Secondo i servizi segreti dell'ex Repubblica Democratica Tedesca Le "brigate rosse" di Curcio erano neofasciste Scrive il 22 novembre 1978 l'agente della Stasi Kobblet in un rapporto di dieci pagine sul terrorismo "rosso" italiano: "Al primo posto ci sono le Brigate rosse, fondate da Renato Curcio, già appartenente a gruppi neofascisti e, dal 1968, sedicente marxista-leninista, rivoluzionario e guerrigliero". Questo è quanto riporta, tra l'altro, il corrispondente da Berlino de "La Stampa", Francesca Sforza, nella lunga inchiesta sulla Stasi (il servizio segreto dell'ex Repubblica Democratica Tedesca) pubblicata sul quotidiano torinese dell'8 e 22 luglio e del 13 agosto scorsi. Per noi non si tratta di una novità. Sapevamo che Curcio proviene da "Europa civiltà", un'organizzazione clerical-fascista e che nel '68 si era travestito da marxista-leninista assieme al DC Walter Peruzzi, colui che il 1° Maggio 1969 guidò l'assalto al Comizio e alla sede dei compagni fondatori del PMLI, attualmente in Rifondazione e direttore di "Guerra e Pace". Come sapevamo che le "Brigate rosse" fossero in realtà nere per la loro attività terroristica provocatoria, antioperaia, controrivoluzionaria e funzionale alla strategia della destra della classe dominante borghese. L'abbiamo denunciato su "Il Bolscevico" e pubblicamente, anche in un comizio del compagno Giovanni Scuderi, non appena misero fuori il naso. Stranamente però le informazioni che saltano fuori oggi sono state totalmente ignorate dai media, compresi quelli della "sinistra" borghese. "Liberazione" di Curzi, Gagliardi e Cannavò, organo del PRC, ha addirittura riabilitato Curcio portandolo alle sue feste come faceva la DC con la statua della "Madonna pellegrina" durante le campagne elettorali degli anni cinquanta. 22 settembre 2004 |