Le ruberie ai danni del popolo non finiscono mai Buonuscite e pensioni d'oro ai trombati Liquidazioni di 260mila euro a Fini, 188mila a Marini Il sistema capitalista e la sua sovrastruttura istituzionale è un sistema parassitario in cui l'imprenditore deruba i suoi dipendenti e l'appartenente ai vari settori della sovrastruttura istituzionale deruba l'intera collettività di risorse che dovrebbero invece servire ad essa: è esattamente quest'ultimo il caso delle prebende, dei privilegi e degli indebiti benefici che i politicanti borghesi lucrano ai danni dei lavoratori anche dopo avere reso loro tutti i danni possibili e immaginabili. È il caso di Gianfranco Fini (FLI) che, trombato clamorosamente alle ultime elezioni, tra circa due mesi intascherà l'assegno di fine mandato che dovrebbe aggirarsi sui 260.000 euro netti, una vera e propria liquidazione che i membri del Parlamento nazionale ottengono quando non vengono più rieletti o quando dovessero essere eletti nel Parlamento europeo. La somma corrisponde all'80% dell'indennità parlamentare lorda per ogni anno in cui sono stati in Parlamento e anche per frazioni di anno superiori ai sei mesi cui hanno diritto anche coloro che vantano i requisiti per la pensione - come appunto Fini - che ha sempre fatto il parlamentare dal 1983 e che da aprile potrà godere del vitalizio di 6.200 euro aggiunto alla buonuscita di 260.000 euro. È un privilegio vergognoso e inaccettabile se messo a confronto con le misere pensioni ricevute dai lavoratori dopo una vita di sfruttamento salariato. Altri parlamentari come Italo Bocchino - anche lui di FLI, che pur essendo ancora giovane per la pensione riceverà un assegno di fine mandato di circa 150.000 euro dal momento che è sempre stato parlamentare ininterrottamente dal 1996 - e come Antonio Di Pietro - che s'intascherà circa 60 mila euro e potrà andare in pensione ad aprile con circa 4.300 euro netti al mese - oltre ad Emma Bonino, Franco Marini e Fernardo Adornato. La radicale Bonino come vicepresidente del Senato uscente avrà una liquidazione di circa 60.000 euro e una pensione parlamentare netta da 6.500 euro al mese, Franco Marini del PD - già presidente del Senato - avrà una liquidazione da 188.000 euro e una pensione parlamentare netta di 5.300 euro al mese che potrà cumulare con quella da sindacalista mentre il voltagabbana Ferdinando Adornato, prima iscritto alla FGCI e al PCI e poi approdato alla berlusconiana Forza Italia e infine all'UDC di Casini, prenderà una liquidazione da 112 mila euro e a partire dal prossimo anno percepirà una pensione mensile netta da 4.500 euro che si cumulerà a quella da giornalista. 6 marzo 2013 |