Discorso di Branzanti pronunciato a Cavriago il 21 gennaio 2007 Seguiamo il grande esempio di Lenin e diamo tutto noi stessi nella lotta per l'Italia unita, rossa e socialista "Un marxista-leninista senza la lotta di classe non è tale, e Lenin era l'essenza della lotta di classe" Care compagne e cari compagni, oggi siamo giunti qui da diverse città dell'Emilia-Romagna, e non solo, per rendere omaggio al grande maestro del proletariato internazionale Lenin, nell'83° anniversario della scomparsa. Lo facciamo per onorare Lenin in quanto servo devoto del proletariato di tutto il mondo e per ricordare l'inestimabile contributo politico e ideologico dato da Lenin alla causa dell'emancipazione del proletariato e con esso di tutta l'umanità. Meriti storici che lo collocano tra i cinque grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. La nostra delegazione oggi rappresenta tutto il PMLI, tutto il proletariato italiano e quello di tutto il mondo, che si inchinano di fronte a Lenin. Per noi non è questo un rituale vuoto e di facciata, non è pura nostalgia, ma è un sentimento vero, puro, dettato dalla consapevolezza della grandezza di Lenin e dei compiti, che noi come lui, ci siamo caricati sulle spalle, sicuri che il socialismo è l'avvenire della classe operaia. Lenin costituisce un esempio per i marxisti-leninisti, per i comunisti, per gli antimperialisti, per tutti coloro che hanno a cuore la sorte del proprio popolo. Egli ha speso ogni momento della sua vita per la causa del socialismo. Sin da giovanissimo studia il Capitale di Marx ed Engels e le altre opere dei due cofondatori del socialismo scientifico. Il suo primo arresto avviene nel 1887, a soli 17 anni, per aver partecipato al movimento rivoluzionario degli studenti, che gli costa anche l'espulsione dall'università. Viene arrestato nuovamente nel 1895, poi nel 1897 e deportato in Siberia e successivamente nel 1900. Complessivamente sconta oltre 14 mesi di prigionia, 3 anni di deportazione ed è costretto a vivere per oltre 10 anni fuori dalla Russia a causa delle continue persecuzioni inflittegli dal regime zarista. Lenin rimane nell'illegalità per ben 24 anni, dal 1893 sino al 1917. Ma le persecuzioni e le grandi privazioni a cui è costretto non lo fermano, dovunque egli si trova, in Russia come all'estero, è sempre tra i lavoratori e gli studenti a fare inchieste, raccogliere informazioni, discutere con loro, dirigere i marxisti, tenere lezioni, organizzare gli emigrati russi, scrivere una quantità enorme di articoli, opuscoli, interventi. Dal giorno della Grande Rivoluzione socialista d'Ottobre Lenin dirige, presiede, partecipa e interviene a innumerevoli riunioni, conferenze, assemblee di Partito e fra le masse guidandole con saggezza nella costruzione del socialismo in Urss. Lenin è stato un marxista instancabile, nulla lo poteva fermare, nemmeno le pallottole dei servi della borghesia che più volte lo hanno raggiunto e altre lo hanno mancato di poco. Solo le condizioni di salute, dovute anche ai mille sacrifici, lo hanno frenato, in particolare dal 1922 quando è stato colto dal primo attacco del suo male e poi sempre peggio sino alla sua morte avvenuta alle 18,50 del 21 gennaio 1924. Centinaia di migliaia, gli operai, i contadini, i soldati rossi, gli impiegati di Mosca e le delegazioni giunte da ogni punto dell'Unione Sovietica hanno sfilato nella Sala delle colonne della Casa dei sindacati a Mosca per dare l'addio a Lenin alla cui bara l'alleato di sempre, Stalin, monta la guardia d'onore, per essere poi trasportata nel mausoleo sulla Piazza Rossa dove è ancora possibile vederlo. Le immagini di Lenin che amiamo maggiormente sono quelle che lo ritraggono nel fuoco della lotta di classe, che è il vero habitat dei marxisti-leninisti, un marxista-leninista senza la lotta di classe non è tale, e Lenin era l'essenza della lotta di classe! Se la sua è la vita modello del rivoluzionario integrale, le sue opere sono un patrimonio sterminato e preziosissimo di insegnamenti di cui nessun partito marxista-leninista e nessuna rivoluzione socialista possono fare a meno se vogliono affermarsi e vincere. Esse ci insegnano a conoscere le leggi dello sviluppo sociale e a comprendere i complessi fenomeni che si presentano nella vita sociale e ci forniscono, come spiega Stalin, "orientamento, chiarezza di prospettive, sicurezza nel lavoro, fiducia nella vittoria della nostra causa". Nelle sue opere fondamentali come "Che fare", "Un passo avanti, due indietro", "Due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica", "L'imperialismo fase suprema del capitalismo" e "Stato e Rivoluzione", Lenin ha tracciato le linee organizzative dell'edificazione del Partito marxista-leninista, ribadendo la necessità della teoria marxista-leninista e della sua fusione col movimento operaio che porti alla conquista degli elementi avanzati del proletariato, ha battuto l'opportunismo menscevico e gettato le fondamenta del partito bolscevico, un partito che non ha eguali nel panorama dei partiti socialdemocratici del tempo, ha elaborato "la dottrina del partito, in quanto organizzazione dirigente del proletariato, in quanto arma essenziale nelle mani del proletariato", ha esposto la tattica bolscevica dell'egemonia del proletariato sia nella rivoluzione democratico-borghese sia nella successiva rivoluzione socialista, in contrapposizione con la concezione piccolo-borghese dei mescevichi, ha analizzato l'imperialismo quale stadio supremo e ultimo del capitalismo in putrefazione, morente, vigilia della rivoluzione, e ristabilito e sviluppato la dottrina di Marx ed Engels sulla Stato prendendo le mosse dall'esperienza della rivoluzione russa facendo chiarezza in questa materia che appare come una delle più complesse e ingarbugliate dalla borghesia e dai suoi servi, siano essi revisionisti e opportunisti di destra, siano essi anarchici, trotzkisti e opportunisti di "sinistra". Svelando la natura borghese della concezione che costoro hanno sul problema dello Stato e della rivoluzione, ci ha regalato un capolavoro che sviluppa la dottrina marxista-leninista sulla Stato, sulla rivoluzione proletaria e sulla dittatura del proletariato. E che dire delle tante e tante opere scritte dopo la Grande Rivoluzione d'Ottobre che, da una parte, disegnano ed elaborano la costruzione del socialismo in Urss e, dall'altra parte, si incaricano di chiarificare e portare fino in fondo la battaglia contro il tradimento dei partiti della II Internazionale e gettare le fondamenta teoriche e organizzative dell'Internazionale comunista? Studiando e applicando le sue opere noi marxisti-leninisti italiani rendiamo onore a questo grande maestro del proletariato internazionale nel modo più vivo e proficuo, che è quello di imparare dai suoi insegnamenti e dal suo esempio per fare in Italia ciò che egli ha fatto in Russia. Non c'è modo migliore per onorarlo e per esprimere la nostra sconfinata ammirazione e commossa gratitudine nei confronti di questo gigante del pensiero e dell'azione. Grazie a Lenin lo sviluppo del socialismo scientifico ha conosciuto un impressionante salto di qualità col trionfo del capolavoro della Grande Rivoluzione d'Ottobre, divenuta nel mondo intero il modello della conquista del potere politico da parte del proletariato. Quel modello da cui anche il PMLI prende esempio per fare finalmente l'Italia unita, rossa e socialista! Un obiettivo al quale il nostro Partito lavora da 30 anni, 30 anni di grandi battaglie filosofiche, ideologiche, politiche, organizzative e di piazza, che saranno festeggiati a Firenze il prossimo 15 aprile dove ci auguriamo possa essere presente in piazza un numero mai visto di marxisti-leninisti. Anche in quella occasione terremo alta la bandiera di Lenin così come quelle di Marx, di Engels, di Stalin, di Mao e del PMLI! Checché ne dicano la borghesia e i suoi servi, noi marxisti-leninisti italiani siamo fieri di essere gli eredi di questi cinque grandi Maestri del proletariato internazionale e di una storia gloriosa che ha ancora tante, tante rosse pagine da scrivere. Ciò che è stato elaborato e realizzato dai nostri Maestri ci dà la forza e la sicurezza che anche noi potremo adempiere al nostro compito storico di emancipare la classe operaia per emancipare l'intera umanità dalla barbarie del capitalismo. Seguiamo il grande esempio di Lenin e diamo tutto noi stessi in questa titanica lotta, e il proletariato italiano si alzerà così come si è alzato allora il proletariato russo e successivamente quello cinese guidato da Mao! Gloria eterna a Lenin, guida dei marxisti-leninisti di tutto il mondo! W Lenin! W Stalin, degno successore di Lenin! Per l'Italia unita, rossa e socialista! Coi Maestri e col PMLI vinceremo! 24 gennaio 2007 |