Accolto ovunque da manifestazioni di protesta Bush in Sudamerica nel tentativo di riprendere il controllo del "cortile di casa" Alleanza strategica con Lula per l'etanolo Il viaggio di Bush in cinque paesi del centro e sudamerica "segnerà il nostro impegno nell'emisfero occidentale e farà risaltare la nostra agenda comune per dare impulso alla libertà, alla prosperità e alla giustizia sociale", aveva sottolineato il portavoce della Casa bianca Tony Snow lo scorso febbraio presentando l'agenda degli incontri del presidente americano in Brasile, Uruguay, Colombia, Guatemala e Messico. Il vero obiettivo della prima parte del viaggio però rientrava nel piano di Bush di riprendere il controllo del "cortile di casa", sfuggito di mano all'imperialismo americano per la crescente opposizione nei popoli dell'area, riflessa in parte nei successi a catena delle coalizioni della "sinistra" borghese al potere nella maggior parte dei paesi. Un'opposizione alle manovre degli Usa guidata dal venezuelano Chavez e che ha i punti forti nelle due grandi potenze sudamericane, il Brasile di Lula e l'Argentina di Kirchner. Una volta bloccata la costituzione dell'Alca, l'Accordo di libero scambio delle Americhe, segnata dal fallimento del vertice del novembre 2005 a Mar del Plata, la strategia americana si è concentrata sugli accordi bilaterali definiti con la Colombia del fidato Uribe, il Perù di Toledo e del suo successore il socialdemocratico Alan Garcia e il Cile della socialista Bachelet. A un passo dall'accordo l'Uruguay. Col Brasile di Lula l'inizio dell'intesa è segnato dall'accordo sull'etanolo. Il viaggio è stato contrassegnato da una serie di manifestazioni di protesta contro il "nemico numero 1 dell'umanità", come è stato definito Bush nel corteo di San Paolo del 9 marzo. L'aereo presidenziale americano era appena atterrato all'aeroporto che diverse decine di migliaia di dimostranti sfilavano sull'Avenida Paulista. Manifestazioni ci sono state anche in altre città brasiliane, con fantocci di Bush bruciati e slogan contro il presidente americano. A Brasilia militanti dei Mst, il movimento dei contadini "sem terra" hanno circondato l'ambasciata degli Stati Uniti. Le manifestazioni contro la visita di Bush si sono svolte anche a Montevideo in Uruguay il 10 marzo e in Argentina. Alla manifestazione contro la visita di Bush nella capitale argentina ha partecipato anche il presidente venezuelano Chavez che a Buenos Aires aveva appena firmato accordi col presidente argentino Nestor Kirchner per la cooperazione tra le aziende petrolifere dei due paesi e per dare impulso alla creazione del Banco del Sur, la Banca del Sudamerica. L'accordo di coopoerazione petrolifera tra Venezuela e Argentina era la risposta al contemporaneo accordo firmato da Bush e Lula sull'etanolo. La firma del "Memorandum d'intesa" fra Usa e Brasile "per avanzare nella cooperazione nei bio-combustibili", da estendere anche ad altri partner specialmente in Centramerica, è stato il momento principale della visita di Bush in Brasile. Usa e Brasile insieme garantiscono oltre il 70% della produzione mondiale dell'etanolo e, ha sottolineato Bush, "ridurre la dipendenza dal petrolio, aumenterebbe la sicurezza economica della regione", messa sotto il controllo dei due principali produttori di etanolo. Le immagini degli amichevoli e stomachevoli abbracci tra Bush e Lula hanno fatto da corollario ai reciproci complimenti e all'invito a Lula a Camp David per la fine di marzo, un "privilegio" concesso a pochi intimi amici del presidente americano. Contro la nuova alleanza strategica tra Usa e Brasile sulle risorse energetiche pulite si è espresso anche il movimento dei "senza terra" che sfilava contro la visita di Bush con striscioni su cui era scritto "vogliamo terre per la riforma agraria e per produrre alimenti e non alcol per gli Stati Uniti". 21 marzo2007 |