Al Direttivo provinciale Filctem di Pisa applaudito intervento di Andrea Cammilli La Cgil deve incalzare il governo qualunque esso sia "I partiti tradizionali non sono riusciti a frenare l'astensionismo e la disaffezione verso le istituzioni borghesi" Redazione di Fucecchio Giovedì 28 febbraio si è tenuto a Pisa il primo Direttivo provinciale della categoria dei chimici, tessile e abbigliamento (Filctem) del 2013 subito a ridosso delle elezioni politiche. Per molti delegati, in particolare per i dirigenti locali, esse sono state un duro colpo perché si aspettavano una vittoria schiacciante di PD e SEL e invece i loro partiti sono in grave difficoltà e rischiano di stare fuori dal governo o quantomeno di doverlo dividere con altre fazioni borghesi. Com'era prevedibile i risultati elettorali hanno catturato l'attenzione del dibattito. Di fronte al loro insuccesso i sostenitori del "centro-sinistra", come già avvenuto in passato, non hanno trovato di meglio che dare la colpa agli elettori. "L'Italia è un Paese di destra" hanno sentenziato alcuni funzionari della Filctem che sperano in Napolitano e in una nuova legge elettorale. Il compagno Andrea Cammilli nel suo intervento ha ricordato a "chi si aspettava un esito diverso e ora ha la faccia scura" che le elezioni hanno dimostrato altre cose: che l'elettorato è stanco sia delle ruberie e degli scandali dei partiti sia di come hanno gestito la crisi economica capitalistica, scaricandola interamente sulle spalle dei lavoratori e sulle masse popolari più indifese. Nonostante tutti i tentativi non sono riusciti a frenare l'astensionismo e la disaffezione verso i governanti. Lo stesso movimento di Grillo ha fatto incetta di voti a destra e a sinistra calamitando quell'elettorato stanco e deluso dai partiti tradizionali che sono stati tutti sconfitti: Berlusconi ha perso oltre sei milioni di voti, il PD più di tre milioni e mezzo, la Lega esce dimezzata, la lista Ingroia e i partiti che la componevano non entrano nemmeno in parlamento. La Cgil si aspettava sicuramente un esito diverso: infatti aveva preparato con cura la distribuzione ai delegati del Patto del Lavoro. Cammilli ha ricordato che con questo piano si rilanciava la concertazione e si offriva su di un piatto d'argento la Cgil a un presunto governo Bersani, magari con Epifani ministro del Lavoro. Le cose sono andate un po' diversamente. Speriamo però che la Cgil non si rivolga al nuovo esecutivo con un laconico e inetto "lasciamolo lavorare" e che, invece, ha concluso Cammilli: "incalzi il governo, qualunque esso sia, su tutte le principali questioni sociali ed economiche: sull'occupazione, sui salari e pensioni da fame, sullo sfascio della scuola pubblica, sui diritti dei lavoratori". 6 marzo 2013 |