Col voto di fiducia La Camera nera approva le nuove leggi razziali e fasciste Le nuove leggi razziali e fasciste della terza repubblica, che introducono il reato di clandestinità, triplicano i tempi di reclusione nei lager per migranti (Cie), incitano alla delazione medici, infermieri e dirigenti scolastici contro i migranti irregolari, legalizzano le ronde fasciste, schedano i senzatetto e inaspriscono il controllo e la repressione sociale nelle città, sono ormai diventate realtà. Le ha varate il 14 maggio la Camera nera, approvando con una raffica di voti di fiducia i tre maxiemendamenti in cui erano stati accorpati gli articoli del disegno di legge "sulla sicurezza" a firma Berlusconi-Maroni-Alfano, che il Consiglio dei ministri approvò a tambur battente un anno fa nella sua prima riunione a Napoli. Manca solo l'ultimo timbro del Senato, che arriverà senz'altro e come previsto entro la fine del mese con un altro voto di fiducia, perché la maggioranza fascio-leghista vuole mostrarle come un trofeo al suo elettorato prima delle europee e delle amministrative di giugno. Il provvedimento era approdato alla Camera dopo che per accelerarne l'iter erano state stralciate le norme del decreto cosiddetto "antistrupri", convertito in legge praticamente all'unanimità con voto "bipartisan" dal Senato il 21 aprile. Un fatto, questo, passato quasi inosservato e invece molto grave, perché insieme agli inasprimenti penali contro gli stupri e le molestie, varati sull'onda dell'emozione pubblica per singoli episodi di particolare risonanza mediatica, sono passati senza nemmeno discutere anche seri aspetti anticostituzionali sulla proporzionalità delle pene rispetto ai reati e anche attacchi alle libertà democratiche, come l'aumento incontrollato della videosorveglianza nelle città. Nel provvedimento erano state invece reinserite le norme sull'istituzione delle ronde cittadine e sull'aumento da 60 giorni a 6 mesi dei tempi di permanenza nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) fortemente volute da Maroni, che erano state bocciate in prima lettura al Senato e anche in commissione alla Camera. Ma il ministro dell'Interno e la Lega, arrivati anche a minacciare in caso contrario la crisi di governo, hanno imposto la loro riesumazione, insieme alla blindatura del ddl col voto di fiducia, e Berlusconi ha ben volentieri acconsentito. Per suggellare anzi il suo pieno accordo con Bossi e Maroni, proprio mentre infuriava la polemica sui respingimenti in mare e le accuse dell'Onu, ha fatto una dichiarazione sfrontatamente razzista dichiarando che l'Italia non deve essere un paese multietnico. Tanto che Calderoli offriva al premier la tessera della Lega perché si era "pontidizzato". Per di più, il primo giorno delle votazioni in aula, il neoduce si è seduto al banco del governo accanto a Maroni, per sottolineare il suo personale appoggio al suo ringhioso gerarca e ammonire quanti nel suo stesso partito avevano mostrato malumori nei confronti dell'oltranzismo leghista. Perfino il caporione fascista Fini, che pure sul tema del razzismo cercava ultimamente di distinguersi dai toni più beceri della maggioranza, ha obbedito al richiamo della foresta, dimenticandosi di colpo delle sue passate rampogne sull'"eccessivo" ricorso ai voti di fiducia e mettendosi docilmente al servizio del diktat di Berlusconi e Bossi. Tant'è vero che quest'ultimo, dopo aver ricevuto dal guardiano della Camera assicurazioni che non avrebbe posto ostacoli procedurali alla rapida approvazione del ddl, aveva dichiarato di stimarlo perché "è uno che mantiene la parola data". Da notare che il giorno prima il leader del PRC Ferrero aveva appena finito di lodarlo per le sue dichiarazioni "moderate" sull'immigrazione, sentenziando che Fini "dice cose di buon senso, parla da esponente di una destra europea, né fascista né razzista". Una sfilza di norme razziste, xenofobe, liberticide e fasciste È così che questo provvedimento fascista, razzista e xenofobo sulla "sicurezza", ispirato direttamente alle leggi razziali di Mussolini, ha ottenuto senza problemi il timbro del parlamento nero a tutte e tre le parti di cui si compone: immigrazione, mafia e ordine pubblico. Dove gli inasprimenti dei provvedimenti per i reati di mafia servono strumentalmente a far passare meglio nell'opinione pubblica quelli contro gli immigrati e contro i disturbatori dell'"ordine" nelle città: barboni, mendicanti, graffitari, protestatari e quant'altro. Tra i più razzisti e xenofobi il primato spetta certamente al nuovo reato di immigrazione clandestina che punisce l'"ingresso e il soggiorno illegale nel territorio dello Stato", che trasforma in un crimine - punibile con ammenda da 5 a 10 mila euro, processo immediato davanti al giudice di pace (quindi senza nemmeno la garanzia di un tribunale ordinario) ed espulsione - una mera condizione esistenziale. Una norma palesemente anticostituzionale, che viola i diritti umani più elementari e che oltretutto, a detta degli stessi magistrati, porterà la giustizia "definitivamente e inutilmente alla paralisi". Ci sono poi altri provvedimenti altrettanto odiosi, come l'aumento dei tempi di detenzione da 60 a 180 giorni negli orribili lager per migranti (Maroni chiedeva 18 mesi, anticipando la direttiva Ue che entrerà in vigore nel 2010, ma si è dovuto "accontentare" per ora di 6), la tassa di 200 euro per avere la cittadinanza e quella da 80 a 200 euro per richiedere il permesso di soggiorno, il permesso di soggiorno a punti, le restrizioni per i matrimoni di immigrati, il carcere fino a tre anni per chi dà alloggio o aiuta stranieri irregolari. Particolarmente grave e inaudita, anche per le sue implicazioni potenzialmente devastanti, è la norma escogitata dai sadici mastini nazisti del carroccio che obbliga l'immigrato a mostrare il permesso di soggiorno per qualsiasi atto pubblico, anche "per quelli inerenti atti di stato civile o l'accesso ai servizi pubblici" (nascite, matrimoni, ecc.). Anche se è stata accantonata per le forti proteste la pretesa di trasformare medici, infermieri e presidi di scuola in delatori per denunciare i clandestini che ricorrono all'assistenza medica o vanno a iscrivere i figli a scuola, la norma così come è scritta nella legge rischia di far rientrare il problema dalla finestra. Molti giuristi hanno infatti denunciato che essa obbligherà medici e dirigenti scolastici, in quanto pubblici ufficiali, a denunciare lo stesso gli irregolari che ad essi si rivolgeranno, essendo ora la clandestinità un reato. Altri hanno addirittura lanciato l'allarme sulla possibilità che si crei un esercito di "bambini fantasma", figli cioè di irregolari che non possono essere iscritti all'anagrafe dai genitori pena la loro denuncia ed espulsione, con il rischio perfino di una sottrazione del bambino che verrebbe affidato in adozione. Oltre a questa sfilza di misure razziste e xenofobe ce ne sono altre più specificamente fasciste e liberticide come l'istituzione delle ronde, chiamate demagogicamente da Maroni "volontari per la sicurezza", che altro non sono se non una riproposizione in chiave moderna della milizia fascista di mussoliniana memoria, condannate come illegali e anticostituzionali anche dal Csm; c'è l'istituzione di un registro nazionale - cioè la schedatura - dei barboni e dei senza fissa dimora; c'è l'inasprimento delle sanzioni fino a livelli abnormi delle sanzioni contro i graffitari e chiunque "deturpa" i palazzi delle città, il carcere fino a tre anni per le offese a pubblico ufficiale, la repressione della cosiddetta "apologia di reato" commessa da singoli e associazioni a mezzo Internet, e così via. Debolezza e ambiguità del PD Stavolta, con le elezioni alle porte, il PD ha provato ad alzare sia pure flebilmente la voce. Franceschini, scontrandosi con Maroni che lo insultava e dileggiava, ha evocato per le ronde l'analogia con le milizie fasciste, dopo che precedentemente aveva ricordato alla maggioranza le leggi razziali di 70 anni fa. Ma troppo poco e troppo tardi per fermare il carro armato fascio-leghista. Perché non ha mobilitato allora i suoi circoli e i suoi iscritti a manifestare nelle piazze per affossare questa infame legge, per essere coerente con i giudizi espressi in parlamento? Non lo ha fatto semplicemente perché il PD non vuole rompere il "dialogo" con la Lega di Bossi che ha instaurato sul federalismo e le altre controriforme istituzionali, e anche perché per opportunismo elettorale il PD condivide nella sostanza, anche se non nella forma, la stessa politica di "sicurezza" del governo, come ha dimostrato anche con il precedente governo di "centro-sinistra", e come ha ammesso lo stesso Franceschini quando ha detto: "Noi siamo per tutta la durezza necessaria - e siamo pronti anche a collaborare con voi mettendo tutta la durezza che serve - per contrastare ogni cosa criminale legata all'immigrazione clandestina... nel 2006, quando governavamo noi, i respingimenti sono stati 90 mila, ma sono stati fatti tutti rispettando la dignità dell'uomo, il diritto internazionale e il diritto di asilo politico". Senza contare le dichiarazioni sfacciatamente a favore della "mano dura" di Berlusconi e Maroni contro i clandestini fatte negli stessi giorni da dirigenti come Rutelli, Fassino e il neopodestà di Torino e membro della Segreteria nazionale, Chiamparino, che spingono il PD direttamente nelle braccia del nuovo Mussolini e della Lega separatista e razzista di Bossi. Bisognerebbe invece che la base di questo partito si svegliasse e si mobilitasse, facendo fronte unito con il PMLI, i fautori del socialismo, gli antifascisti, i migranti e tutti i sinceri democratici per fare argine all'ondata razzista e xenofoba che rischia di sommergere il Paese, per affossare le nuove leggi razziali e fasciste della terza repubblica. Intanto la sua parte più avanzata può dare un forte segnale di dissenso e di cambiamento negandogli il voto e astenendosi alle europee e amministrative di giugno. 27 maggio 2009 |