Una nuova provocazione Usa all'Iran Bush inserisce nella lista dei terroristi la Guardia rivoluzionaria Congelati i beni anche del ministero della Difesa Iran: "è un atto di banditismo" Il 25 ottobre scorso il segretario di Stato Condoleezza Rice e il ministro del Tesoro Henry Paulson hanno annunciato l'imposizione di nuove sanzioni unilaterali contro l'Iran, indirizzate in particolare verso le Guardie della rivoluzione, il corpo militare istituito dopo la rivoluzione islamica, che sono inserite da Bush nella lista delle organizzazioni terroristiche; le sanzioni colpiscono anche il ministero della Difesa iraniano e alcune banche statali. La Rice ha ripetuto il ritornello imperialista antiiraniano secondo il quale "l'Iran minaccia la pace e la sicurezza, cercando di dotarsi di tecnologia nucleare, con la costruzione e la vendita di missili balistici"; ha attaccato il governo di Teheran perché sostiene "le milizie sciite irachene e i terroristi in Iraq, Afghanistan, Libano e nei territori palestinesi", ossia perché si oppone agli Usa, Israele e ai paesi imperialisti e ha completato la serie delle accuse con l'ennesima falsità su l'Iran che ha minacciato di cancellare Israele dalle cartine geografiche. "L'Iran sfrutta i suoi legami finanziari a livello mondiale per cercare di ottenere armi nucleari, sviluppare programmi missilistici e finanziare il terrorismo", ha rincarato la dose il ministro del Tesoro Paulson che ha richiamato all'ordine gli altri paesi affermando che "il mondo deve smettere di fare affari con le banche che sostengono il regime". Gli Usa hanno congelato i fondi riconducibili alle Guardie della rivoluzione e del ministero della Difesa iraniano. L'Onu ha deciso l'embargo verso la banca Sepah, gli Stati Uniti hanno aggiunto alla lista gli istituti Bmi, Bank Melli Iran la più grande del Paese, Mellat e Saderat. Saranno inoltre esclusi dal sistema finanziario statunitense più di 20 tra società e individui. La decisione degli Usa "è un atto di banditismo" rispondeva l'Iran. "È la prima volta - denunciava il ministro degli Esteri di Teheran, Mottaki - che un Paese agisce in questo modo contro le regole internazionali, definendo terrorista una forza armata ufficiale di un altro Paese e adottando direttive contro di essa. Ciò non dovrebbe avere il sostegno della comunità internazionale". Una nota del ministero affermava che "le decisioni degli Stati Uniti contro la nazione iraniana sono contrarie alle norme internazionali, sono comunque senza valore e destinate a fallire come avvenuto con altre in passato". 7 novembre 2007 |