiore aderenza del progetto complessivo, al di là delle chiacchiere, alle aspirazioni nuove e più avanzate delle masse, come la lotta alla mafia, alla corruzione, al clientelismo. Ciò perché il progetto di "Rivoluzione civile" è tutto interno nella sostanza e nella forma, solo questa in parte criticata anche da Borsellino e dalle Agende Rosse, al sistema economico, sociale e politico capitalistico e, in quanto tale, non è finalizzato al cambiamento, nonostante lo proclami, ma a mantenere il vecchio. Il vero cambiamento parte dall'assunto politico e strategico che non bisogna accettare l'esistenza del capitalismo, qualunque sia il suo tutore al governo e in parlamento e, per conseguenza, abbandonare definitivamente ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista, costituzionale e pacifista. Chi vuole veramente spazzare via il vecchio nella sostanza e nella forma antidemocratiche deve dichiarare apertamente guerra al capitalismo sostenendo la linea elettorale del PMLI e dare il voto al Partito del proletariato e del socialismo astenendosi (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco). 23 gennaio 2013 |