Bush riesuma la quarta flotta Usa per tenere sotto controllo l'America latina Gli Usa hanno 14 basi dislocate in dieci paesi della regione Dall'1 luglio gli Usa riattiveranno la Quarta flotta, la formazione navale creata nel 1943 per far fronte alla minaccia dei sottomarini nazisti nei Carabi e nell'America del Sud e sciolta negli anni '50. La flotta, che inizialmente sarà costituita da undici navi tra le quali una portaerei e un sommergibile nucleare, sarà comandata dal contrammiraglio Joseph Kernan, l'attuale capo del Comando della Guerra speciale navale, e avrà la sua base a Mayport, in Florida. Secondo il comunicato del Pentagono dello scorso 26 aprile, nel quale si annunciava la decisione della Casa Bianca, la riattivazione della Quarta flotta servirà a "dimostrare l'impegno degli Usa presso i loro partner regionali", a "combattere il terrorismo" e le "attività illegali". Il responsabile del comando Sud delle forze navali americane, il contrammiraglio James Stevenson, ribadiva che "la flotta darà più consistenza alla presenza americana nella zona". In altre parole servirà all'imperialismo americano per tenere sotto controllo l'America Latina. Nell'attesa della messa in opera del riesumato gruppo navale, gli Usa hanno svolto nel mese di maggio delle manovre militari congiunte nelle acque argentine; una massiccia forza navale americana guidata dalla portaerei George Washington ha svolto con successo l'operazione denominata Gaucho-Gringo 2008. La Quarta flotta diventa un potente strumento militare che si aggiunge al già consistente schieramento bellico degli Usa nella regione, dove sono funzionanti 14 basi disseminate in una decina di paesi. Il dispositivo militare americano era stato potenziato nel 1999 dalla presidenza Clinton col varo del Plan Colombia, il progetto concordato col regime colombiano che aveva lo scopo dichiarato di combattere il potente cartello dei trafficanti di droga; in realtà il progetto serviva a rafforzare il reazionario governo colombiano e costruire nuove basi Usa nel continente. Nel 1999 il Pentagono, in applicazione degli accordi Usa-Panama del 1977, era costretto a chiudere la centrale base militare Howard ma col Plan Colombia ne apriva di nuove: sull'oceano Pacifico, a Manta in Ecuador e a Comalapa in El Salvador, sul mare dei Caraibi di fronte al Venezuela, a Aruba e Curazao nelle Antille olandesi. Altre basi si trovano a Palmerola in Honduras, Liberia in Costa Rica, Larandia, Puerto Leguizamo e Tres Esquinas in Colombia, Iquitos e Nanay in Perù, Mariscal Estigarribia in Paraguay, Guantánamo a Cuba e Vieques a Portorico. A aprile, aerei decollati dalla base americana di Manta avevano violato lo spazio aereo dell'Ecuador per colpire basi della guerriglia colombiana nella foresta; una violazione condannata dal presidente del Ecuador, Rafael Correa e dall'Osa (Organizzazione stati americani). Il 17 maggio un caccia della marina degli Stati Uniti era entrato nello spazio aereo dell'isola dell'Orchilia, nel nord del Venezuela, e a fronte delle proteste del governo di Caracas il Pentagono aveva chiesto scusa affermando che si era trattato di un errore di navigazione del pilota. L'aereo Usa ha attraversato una zona in cui è vietato il traffico aereo civile, la pesca e le attività turistiche fin dagli anni '60 poiché è una zona militare. Il ministro della Difesa venezuelano Rangel ha definito la violazione dello spazio aereo nazionale come "un nuovo anello nella lunga catena di provocazioni per destabilizzare la regione". Ecco come l'imperialismo americano intende far sentire la sua "presenza" nella regione, ecco perché Bush ha riesumato la Quarta flotta. 11 giugno 2008 |