Boom dell'astensionismo e record nazionale in Calabria alle elezioni politiche Ben il 40,6% del corpo elettorale calabrese alla Camera e il 40,9% al Senato si è astenuto. Alla Camera il 36,8% degli aventi diritto al voto ha disertato le urne, il 2,5% ha votato scheda nulla e l'1,3% ha votato scheda bianca. Al Senato la diserzione delle urne è stata scelta dal 37,2% degli elettori, il 2,4% ha votato scheda nulla mentre l'1,3% sono state le schede bianche. Se alle elezioni del 2008 sono stati più di 3 calabresi su 10 ad astenersi, nel 2013 sono più di 4 su 10! La provincia con il più alto tasso di astensione è quella Reggio Calabria quindi Crotone, Vibo Valentia, Cosenza e Catanzaro. Un incremento qualitativo e quantitativo che dimostra come l'astensionismo sia sempre più un voto cosciente delle masse contro i partiti parlamentari e i governi nazionali della destra, del centro e della "sinistra" borghese che hanno solo aggravato le condizioni tremende delle masse calabresi e meridionali avendo agito in nome e per conto delle borghesia e non del popolo. A farne le spese sono infatti tutti i partiti che sostengono il capitalismo, la coalizione del neoduce Berlusconi con 283.163 voti alla Camera rappresenta su 1.580.119 aventi diritto circa il 18% dei voti dei calabresi, ancor meno il "centro-sinistra" di Bersani che segue con 265.685 voti, e via scendendo Grillo che raccoglie 233.169 voti. Malissimo Monti che con 98.480 consensi al netto degli astenuti vale poco più del 6% del corpo elettorale. Vero e proprio flop per Ingroia che raccatta solo 27.337 voti e rappresenta molto meno di 2 calabresi su 100. La situazione è praticamente la stessa al Senato, decimale più decimale meno, dove però per effetto della legge elettorale che calcola l'assegnazione dei seggi su base regionale, vede eletti molti più parlamentari per la destra che "vince" rispetto a Bersani con una differenza di 14.000 voti. L'astensionismo colpisce e delegittima tutti i partiti, incluso il Movimento 5 stelle, che comunque intercetta molti voti fra i delusi del "centro-sinistra", dato per vincente fino a 2 settimane prima del voto e in parte drena l'astensionismo anche in Calabria, dove si sarebbe potuto toccare e superare la soglia del 50% se Grillo ma anche Ingroia e altre listarelle non avessero cercato di riaccreditare il capitalismo e le sue istituzioni. Malissimo anche i partiti minori delle coalizioni a cominciare da SEL, UDC, FLI, Fratelli d'Italia e altri. L'euforia del governatore fascista in doppio petto della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, che parla di "rimonta" e "apprezzamenti per l'operato della giunta regionale" è assolutamente fuori dalla realtà numeri alla mano, mentre lo scornato PD ha in effetti ragione a dire che in Calabria ha perso non tanto per Grillo quanto per l'astensionismo. Gli eletti alla Camera, in Calabria, di fatto già politicamente delegittimati, sono i 9 del PD (Bindi, D'Attore, Bruno Bossio, Stumpo, Battaglia, Magorno, Censore, Oliviero, Covello); 1 di SEL (Aiello); 1 di CD (Bruno, ex rutelliano); 4 del PDL (Santelli, Scopelliti Rosanna, Bianchi, Galati); 4 del M5S (Nesci, Barbanti, Dieni, Parentela); 1 dell'UDC (Occhiuto). Alla Camera prevale in termini di seggi il "centro-sinistra" per effetto del premio di maggioranza nazionale, esattamente il contrario avviene al Senato (eletto su base regionale). Così 5 senatori vanno al PDL (Gentile, D'Ascola, Aiello, Caridi, Scillipoti - che entra al Senato perché il capolista Berlusconi opterà per un'altra circoscrizione); 1 a Grande Sud (Bilardi); 2 al PD (Minniti e Lo Moro); 2 al M5S (Molinari e Morra). W la vittoria dell'astensionismo in Calabria, lavoriamo perché esso venga sempre di più concepito come un voto dato al PMLI contro il capitalismo per il socialismo! Creiamo le Assemblee popolari e i Comitati popolari! Per l'Italia unita rossa e socialista! Un simpatizzante della provincia di Cosenza del PMLI6 marzo 2013 |